Aprendo gli occhi, compresi subito di trovarmi in uno spazio chiuso. Il pavimento sotto di me era perfettamente regolare e la luce piuttosto scarsa, mentre mille oggetti di colori diversi sembrarono rubarmi improvvisamente tutto l'ossigeno a disposizione, come se non fosse bastata la forte nausea dovuta al trasferimento tra i due mondi.
Tieni duro, Azalee. Questo è il momento più importante della tua vita, mi incoraggiai mentalmente.
Feci un respiro profondo per incamerare più ossigeno possibile e mi concentrai sulla figura umana davanti a me. La immaginavo spaventata, magari con le spalle al muro, in cerca di spiegazioni o di una rassicurazione, e io sapevo già esattamente cosa avrei fatto e detto per tranquillizzarla... se non fosse che davanti ai miei occhi si presentò tutt'altra scena.
Occhi di un incredibile color terra che mi guardavano con aggressività; nella mano destra stringeva con decisione un oggetto di forma allungata e... non si trattava di una ragazza spaventata, anzi, era l'esatto opposto.
Un ragazzo. Pronto ad attaccarmi per difendersi.
Nella stanza c'era solo lui, non potevo sbagliarmi. Facevo parte dell'infinitesima percentuale di angeli che avevano un protetto di sesso opposto al proprio.
*
Seriamente? mi trovai ad ironizzare, trattenendo a stento una risata amara. Dopo tutto ciò che già mi era accaduto, anche questo?
Quel ragazzo, intanto, si stava avvicinando a me. Impugnava quell'oggetto come se fosse... un'arma, ed io iniziai ad avere paura. Uriel ci aveva sempre messi in guardia da quei pericolosi artifici umani, così indietreggiai istintivamente da quella cosa spaventosa - che poi avrei scoperto essere un semplice ombrello - ritrovandomi, contro ogni previsione, ad essere io quella con le spalle al muro. Ora comprendevo finalmente quel modo di dire che avevamo ereditato dagli umani: ero bloccata tra lui e una parete artificiale alta e resistente, che mi dava un fortissimo senso di claustrofobia.
Sapevo che noi angeli, se lo desideravamo, potevamo renderci inconsistenti agli oggetti di quel mondo, e fui molto tentata di farlo per fuggire da quel ragazzo e dalla sua camera. Lui mi stava squadrando con aria sempre più aggressiva, ma... sembrava anche spaventato. Ma certo.
Tornai a ragionare e mi costrinsi a non trapassare il muro, nemmeno quando sentii la sua arma addosso. Mi stava attaccando solo per difendersi da un essere che sfuggiva alla sua comprensione e se si fosse sentito impotente nel vedermi attraversare la parete, sicuramente dopo avrebbe avuto troppa paura di me per starmi a sentire. Non potevo permetterlo, a costo di lasciarmi ferire. Le parole erano la mia unica arma e, se lui era davvero il mio protetto, non potevo assolutamente perderlo.
«Chi diavolo saresti?» mi chiese a denti stretti.
Si era infervorato subito, ma quando si accorse che tremavo di paura si calmò altrettanto velocemente, lasciò cadere la sua arma e alzò le mani per tranquillizzarmi. Lui voleva tranquillizzare me dopo che io ero inspiegabilmente comparsa dal nulla nella sua stanza. Quasi mi venne da ridere nell'accorgermi che il mio protetto aveva lo stesso carattere del ragazzo che mi aveva appena lasciata.
«Mi chiamo Azalee. Non voglio farti del male, lo giuro, e non potrei nemmeno volendo» iniziai, mostrandogli a mia volta le mani nude.
Gli spiegai tutto senza mai muovermi dall'angolo in cui ero relegata: chi ero, come ero arrivata lì, qual era il mio scopo e quali i miei desideri. Lui restò ad ascoltarmi fino alla fine, senza mai interrompermi, inginocchiato davanti a me come per studiarmi da vicino.
«Cioè vuoi restare con me solo perché io ne ho bisogno?» si stupì. I suoi occhi color terra guizzavano tra le mie ali e il mio viso.
«Lo vorrei, se tu mi accetti».
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My Archangel
FantasyIn un mondo parallelo al nostro, simile ad un paradiso terrestre, vivono angeli dalle candide ali molto più simili agli esseri umani di quanto potremmo immaginare. Ogni angelo trascorre la sua vita in tranquillità, attendendo con ansia di poter inc...