Raccontai al nostro gruppo il mio Viaggio per prima, poi Abel integrò la mia storia con la sua, parlando del nostro incontro e di tutto ciò che io avevo omesso per non aprire troppe questioni contemporaneamente. Con il cuore in mano, raccontò loro di Sarah e dei sentimenti che avevano stravolto la loro vita. Restarono tutti attoniti quando Abel descrisse loro lo straziante addio per mano del suo più caro amico, e li scioccò letteralmente quando gli spiegò del piccolo miracolo che Uriel avrebbe compiuto per lui.
Erano indubbiamente sbalorditi, ma nessuno sembrò giudicare male Abel per dei sentimenti così atipici. Piuttosto - anche se tentavano di non farmelo notare - guardavano me con compassione, e io me ne vergognavo molto. Loro non sapevano nemmeno che Abel ed io ci eravamo già lasciati prima del Viaggio, ai loro occhi lui mi aveva sempre desiderata, anche quando io pensavo ancora ad Uriel, ma ora... mi stava abbandonando per la mia stessa protetta. Prima Uriel e adesso lui. Chissà che cosa c'era, in me, che mi rendeva così poco desiderabile.
Cercai conforto nello sguardo della mia migliore amica, che trovai lucido di pianto. Miriam sapeva dei sacrifici con cui ero riuscita a donare il mio cuore ad Abel dopo l'abbandono di Uriel ed era l'unica a sapere che mi aveva già lasciata in passato, eppure non aveva mai dubitato del fatto che sarei riuscita a riconquistarlo, convinta quanto Uriel che Abel ed io fossimo anime gemelle.
Anche Megan piangeva. Non credevo che avrei mai potuto vedere in quello stato una ragazza orgogliosa come lei... Non sapevo se provasse ancora dei sentimenti per Abel dopo tutto quel tempo, ma sicuramente doveva volergli un bene incredibile e pensarlo nel modo umano per sempre doveva farla stare molto male.
Abel, invece, adesso trasmetteva solo entusiasmo, mentre si soffermava sul come e il perché della trasformazione in essere umano. Insisteva molto sul fatto che io fossi necessaria per la riuscita del piano di Uriel, lasciandomi supporre che stesse cercando di sottolineare la distanza che si era creata tra il nostro arcangelo e me, magari per permettermi di tornare a vivere stabilmente con i nostri amici senza che mi temessero. Io non sarei mai potuta tornare con loro senza di Abel, o la sua assenza mi sarebbe sembrata ancora più assordante, ma mi andava bene se lui lo credeva. Si sarebbe preoccupato molto meno piuttosto che sapendomi a vagare per l'Ovest da sola. Una bugia a fin di bene mi dissi, mentre salutavamo i nostri amici con l'ennesimo falso sorriso. In un certo senso, anche io gli stavo dicendo addio per sempre insieme ad Abel.
*
«State bene?».
Al nostro ritorno Uriel si dimostrò di nuovo in pensiero per noi. Incapace di mentirgli, restai in silenzio a perdermi nel suo sguardo chiaro, provando istintivamente lo stupido desiderio di rifugiarmi tra le sue grandi braccia.
Sciocca, sono solo frasi di circostanza mi rimproverai mentalmente, ma sapevo di non poterci fare nulla. Uriel aveva inevitabilmente ripreso ad esercitare su di me quell'attrazione irrazionale che avevo provato molto tempo prima. Mi era bastata qualche sua piccola attenzione.
«E' andato tutto bene» gli diceva intanto Abel, «Grazie ad Azalee».
Grazie a me?
«...Ha detto le cose giuste al momento giusto, gli altri pendevano dalle sue labbra».
Alzai lo sguardo su di lui, rossa di imbarazzo. «Ma che dici? Hai fatto tutto tu!».
«Non è vero, senza di te non avrei saputo nemmeno da dove cominciare».
Non mi lasciò nemmeno rispondere per riprendere a raccontare, ripetendo ogni tanto che "era tutto merito mio". Che imbarazzo, perché lo faceva?
Restai per qualche minuto a fissare l'erba, chiedendomi se era meglio bloccarlo o concludere la questione col silenzio... fino a che non mi sentii sfiorare il viso.
STAI LEGGENDO
My Archangel
FantasyIn un mondo parallelo al nostro, simile ad un paradiso terrestre, vivono angeli dalle candide ali molto più simili agli esseri umani di quanto potremmo immaginare. Ogni angelo trascorre la sua vita in tranquillità, attendendo con ansia di poter inc...