39 - Nuovo inizio

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L'arcangelo Raphael era almeno dieci centimetri più alto di Uriel, eppure stavolta mi accorsi di essere io, tra i due, quella più cresciuta dal nostro ultimo incontro.

Eppure mostrava lo stesso sguardo apatico dei miei primi ricordi... non riuscivo quasi a credere che anche lui provasse le stesse emozioni di chiunque altro. I suoi occhi, però, erano incollati al suo protetto. Doveva essere molto più preoccupato di quanto desse a vedere.

«Ha detto che aveva bisogno di riposare» lo informai, tentando di spezzare quell'imbarazzante silenzio.

«Certo».

Non si scomodò nemmeno a guardarmi. In un secondo era già accanto a lui, a spostarlo sotto la luce diretta del sole e a donargli un po' della sua energia attraverso le mani. Se era spaventato non lo dimostrava affatto, ogni suo gesto era lento e preciso.

Guardò me solo quando ebbe finito con lui, e mi sembrò che il gelo iniziale del suo viso si sciogliesse un po'. Sapevo che gli arcangeli potevano comunicare telepaticamente, perciò era molto probabile che Raphael sapesse tutto delle rivelazioni che mi aveva fatto Uriel.

«Sta bene, vero?» volli assicurarmi.

«Sì, è tutto come ci aspettavamo».

Il Raphael di un tempo se ne sarebbe andato senza aggiungere altro, invece stavolta si trattenne, soffermandosi con lo sguardo sulle mie mani che tremavano.

«Stai tranquilla, Uriel è forte. Probabilmente dormirà tutto il pomeriggio e tutta la notte, ma domattina starà bene».

Sospirai di sollievo. «Ti ringrazio».

«Azalee» mi sorprese. Era forse la prima volta in assoluto in cui pronunciava il mio nome. «Quello che ti ha detto Uriel su di noi... deve restare un segreto».

Quindi sapeva tutto, come pensavo. «Certo, era chiaro».

«Bene. Adesso che intenzioni hai? Vuoi restare con lui?».

«Ha detto che posso farlo, perciò sì, lo vorrei». Avevo quasi paura che me lo impedisse.

Invece di rispondere, Raphael venne verso di me, più vicino di quanto non avesse mai fatto. Mi sfiorò il mento per farsi guardare come faceva un tempo Uriel, e mi fissò come per assicurarsi della mia convinzione. Sostenere il suo sguardo dorato fu davvero difficile, ma ero certa delle mie intenzioni e mi costrinsi a non cedere.

«In questo caso... mi auguro che possiate essere felici».

«Grazie» mi stupii. Non mi sarei mai aspettata simili parole da lui.

«Un'ultima cosa. Per quanto può valere... mi dispiace per la tua perdita, ricordo bene quanto eravate legati tu e Abel».

Raphael mi lasciò andare ed io annuii appena. La sua preoccupazione mi lusingava e avrei voluto rispondergli che andava bene così perché adesso Abel era felice, ma stavo ancora troppo male per pronunciare simili parole.

«Ora vi lascio riposare. Cerca di dormire anche tu, almeno per qualche ora. Non gli farebbe bene vederti esausta al suo risveglio».

Sparì in un istante, ovviamente senza aspettare una risposta, mentre io impiegai un bel po' di tempo a scaricare l'adrenalina di quell'incontro.

Rimasi a vegliare Uriel tutto il giorno. Quando venne la sera mi sdraiai semplicemente accanto a lui, in modo da svegliarmi se si fosse alzato pur seguendo l'indicazione dell'Arcangelo dell'Est. Ero così stanca per tutte quelle emozioni che crollai in un sonno profondo, svegliandomi solo a mattino fatto.

Uriel dormiva ancora, così mi tirai su e tornai subito a vegliarlo, senza allontanarmi nemmeno per bere. Era rimasto esattamente nella posizione in cui lo aveva lasciato Raphael, ma il suo respiro, ormai, era lento e regolare. Non passò più di un'ora prima che riprendesse conoscenza.

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