18) Pace

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* Attenzione, attenzione: capitolo a sfondo sessuale (e forse non solo a sfondo ahahahah) *

Kayra's POV

Erano stati tre giorni molto intensi. Io e Fabrizio eravamo rimasti praticamente sempre in ospedale, al capezzale di Pietro e, ovviamente, non avevamo avuto modo di restare soli praticamente quasi mai. I contatti tra noi, si erano limitati a qualche sporadico bacio.

Quel pomeriggio, finalmente, potemmo riportare il piccolo a casa. Il dottore ci aveva raccomandato massimo riposo per almeno quindici giorni, nonché una dieta ferrea per il mese successivo.

Jennifer non era con noi. In effetti, la mia migliore amica era scomparsa dalla mia vista da quando avevano dimesso Pietro.

Sistemammo il piccolo nella camera degli ospiti, che era libera data l'assenza di Jen, e ci lasciammo cadere esausti sul divano del salotto.

- 'Sta casa è troppo piccola... - borbottò Fabrizio - ... nun ce manco 'na camera pe' er bambino...

- Vuoi cercarne un'altra? - gli chiesi, facendogli appoggiare la testa sulle mie gambe ed iniziando ad accarezzargli i capelli per farlo rilassare un po' - Io sono affezionata a questo posto... e poi, Jen non resterà qui per sempre, no? E, a quel punto, Pietro potrà prendersi la sua camera... oppure, potremo aggiungere un letto nella stanza di Anita e Libero...

Fabrizio alzò lo sguardo su di me: - Dici che se po' fa'? Perché se te piace qua, allora nun annamo da nessuna parte... - mi strinse il braccio - ... ma se stasera ordinamo 'a cena? - mi chiese, soffocando uno sbadiglio - Però nun lo dovemo di' a Pietro, che sennò ce resta male, visto che nun se po' magna' nulla...

- Pizza? - gli chiesi, continuando a muovere le mani tra i suoi capelli.

Lui annuì, sospirando, e io feci per alzarmi.

- No, nun te move, ce vado io a telefona'... - disse, per poi cambiare completamente espressione - ... dopo... - aggiunse allusivo.

Avvampai, capendo cos'aveva in mente: - Fabrì... - sussurrai piano, un secondo prima che lui si alzasse di scatto, facendomi sdraiare sul divano e mettendosi sopra di me.

Mi baciò, lentamente. Sospirai nella sua bocca, mentre le nostre lingue si rincorrevano.

- 'Sto coso nun ce regge... - si lamentò lui, alzandosi e sollevandomi di peso - ... e poi, nun c'è abbastanza spazio...

- Spazio per cosa? - gli chiesi, mordendomi maliziosamente un labbro.

- 'O sai pe' cosa... nun inizia' a provocarme, che stasera nun so come va a fini'... - iniziò a camminare verso la camera da letto con me in braccio - ... più de venti giorni, ahò, sto a scapoccia' completamente!

Aprì la porta con un calcio, richiudendola nello stesso modo, continuando a muoversi verso il letto. Si sedette sul bordo, riprendendo a baciarmi, con più passione di prima. Portai le mani tra i suoi capelli, tirandoli leggermente e sentendolo mugolare contro le mie labbra.

- Mo' basta gioca'... - mi spinse sul letto, iniziando a spogliarmi - ... sto a perde 'a ragione! - si fermò un momento a guardarmi - Sei troppo bella, Kayré... li mortacci tua, nun sai che te farei!

Scoppiai a ridere, poi mi ricordai una cosa e lo guardai con aria interrogativa: - Fabrì, me lo spieghi cosa significa "me stai a rota"? - gli chiesi, ricordandomi la frase che mi aveva detto qualche giorno prima nel bagno dell'ospedale.

Lui mi lasciò un bacio sulla punta del naso: - Se dice de 'na persona molto eccitata... n'quer senso... - mi appoggiò una mano sul seno, stringendo leggermente e facendomi sussultare - ... pe' dirte... io, adesso, te sto a rota da mori'!

Fammi tremare l'anima. Di nuovo {Completa, leggete il sequel}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora