58) Non si può tornare indietro

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Kayra's POV

Il dottore mi fece stendere su un lettino e, compresa la mia fobia per gli aghi, mi fece voltare dall'altra parte, mentre prendeva il laccio emostatico e mi stringeva il braccio.

Mi morsi le labbra per non urlare, quando l'ago penetrò nella vena sporgente del mio braccio, ripetendomi che lo stavo facendo per una buona causa.

Una buona causa? Un'ottima causa, altroché!

Lo stavo facendo per amore, cosa poteva esserci di più forte, di più vero?

Dopo un paio di minuti, però, la testa prese a girarmi velocemente e iniziai a vedere sfocato.

- Dottore... - biascicai a fatica, rendendomi contro che stavo per perdere i sensi - ... dottore, io...

Lui mi guardò preoccupato: - Si sente male, signorina?

- Io... - ingoiai a fatica un groppo di saliva che minacciava di farmi strozzare - ... io sono incinta... - balbettai a fatica, sentendo le palpebre farsi pesanti.

- Lei è cosa? Oh, cielo! - lo sentii imprecare, mentre scivolavo, lentamente ma inesorabilmente, nell'oscurità più totale.

- E'... è un problema? - riuscii ancora a dire.

- Un problema? Un problema, dice lei? - il medico aveva alzato la voce di parecchie ottave - Accidenti, signorina! Avrebbe dovuto dirmelo subito, ed io non le avrei prelevato tutto questo...

Non sentii le sue ultime parole.

Non sentii più nulla.

Scivolai nell'oscurità, nel nulla più assoluto.

L'ultima cosa che vidi, con gli occhi della mente, fu il bel viso di Fabrizio, stravolto dalla rabbia e dalla preoccupazione.

***

Fabrizio's POV

- Aspetti n'attimo, io nun la sto seguendo più...

Il dottore sospirò: - La sua compagna è incinta, signor Mobrici... e, nelle sue condizioni, non avrebbe proprio dovuto fare un così abbondante prelievo di sangue!

- Questo cosa... che cosa comporta? - ero fuori di me.

- Ecco, al momento ha perso i sensi e...

- Che cosa? - alzai la voce di parecchie ottave - Dov'è? Lei dov'è? - stavo praticamente gridando così forte, da svegliare mezzo ospedale.

- Si calmi, la prego! Così sveglierà tutti i pazienti e...

- Nun me ne po' frega' de meno!

- Allora, le interessa se le dico che agitarsi le fa male, nelle sue condizioni?

Mi passai nervosamente una mano tra i capelli: - Ne avemo perso uno già, pure questo no... - parlavo a bassa voce adesso, tra me e me, ma poi alzai nuovamente la voce: - ... me dica che nun lo perderà... me dica che...

- Il bambino, per il momento, sta bene... ma è stato in serio pericolo, questo devo dirglielo...

- Piccola 'ncosciente! - sibilai tra i denti, furioso - E lei? Lei come sta?

Il dottore scosse la testa: - Non si sveglia...

- Che cazzo significa che nun se sveja? Eh? Che vor di'?

- Dobbiamo aspettare e...

- Aspettare 'sto grandissimo cazzo! - esplosi - Me 'a faccia vede' subito!

- Lei non dovrebbe alzarsi...

Non lo ascoltai, mi strappai di dosso la flebo e tutti quei maledetti tubicini che mi tenevano relegato al letto e mi alzai, mentre dal mio braccio sinistro stillava copiosamente il sangue.

Fammi tremare l'anima. Di nuovo {Completa, leggete il sequel}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora