53 - Errore

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Dopo il nostro discorso alla piazza, Claire accettò di aprirsi un po' di più anche con Uriel, che fu molto più bravo di me nel guidarla, e riuscì finalmente ad ottenere i primi risultati: gli episodi di rabbia della nostra amica divennero progressivamente più rari e la paura di Amber sempre minore.

Invitammo Claire a casa nostra in più di un'occasione, tuttavia mi proibii di farmi vedere quando Uriel non c'era, troppo spaventata all'idea che lui decidesse di mandarmi via per tenermi al sicuro. Ormai vivevamo tra gli umani da più di un mese.

Un giorno Claire si presentò a casa nostra di sua iniziativa; mi feci vedere perché Uriel era con me, ma lei chiese esplicitamente di parlare noi due sole, lasciando entrambi spiazzati.

«Andiamo alla piazza come l'ultima volta» mi propose, guardando lui come per chiedergli il permesso.

Restai in silenzio, incerta sul da farsi, ma evidentemente saperci in mezzo a molte persone tranquillizzò il nostro arcangelo quel poco che bastava ad accettare.

«D'accordo. Ti aspetto per pranzo, non tardare» mi salutò con una smorfia di preoccupazione. Odiavo saperlo così in ansia... non vedevo l'ora di tornare da lui.

La strada che percorremmo era effettivamente piena di gente per l'arrivo della stagione calda, e vista la bella giornata Claire ed io ci dirigemmo verso la stessa panchina della volta precedente.

«Come va con la tua amica?» iniziai quando ci sedemmo, dando per scontato che volesse parlarmi di lei.

«Meglio, abbiamo adottato quelle regole».

Sapevo che Uriel gliene aveva consigliate altre e che lei si impegnava sempre molto per seguirle.

«E a questo proposito volevo ringraziarti. Da quando mi sono confidata con te le cose vanno meglio. E poi... Uriah ti ha detto che mi ha trovato un lavoro? Ne avevo bisogno per mantenermi, e poi mi fa sfogare».

Rise con un'allegria un po' forzata, ma apprezzai la sua gratitudine. Ovviamente sapevo già tutto del suo nuovo lavoro, Uriel aveva letteralmente hackerato il sistema informatico di una ditta lì vicino per far risultare adatta a Claire una posizione aperta, poi l'aveva accompagnata al colloquio fingendo di aver trovato l'annuncio per caso.

«Senti, Melanie, mi chiedevo...» iniziò, per poi interrompersi di colpo. Divenne così tesa che mi resi conto che era di questo che voleva parlarmi fin dall'inizio. «Se questa storia finisse, credi che... Uriah si fiderebbe abbastanza di me da lasciarci diventare amiche?».

Riuscì a guardarmi solo per un istante, rossa d'imbarazzo. Finalmente compresi i timori di Uriel... Povera Claire, si era affezionata e me, ma proprio alla fine di quella storia io me ne sarei andata per sempre. Anche se non potevo dirle la verità, non potevo nemmeno illuderla in questo modo... Volevo essere sincera almeno per quel poco che potevo.

«Presto inizierai a lavorare e farai sicuramente nuove amicizie» le risposi a testa bassa. «E' meglio se ti concentri su di loro, perché Uriah ed io non resteremo qui ancora per molto».

Alzai il viso, trovando il suo impallidito. Senza nemmeno rispondermi, Claire iniziò a farmi una serie di domande sui motivi della nostra partenza, al punto che fui costretta chiederle di tornare indietro per evitare che insistesse ancora.

Per tutto il tragitto non disse una parola; la salutai davanti al mio cancello, e quando entrai in casa trovai Uriel ad attendermi all'uscio con una preoccupante aria di rimprovero.

«Che cosa hai fatto?» mi sgridò.

Non capii subito. Ero stata troppo sicura di me e avevo commesso un errore senza nemmeno accorgermene: avevo detto a Claire che lui ed io saremmo andati via quando eravamo ancora i suoi unici punti di riferimento, e lei adesso stava tornando a casa con un carico emotivo che non era capace di gestire. Per colpa mia.

Uriel aveva sentito il suo stato d'animo già da un po' e temeva la sua reazione, prima per me e ora per Amber.

«Io... non ci pensavo. Mi dispiace...» mi trovai a giustificarmi senza poter rimediare.

Uriel dovette sentirmi così mortificata che cambiò subito atteggiamento. Mi scostò dolcemente le mani, con le quali mi stavo coprendo il viso per la vergogna, e mi costrinse a guardarlo.

«Adesso calmati, non è ancora accaduto nulla. E' normale commettere degli errori. Sei stata impeccabile fino ad ora, non hai motivo di sentirti così».

«Ma se accadesse qualcosa ad Amber...».

«Non le accadrà nulla. Adesso vado da loro, tu aspettami qui».

«Che vuoi fare?».

«Tenerle lontane fino a che Claire non si riprende. Nel frattempo le parlerò dei nostri progetti per il futuro, fingerò di essere andato da lei per questo».

«Io... Mi dispiace tanto» mi scusai ancora. Mi sentivo così in colpa che avrei voluto mettermi a piangere.

«Va tutto bene, Azalee. Me ne occupo io».

Riuscì a calmarmi un po' stringendomi forte e dandomi un lieve bacio sulla guancia; poi uscì in tutta fretta, lasciandomi sola.

Trovò Claire in casa sua, con gli occhi rossi. La costrinse ad ascoltare ciò che aveva da dire sui nostri progetti futuri e in qualche modo riuscì a tranquillizzarla. Quel giorno, per la prima volta, Claire si lasciò abbracciare da Uriah, e riuscì anche a dirgli quanto teneva a entrambi. Sembrava che alla fine stesse imparando a fidarsi del prossimo, e questo, almeno, ci rasserenò per il suo futuro.

Non mi permisi mai più di farle rivelazioni, e lei non cercò più la mia compagnia esclusiva. Tuttavia continuammo a frequentarci regolarmente: ci raccontò del suo lavoro, delle nuove amicizie e dei progetti che finalmente poteva fare per il futuro. Sembrava finalmente serena, e noi con lei. Ma proprio quando iniziai a credere che tutto stava andando per il meglio, commisi l'errore fatale.

*

Accadde un giorno in cui ci eravamo incontrati al paese, noi tre senza di Amber. Non era un caso, avevamo raggiunto Claire perché Uriel voleva indagare su un suo momento di instabilità emotiva.

L'avevamo trovata facilmente, mentre camminava su e giù in un vicoletto isolato che faceva da scorciatoia per l'altra parte del paese. Sembrava molto nervosa.

«Claire? Stai bene?» mi preoccupai non appena la scorgemmo.

Lei non sembrava contenta di vederci. «Siete voi. Scusatemi, è un brutto momento».

«Si vede» commentò Uriel mentre la seguiva. «Se ti fermi e ci parli magari possiamo aiutarti».

Prese la sua mano per farla rallentare, ma Claire la scansò nervosamente e poi si immobilizzò.

«Lasciatemi sola, per favore».

Era pallidissima. Ecco cosa faceva lì, era fuggita da Amber per paura di prendersela con lei.

«Che ti è accaduto?» insistette Uriel, stavolta senza toccarla.

«Mio fratello... ho dovuto discutere con lui di alcune questioni molto importanti». Ora capivo... e non potevo biasimarla per il suo stato d'animo.

Stetti male nel vedere Claire in quello stato, mi ero affezionata a lei senza nemmeno accorgermene. Feci un passo nella sua direzione per provare a calmarla, ma Uriel si frappose tra noi. Cercò di consolarla senza coinvolgere me, ma quando Claire scoppiò a piangere smisi di ragionare e la raggiunsi ugualmente. Provai ad abbracciarla anche se lei stava tentando di fuggire via, ma proprio come aveva fatto settimane prima con Uriel, Claire mi spintonò per rifiutarmi. Con abbastanza forza da farmi perdere l'equilibrio e sbattere la testa sul muro di mattoni sconnessi alle mie spalle.

Capii che sarebbe stato un guaio già da prima di cadere a terra. Non per il colpo in sé, da cui mi sarei ripresa di sicuro, ma per l'effetto che quest'episodio avrebbe avuto sulle decisioni di Uriel.

*****Angolo autrice***** 
Scusate se questi ultimi due capitoli sono stati di passaggio, purtroppo mi erano necessari per andare avanti ^^'. Ma d'ora in poi sarà tutto incentrato su di loro e non preoccupatevi, ormai sapete che amo i lieto fine :).
 A domenica ♥      

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