Passai dei mesi orribili. Anche sapendo che Uriel non sarebbe mai tornato come prima, non riuscivo ad allontanarmi da lui in nessun modo, e nonostante ne soffrissi terribilmente, pregavo la Natura di andare avanti così anche per tutta la vita, pur di non dovergli dire addio. Ormai parlavo in sua presenza solo quando era necessario, troppo spaventata all'idea che un giorno decidesse semplicemente di non tornare più perché gli recavo fastidio.
Nel corso di quei mesi, la parte più razionale di me tentò in tutti i modi di farmi sentire l'affetto di Abel e la sua presenza continua, cose che sarebbero state più che sufficienti per rendere felice qualunque ragazza, ma non me.
Arrivai ad augurarmi che Abel prima o poi si innamorasse di una donna che sapesse renderlo felice e lo portasse lontano da qui, perché io non meritavo tutta quella dedizione e lui non meritava quel tormento.
A volte stavo così male che non riuscivo ad addormentarmi per tutta la notte, e per non svegliare loro con i miei singhiozzi fuggivo alla riva del fiume nel bosco. Non immaginavo che Uriel - che a mia insaputa sentiva tutto per empatia - rimaneva sveglio con me a tormentarsi.
In uno dei periodi peggiori arrivai a rimanere sveglia per più notti consecutive. Alla terza notte il mio arcangelo non se la sentì di lasciarmi sola, e quando mi alzai per andarmene mi seguì senza farsi notare. Fu così silenzioso che costeggiai il fiume fin dentro al bosco senza accorgermi di nulla; notai la sua inconfondibile sagoma solo dopo essermi appoggiata al tronco di uno degli alberi più esterni.
Non appena lo riconobbi, il cuore iniziò a martellarmi nel petto.
Mi sembrava incredibile che si fosse scomodato a seguirmi, ma ormai le sue attenzioni mi mettevano solo in imbarazzo. Mi trovai a rintanarmi con le spalle sulla ruvida corteccia, con il viso nascosto sulle ginocchia per non mostrargli le mie stupide lacrime, ma per una volta che avrei voluto vederlo allontanarsi, lui invece si avvicinò a me.
Sentivo tutto. La tua disperazione, la tua paura di perdermi, perfino la vergogna che ormai provavi davanti alle mie attenzioni. Ti stavo stremando sia nel fisico che nella mente e volevo provare ad aiutarti, così quella notte mi ero arreso a mostrarti una piccola parte del mio affetto per te, in modo che riuscissi a darti pace almeno per dormire. Però fallii miseramente. Dovevo aspettarmelo, era un tentativo dettato solo dalla disperazione e dal senso di colpa.
Se non fosse stato buio avresti notato facilmente che stavo tremando anch'io. Mi permisi di avvicinarmi più di quanto avrei dovuto e lasciai che le mie dita sfiorassero appena le tue braccia, sentendomi rigenerare dal nostro contatto.
I miei sentimenti per te crescevano giorno dopo giorno e ormai mi rendevo conto di amarti, più di qualunque altra cosa al mondo. Avrei tanto voluto arrendermi e raccontarti tutto, ma proprio perché ti amavo, strinsi i denti e continuai la mia farsa.
«Mi dispiace che il mio cambiamento ti stia facendo soffrire, Azalee. Vorrei tanto... poterlo evitare» mi confidò in un sussurro.
Eppure non percepì il senso di pace che si augurava per me. Al contrario, la sua frase mi causò un miscuglio di emozioni contrastanti: sollievo per quella piccola dimostrazione di affetto, un'acuta nostalgia per la sua voce sussurrata così piena di ricordi, ma soprattutto mi causò una fitta di dolorosa consapevolezza; mi resi conto che Uriel capiva cosa mi stava facendo e che gli importava ancora abbastanza di me da dispiacersene, ma ciò significava anche che non poteva cambiare le cose nemmeno se lo voleva.
Così persi anche l'ultima speranza a cui mi ero inconsapevolmente aggrappata fino ad allora. Sentii mie guance bagnarsi di lacrime silenziose e non riuscii nemmeno a curarmi di nasconderle. Mi limitai ad asciugarle davanti al suo sguardo illuminato dalla luna, cercando di sorridergli per fargli capire che ero contenta di saperlo. Uriel mi asciugò un'ultima lacrima solitaria con la punta delle dita, poi si alzò e tornò indietro senza una parola, lasciando al suo posto una straziante sensazione di vuoto.
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My Archangel
FantasyIn un mondo parallelo al nostro, simile ad un paradiso terrestre, vivono angeli dalle candide ali molto più simili agli esseri umani di quanto potremmo immaginare. Ogni angelo trascorre la sua vita in tranquillità, attendendo con ansia di poter inc...