Scusate, ho fatto un casino :( sabato scorso ho pubblicato per sbaglio e tolto subito il capitolo che poi ho ripubblicato il giorno successivo come da programma, solo che a voi sono rimaste entrambe le notifiche, e il fatto che la prima dicesse "caricamento non riuscito" può avervi fatto fare confusione. Perciò, prima di iniziare questo capitolo assicuratevi di aver letto quello precedente. Scusate ancora e buona lettura :). Se a fine capitolo mi considererete una persona sentimentalmente contorta.... non potrò che darvi ragione XD ma spero che si capisca ugualmente quello che spiega Azalee sui suoi sentimenti.
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Ero stata un'irresponsabile ad allontanarmi da Uriel in quelle condizioni, me ne rendevo conto. Eppure, mentre l'umano che non conoscevo mi trascinava attraverso la folla, non avevo paura: sapevo che il mio arcangelo mi avrebbe aiutata, e infatti lo trovai accanto a me in un baleno, a sostenermi con le sue braccia forti proprio mentre rischiavo di crollare a terra. Guardò così male quel ragazzo che lui mi lasciò andare immediatamente, dileguandosi nella folla con qualche impacciata parola di scuse.
D'istinto mi aggrappai ad Uriel per sostenermi e ringraziarlo, ma trovai sul suo viso un'espressione tesa che mi fece sentire terribilmente in colpa. Che mi era saltato in mente?
«Scusami, Uriel, io...».
Non mi fece nemmeno finire. «Andiamo, ti porto via».
Mi sentii di nuovo in forze non appena ci allontanammo dalla calca, ma mi ripresi del tutto solo quando, nel retro del locale, Uriel mi fece trasformare di nuovo. Non parlava più, e io non capivo se l'avevo fatto arrabbiare o se, peggio, lo avessi deluso con la mia irresponsabilità.
«Sto bene, è stato solo un momento di stanchezza» tentai di sminuire.
«Per oggi basta così, torniamo indietro».
Prese la mia mano e in un istante mi ritrovai con lui nel nostro mondo, dove restai chinata a tossire a causa del trasferimento per almeno un paio di minuti. Odiavo la debolezza del mio corpo... per riuscire a stare anche solo seduta, dovetti appoggiarmi con la schiena alle nostre rocce.
«Mi dispiace, sono stata una stupida. Non accadrà più» mi scusai mentre Uriel si inginocchiava di fronte a me.
Ero mortificata, ma mai quanto lui. Nei suoi occhi dorati non vi era alcun segno di rabbia o delusione, solo molta preoccupazione per me.
«Ti sbagli, Azalee, accadrà ancora. Nel mondo umano ci saranno sempre pericoli di questo genere».
«Imparerò ad evitarli» mi intestardii.
«Non puoi evitarli, e non posso nemmeno io. Oggi non è accaduto nulla di grave, certo, ma se starai con me rischierai molto più di questo. Potresti ferirti, sentirti in trappola e perfino essere costretta a fare cose che non avresti mai voluto. Non ho abbastanza esperienza per portarti con me senza commettere errori».
Lasciò che la sua fronte si appoggiasse alla mia, facendomi percepire tutta la sua preoccupazione per me. Evidentemente, quell'episodio lo aveva scosso molto più di quanto credessi.
«Stare con me è troppo difficile. Prima o poi dovrai accettarlo» mi sussurrò. Ma io non avevo alcuna intenzione di arrendermi.
«Ti sbagli» mi ostinai, usando un tono che non avrei dovuto permettermi. «Sono perfettamente in grado di affrontare queste cose, non ho paura! Questa è la vita che ho scelto e non cambierò idea, tutto ciò di cui ho bisogno sei tu!».
Mi resi conto troppo tardi di aver esagerato. Anche se Uriel non lo mostrava, sentire la mia paura nella libreria lo aveva spaventato molto; non per la situazione in sé, ma per la prospettiva di darmi un futuro pieno di quelle brutte esperienze. In quello stato di incertezza, le mie parole gli sembrarono troppo inflessibili e arroganti, così reagì in un modo che non mi sarei mai aspettata: prese entrambe le mie mani tra le sue senza più lasciarle andare e, mentre io ero intrappolata tra lui e la roccia, si sporse in avanti avvicinando il suo viso al mio. Le sue labbra... sentii mancarmi un battito quando capii che volevano raggiungere le mie. Arrivarono quasi a sfiorarmi... trovai la forza di voltarmi solo all'ultimo secondo.
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My Archangel
FantasyIn un mondo parallelo al nostro, simile ad un paradiso terrestre, vivono angeli dalle candide ali molto più simili agli esseri umani di quanto potremmo immaginare. Ogni angelo trascorre la sua vita in tranquillità, attendendo con ansia di poter inc...