50 - Sotto false spoglie

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Qualche tempo dopo, forse un paio di mesi, Uriel mi comunicò che saremmo dovuti andare nel mondo umano per un periodo di tempo piuttosto lungo, e che di conseguenza era arrivato il momento di creare la mia prima identità falsa.

Mi spiegò tutto mentre eravamo seduti ai margini di un lago, durante uno dei nostri piccoli viaggi insieme. Uriel era tornato dall'Est da poco perchè aveva avuto bisogno del suo mentore per comprendere a fondo questa situazione, che si stava rivelando molto più criptica e delicata del solito.

«C'è una ragazza umana che sta per diventare mia protetta» iniziò, intrecciando le mani sotto il mento con aria preoccupata. «Si chiama Claire, ha subito delle violenze fisiche da chi si prendeva cura di lei e solo ieri ha trovato il coraggio di andarsene per la sua strada. Non so nulla di questo suo parente, a parte che era tutto il suo mondo e che ora non è più con lei. Nel momento in cui Claire si fermerà a riflettere si sentirà addosso tutta la solitudine in cui si trova, e a quel punto arriverà Amber».

«Il suo angelo» proseguii per lui.

«Esattamente. L'ho osservata da lontano, è uno scricciolo».

«E questo ti preoccupa?».

«Purtroppo sì. Raphael ha visto che in futuro la sua protetta avrà con lei delle reazioni aggressive a causa di ciò che ha subito in passato. Per un angelo fragile come Amber è molto pericoloso, non avrebbe nessuno a cui chiedere aiuto e di certo non potrebbe mai fuggire dalla sua protetta».

Povera ragazza, che brutta situazione. Se Chris avesse mai tentato di farmi del male... non riuscivo nemmeno a pensarci.

«E come puoi aiutarla?» mi preoccupai.

«Facendo qualcosa di molto simile a ciò che ho fatto con Sarah. C'è una casa in affitto vicino alla loro nella quale possiamo andare a vivere. Da lì cercherò di entrare in confidenza con Claire allo scopo di lavorare sulle sue reazioni aggressive, assicurandomi al contempo che Amber stia bene. Spero solo di non dovermi mai mostrare con la mia vera forma, sarà una cosa lunga e per Amber sarebbe troppo stressante sapere che sono costantemente lì per lei».

«Già...». Non potevo di certo dargli torto.

«Dimmi la verità, Azalee. Ti senti pronta per un passo così grande?».

Mi sfiorò il viso per costringermi a guardarlo. Evidentemente la preoccupazione che gli vedevo in viso non era solo per Amber, eppure ormai era chiaro che avevo scelto di vivere accanto a lui. A prescindere dalle condizioni.

«Certo che sì. Ma prima di partire posso andare a salutare Miriam e gli altri? Non voglio farli preoccupare sparendo nel nulla».

«Naturalmente. Nel frattempo mi occuperò dei preparativi per stabilirci nel mondo umano. Dovremo iniziare domani stesso».

«D'accordo».

Nel giro di pochi minuti ci trasferimmo nel nostro bosco. Lo lasciai andare e passai tutto il giorno accanto a Miriam e gli altri, anche se naturalmente non potei dire loro nulla più che di un indefinito viaggio dalla durata imprevista. Sembravano tutti a disagio mentre gli parlavo delle mie intenzioni, ma ormai mi stavo abituando a quel genere di sguardi e non ci stetti male come credevo, nemmeno quando li salutai per andare via.

Partimmo in meno di ventiquattro ore. Il mio mondo mi sarebbe mancato di sicuro, ma mi scoprii anche entusiasta di partire insieme ad Uriel.

In un istante ci ritrovammo in una piccola viuzza deserta, costeggiata ai lati da alberi alti e robusti. Gli eventi si stavano susseguendo così velocemente che per qualche secondo mi sembrò che tutto ciò non fosse reale, e restai a fissare quel luogo sconosciuto con un leggero giramento di testa.

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