53) Sei popo 'a donna da vita mia

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* Attenzione, scene ad alto tasso erotico *

Kayra' s POV

Restammo in studio per ore, a provare e riprovare. Cantai anche le canzoni che avevo scelto, accompagnata dai musicisti di Fabrizio.

Per pranzo, Andrea e Danilo andarono a prendere delle pizze e mangiammo lì.

Claudio e Fabrizio uscirono sulla terrazza a fumare e, quando tornarono, Claudio si comportò gentilmente, smettendo di guardarmi le gambe. Guardai sorpresa Fabrizio, lui si limitò a sorridere e a farmi l'occhiolino, sembrava sereno e rilassato.

Si fece sera, e i ragazzi iniziarono ad andare via, rimasero solo Roberto e Claudio. Il primo iniziò a parlare con Fabrizio, mentre il maestro mi prese da parte.

- Te chiedo scusa... - iniziò, mentre io lo guardavo dubbiosa - ... nun te volevo mette in imbarazzo... è solo che Fabrizio ha sofferto molto e...

- Io non sono come Giada, sai? - sputai un po' arrabbiata.

- Sì, beh... - sembrava un po' a disagio - ... me ne so' accorto... volevo soltanto...

Fabrizio smise di parlare con Roberto e si avvicinò, mettendomi le mani attorno ai fianchi e stringendomi dolcemente a sé: - Tutto bene qui?

Claudio annuì: - Me stavo solo scusando pe' prima... me dispiace, ma...

Fabrizio fece spallucce: - Apprezzo 'e tue buone intenzioni, ma nun mette mai più n'imbarazzo 'a donna mia, me so' spiegato bene, a Claudiè?

Lui annuì con decisione e mi porse la mano con fare educato e rispettoso: - Amici?

Ricambiai la stretta con cautela, mentre Fabrizio mi stringeva un po' più forte: - Mo' nun t'allarga'! - lo ammonì, ma sorrideva.

Roberto e Claudio raccolsero le loro cose, ci salutarono e andarono via. Io e Fabrizio restammo soli. Sospirai, lasciandomi cadere sul divanetto.

Fabrizio mi raggiunse ad ampie falcate: - Arzate n'attimo, stellì. - disse, prendendomi la mano.

Lo guardai confusa, alzandomi in piedi. Lui mi rivolse un sorrisino furbo e si sedette, battendo la mano sulle sue ginocchia: - Mo' siedite qui, piccolé... - feci per sedermi, ma lui scosse la testa - ... siedite bene... - non capivo esattamente cosa volesse dire. Lui sorrise ancora, prendendomi per i fianchi e tirandomi contro di lui - ... apri 'e gambe, stellì, mettite a cavarcioni su de me... te vojo senti' bene...

Avvampai, aprendo le gambe e mettendomi in braccio a lui. Mi circondò i fianchi con le braccia, scendendo con le mani fino al mio fondoschiena e stringendo. Mi prese per la nuca, baciandomi appassionatamente sulla bocca.

- Qui? - balbettai, ero già senza fiato.

- Qui. - replicò con troppa calma - Ma nun tutto. Nun c'è abbastanza spazio, e nun staresti comoda... famo giusto quarcosina, piccolé, perché sto a diventa' matto, sa'? Guardo quer tuo corpicino da ore, sto a scappoccia', li mortacci tua!

Mi baciò ancora, con più urgenza questa volta, ed io ricambiai, iniziando a strusciarmi contro lui, sentendo la sua eccitazione crescere.

Si alzò, e mi mise giù con delicatezza: - Sdraite, stellì... - disse con voce roca.

Obbedii, e lui mi fu sopra in pochi secondi, baciandomi prima sulle labbra e poi sul collo.

Mi sollevò il vestitino, togliendomi velocemente gli slip: - Questi nun te servono! - ringhiò, lanciandoli a terra.

Si leccò le labbra diverse volte, facendomi venire la pelle d'oca. Sapevo quello che mi avrebbe fatto, e non vedevo l'ora che lo facesse. Sospirai.

Mi fece aprire le gambe e iniziò a penetrarmi con due dita, lentamente, mentre i miei sospiri diventavano gemiti di piacere.

Fammi tremare l'anima. Di nuovo {Completa, leggete il sequel}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora