18 - L'unica scelta possibile

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«Non c'è nessun'altra possibilità, Azalee? Ne sei sicura?». Uriel era a pezzi, non riusciva nemmeno a muoversi.

«Non credo, a meno che Abel non riesca davvero a fargli cambiare idea».

«Dubito che possa, se non ci sei riuscita tu» dovette ammettere.

Io purtroppo la pensavo come lui. «Hai ragione, devo arrendermi all'idea di averli persi».

Appena pronunciai quelle parole, Uriel mi fece immediatamente rialzare lo guardo su di lui, inchiodandomi con i suoi occhi dorati. «Che stai dicendo?».

«Non è chiaro?». Mi sembrava una cosa ovvia, ma dirlo ad alta voce mi mise in imbarazzo. «Non ho intenzione di dirti addio».

Per il mio amico, però, non era affatto una cosa ovvia.

I miei desideri andavano in due direzioni opposte: da una parte continuavo a dirmi che era troppo presto, che non ero pronto a perdervi, dall'altra non potevo sopportare l'idea di rovinare il vostro rapporto con loro. E ancora non mi rendevo conto del pericolo più grande, quello che stavi per farmi capire con leggerezza, senza nemmeno immaginare che da quel momento, per me, sarebbe cambiata ogni cosa.

«Dovresti aspettare di parlarne con Abel, prima di dire che hai deciso» mi rispose con un sorriso confuso.

«Certo che ne parlerò con Abel, ma la mia decisione rimane questa a prescindere dalla sua». A costo di perderlo per sempre.

Anche questo mi sembrava imbarazzante ma scontato, mai avrei potuto immaginare ciò che scatenai in Uriel con la mia risposta.

Riuscì a nascondermi il panico che provò in quel momento solo grazie al suo enorme autocontrollo. Io percepii semplicemente una calma innaturale, per la quale mi diedi una spiegazione del tutto errata.

«Non preoccuparti. Tra noi le cose non devono cambiare per forza. Se anche Abel decidesse di restare con loro, sono sicura che troverebbe il modo di venire qui lo stesso, e poi dubito che potrebbe mai preferire loro a te. Mentre io posso restare per conto mio e venire qui solo per qualche ora come ho sempre fatto».

Iniziai a ragionare ad alta voce su tutte le possibili soluzioni, ma Uriel nemmeno mi sentiva. Si era completamente chiuso nel suo panico.

Non riuscivo a spiegarmi come fosse potuta accadere una cosa simile, come tu fossi potuta arrivare ad anteporre me ad Abel. Per me voi due eravate sempre stati una cosa sola, destinati a diventare una coppia innamorata e felice per sempre. Nel mio immaginario avreste continuato a frequentarmi fino a che non fossimo cresciuti, quando avremmo avuto desideri e interessi troppo diversi per stare bene insieme, e a quel punto avreste iniziato la vostra vita di coppia senza di me; nel migliore dei casi ci saremmo rivisti ogni tanto, almeno fino a che non avreste iniziato a sentirmi troppo "diverso" per sentirvi a vostro agio in mia presenza.

Di tutto ciò, Abel ed io non sospettavamo assolutamente nulla; non avevamo ancora la maturità per guardare così lontano nel futuro.

Avevo immaginato il nostro addio in centinaia di modi diversi, e voi andavate sempre via insieme. Mi faceva stare malissimo, ma mi andava bene perché era la cosa migliore per il vostro futuro. Non avrei mai immaginato che saresti arrivata a preferire me a lui. Io, un arcangelo, l'unico ragazzo che non avrebbe mai potuto renderti felice. E poi Abel... tu eri tutta la sua vita, non sopportavo l'idea di fargli questo dopo tutto ciò che aveva fatto lui per me.

In quel momento vidi sgretolare tutte le mie certezze, scoprendo l'orribile rischio che mi avrebbe terrorizzato per gli anni a venire: se crescendo ti fossi innamorata di me, la mia natura di arcangelo ti avrebbe rovinato la vita.

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