19) La felicità

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Kayra's POV

La tensione mi stava divorando. Dopo aver fatto una doccia ed essermi truccata leggermente, mi ero sistemata i capelli, e avevo iniziato ad andare avanti e indietro dall'ingresso alla cucina.

- Stellì, me stai a fa veni' er mal de mare! Te voi ferma' n'attimo?

Mi bloccai nel bel mezzo del salotto, guardandolo di traverso: - Non sei mica tu quello che deve conoscere i suoi futuri... - la parola "suoceri" mi rimase incastrata in gola.

Fabrizio mi venne incontro, coprendo la distanza che ci separava a grandi falcate, e mi porse una sigaretta: - Mo' tu te rilassi e te vai a fuma' questa! - disse con decisione, mettendomi la sigaretta tra le labbra.

- Pietro! - stavo praticamente urlando - Pietro ha bisogno di essere sistemato!

Fabrizio sollevò un sopracciglio, guardandomi con aria interrogativa: - Sistemato de che, che sta a dormi' come n'angelo?

Sbuffai: - I capelli... devo pettinarlo! E devo vestirlo bene! E devo...

- Vatte a fuma' 'sta sigaretta, Kayré, che ce n'hai bisogno! A Pietro ce penso io!

- Sicuro?

Lui annuì, lasciandomi un bacio sul naso. Non sembrò bastargli, quindi mi prese per il mento, avvicinandomi a sé e baciandomi sulla bocca, a lungo e lentamente. Sentii le gambe diventare di gelatina.

Si staccò da me, rivolgendomi uno dei suoi sorrisetti: - Vatte a fuma' 'sta sigaretta e vedi de rilassarte n'po'!

- Preferisco quando mi fai rilassare a modo tuo... - sussurrai, per poi avvampare.

Davvero gli avevo detto così?

Il suo sorriso si allargò: - Mo' stanno arrivando i miei e nun c'è tempo, stellì... - ridacchiò - ... ma te prometto 'na cosa: quanno se ne vanno, noi due riprennemo er discorso de prima...

Deglutii a vuoto, annuendo e dirigendomi verso il balcone della cucina. Uscii fuori, sorridendo come un'ebete per quello che mi aveva detto, e mi accesi finalmente la sigaretta, prendendo una boccata profonda e rilasciando il fumo lentamente.

Sospirai, cercando di frenare l'agitazione. E se non gli fossi piaciuta? E se mi avessero detto che ero troppo piccola per stare con loro figlio? E se, molto semplicemente, non mi avessero sopportata?

- Tu devi esse Kayra!

Feci un salto all'indietro, strozzandomi col fumo della sigaretta.

- Signora... signora Mobrici! - tossicchiai, sentendo il cuore che mi esplodeva nel petto.

Lei mi venne incontro sorridendo: - Rita, te prego! Nun me fa senti' vecchia!

Annuii, porgendole la mano. Lei la ignorò completamente, avvicinandosi e stringendomi in un forte abbraccio. Mi scostò da sé, guardandomi con attenzione.

- Mio figlio ha sempre avuto ottimi gusti n'fatto de donne... ma co' te s'è proprio superato, cara! - esclamò, sorridendomi ancora - Tra te e lui, il bambino sarà n'bambolotto!

- Non l'ha ancora visto, signora Mob... ehm, Rita? - le chiesi sorpresa.

Lei scosse la testa, accendendosi una sigaretta: - Me devi da' der tu...

- Va bene... - replicai un po' titubante - ... non l'hai ancora visto?

- No, volevo vede' prima te, cara... Fabrizio m'ha detto ch'eri agitata... nun te de devi preoccupa' de niente, noi semo gente semplice, gente de borgata... nun avemo pretese... tutto quello che me 'nteressa, è che mio figlio sia felice... e poi, c'ha parlato così tanto de te, negli urtimi du anni, che praticamente era come se te conoscessimo già...

Fammi tremare l'anima. Di nuovo {Completa, leggete il sequel}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora