Poche settimane dopo aver conosciuto Uriel, mi capitò di nuovo di incontrare l'arcangelo Raphael. Stavolta Abel era con me, e lui ci sentì arrivare già da prima che gli fossimo vicini, poiché dopo il nostro primo incontro aveva iniziato a far caso alla presenza dei suoi angeli anche in luoghi solitamente deserti come il bosco. Raphael poteva percepire sia Abel che me, perché tutto l'Ovest sarebbe appartenuto a lui fino a che Uriel non fosse cresciuto, di conseguenza anche noi eravamo suoi protetti al pari degli angeli dell'Est. Uriel, per il momento, riusciva a percepire a malapena Abel e me.
Anche stavolta Raphael non si scomodò a rivolgerci la parola, degnando a malapena Abel di uno sguardo quando si presentò a lui con l'ammirazione negli occhi. E dire che Uriel sembrava così soddisfatto del suo mentore... In ogni caso fui ben felice di vederlo andare via subito dopo, come se la nostra sola presenza bastasse a infastidirlo. Non potevo stupirmi se gli angeli avevano tanti pregiudizi su di loro.
Durante quelle prime settimane imparai a sentirmi a mio agio accanto ad Uriel, e lui imparò ad aprirsi con Abel e me. Quando tornava stremato da uno dei suoi viaggi, per esempio, si lasciava andare al sonno anche in nostra presenza, o ammetteva di essere o non essere soddisfatto di com'era andata nel mondo umano, nonostante non potesse raccontarci nulla di più.
Col passare delle settimane accettò perfino mostrarci alcuni suoi poteri emergenti, come la capacità di increspare l'acqua o di spostare le foglie aprendo semplicemente il palmo della mano, e ci raccontò di stare imparando a percepire la presenza di alcuni altri suoi protetti oltre a noi due. Ormai gli bastava qualche ora di vicinanza per riuscire a percepire l'impronta di una persona. Presto o tardi avrebbe imparato a sentire tutti i protetti del suo territorio e, anche se Raphael gli aveva ordinato di non dircelo, presto avrebbe imparato anche a percepirne le emozioni, e di conseguenza il bisogno di aiuto.
Anche stavolta c'era un motivo ben preciso dietro al divieto del suo mentore: se in futuro Uriel avesse dovuto fingere di diventare freddo per "proteggerci" da se stesso, questo ci avrebbe procurato un dolore bruciante che Uriel avrebbe dovuto fingere di non sentire per poterci ignorare. Era così che gli arcangeli tenevano a distanza gli altri per non coinvolgerli nei loro problemi e anche questa volta, purtroppo, Raphael aveva visto molto più lontano di noi.
C'erano delle volte in cui Abel ed io non trovavamo il nostro amico nel bosco, e potevamo aspettare anche tutto il pomeriggio prima che tornasse. Altre volte, invece, mentre eravamo insieme ci diceva improvvisamente di dover andare via, sparendo nella stessa luce dorata che aveva portato via Raphael la prima volta. Prima di andarsene ci chiedeva sempre di tornare dai nostri amici, perché spesso le sue missioni si protraevano per ore e nel frattempo preferiva saperci in loro compagnia. I nostri amici, in effetti, avevano iniziato a lamentarsi delle nostre lunghe assenze già dopo i primi giorni.
Io, in realtà, avrei preferito di gran lunga restare ad aspettarlo nella speranza che tornasse in fretta. Accettavo solo per Abel e per la mia migliore amica, Miriam, che sentiva molto la mia mancanza. Ma il mio pensiero restava sempre con Uriel.
*
In uno dei giorni in cui non lo trovammo nel bosco, il pomeriggio prese una piega un po' diversa dal solito. Quando tornammo dai nostri amici li trovammo tutti in fermento per qualche notizia che doveva essere appena giunta da un altro gruppo.
«Meno male che siete qui» ci accolsero i migliori amici di Abel, quasi trascinandoci verso gli altri. «E' appena tornato un ragazzo dopo un Viaggio di più di tre anni! Stavamo andando da lui proprio ora».
«Sei sicuro di aver capito bene?» si stupì Abel. «Tre anni sono davvero molto tempo».
In effetti, solitamente un paio di anni erano sufficienti per far riprendere qualunque nostro protetto...
«Certo che sì! Andiamo!».
Presero il volo senza nemmeno lasciarci il tempo di rispondere. Effettivamente era un'occasione da non perdere, così seguimmo anche noi l'amico in comune che ci avrebbe portati da lui.
Volammo per quasi un'ora. L'angelo in questione ci attendeva in cima a una collina insieme ad altri bambini e a una ragazza adulta, che si stringeva al suo braccio con molta dolcezza. Sicuramente la sua compagna, che dopo ben tre anni di distanza poteva finalmente abbracciare di nuovo l'amore della sua vita.
«Ben arrivati, vi aspettavo» ci accolse con allegria.
Agli angeli piaceva rievocare la propria storia davanti a noi piccoli. Non per mettersi in mostra, solo per nostalgia e per trasmettere la loro parte di esperienza alle generazioni future. E a noi piaceva tantissimo ascoltare le loro storie sul misterioso mondo degli umani, anche se Abel ed io, pur non potendone parlare con nessuno, lo conoscevamo ormai meglio di qualunque altro angelo.
Ci presentammo e ci radunammo tutti intorno a loro, in semicerchio, mentre il ragazzo stringeva ancora forte la mano della sua fidanzata. Si chiamava Roy, e aveva vissuto in un paesetto di montagna che in inverno si ricopriva interamente di neve. Iniziò raccontandoci che il suo protetto, che amava scalare le montagne innevate, aveva avuto un tragico incidente durante un'escursione: era sopravvissuto da solo ad un intero gruppo di suoi amici, subendo uno shock tale che, per riprendersi, aveva avuto bisogno del suo angelo.
Man mano che Roy raccontava le sue vicende, i miei amici lo riempirono di domande, ma fu la sua fidanzata a tirar fuori la parte più interessante della storia. Almeno ai miei occhi.
«Raccontagli di quando avete incontrato i due arcangeli» lo incitò, e mancò poco che tradissi il mio segreto urlando dalla sorpresa.
«Non so... forse non è un argomento adatto a dei bambini».
«Certo che lo è!» si opposero i ragazzi, per fortuna.
I maschietti erano tutti curiosi e Abel si mescolò tranquillamente tra loro, mentre le ragazze erano un po' titubanti, e io preferii fare silenzio per non destare sospetti, nonostante morissi dalla curiosità.
«D'accordo» accettò alla fine. «E' accaduto qualche mese fa, quando finalmente Jonas, il mio protetto, è riuscito a riavvicinarsi alle sue amate vette innevate. Avrebbe dovuto essere un'escursione come tante altre, che volevamo affrontare per superare il ricordo di quella disgrazia».
«E invece c'è stato un altro incidente?» intuì Megan, l'unica tra tutte le ragazze a non essersi ammutolita per l'ansia.
«Purtroppo sono molto comuni in montagna, ma non fu come la prima volta. Durante la salita Jonas si fece prendere dal panico e finse di fermarsi a riposare, chiedendo agli altri di andare avanti. Io non ero assolutamente d'accordo, e facevo bene a preoccuparmi. Quando cercammo di raggiungerli, Jonas sbagliò percorso, si fece prendere dal panico e cadde in una specie di grande crepa del terreno».
Tutti ascoltavano in totale silenzio, pallidi di preoccupazione. Solo Abel ed io eravamo tranquilli.
«Per fortuna l'insenatura non era profonda, ma era così stretta che non potevo nemmeno volare via per chiedere aiuto in forma umana. La cosa peggiore era che gli altri non potevano trovarci; filtrava troppa poca luce per essere visti dall'alto e Jonas aveva sbattuto la schiena tanta forza da non riuscire più a rialzarsi. Inoltre perdeva sangue, e non avevamo idea di quanto potesse essere grave la sua ferita».
Tutti fecero a gara nel chiedere a Roy se aveva provato questa o quella soluzione, ma l'angelo aveva tentato di tutto, fino a doversi arrendere ad essere imprigionato.
«Vidi la loro luce mentre tentavo inutilmente di aprire un varco ai lati, che erano bloccati da grossi massi di terra e ghiaccio. Corsi da Jonas il più in fretta possibile e li trovai entrambi lì, l'arcangelo Uriel e il suo mentore, con quegli occhi spaventosi e l'espressione gelida».
Deglutii, sentendomi quasi in colpa nell'ascoltare qualcosa che in teoria Uriel non poteva condividere con noi. Eppure nessuna regola vietava agli angeli di raccontare le loro esperienze al riguardo, ed io ero davvero curiosa di scoprire, almeno per una volta, che cosa facesse il mio amico quando spariva nella sua luce dorata.
*****Angolo autrice*****
Buonaseeera :D. Come vanno le vostre vacanze? A me una meraviglia *_*. Volevo dirvi che ogni tanto mi capiterà di dover fare capitoli dal ritmo veloce come questo per velocizzare le cose, visto che la storia in totale copre più di un decennio. Se vi sembrano troppo pesanti o noiosi (soprattutto per la mancanza di dialoghi) ditemelo e cercherò di cambiare quanto posso.
Grazie come sempre di essere qui :3 I ♡ U!
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My Archangel
FantasyIn un mondo parallelo al nostro, simile ad un paradiso terrestre, vivono angeli dalle candide ali molto più simili agli esseri umani di quanto potremmo immaginare. Ogni angelo trascorre la sua vita in tranquillità, attendendo con ansia di poter inc...