34) Lacrime, dichiarazioni e minacce

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Kayra's POV

Il viaggio verso Formello, fu una vera tragedia.

Se il buongiorno si vedeva dal mattino, allora stava per nevicare sul Sahara, poco ma sicuro.

Provai a fare un po' di conversazione, inutilmente. Mio padre, si era trincerato in un mutismo ingiustificato. Quanto a mia madre, ogni tanto diceva qualche frase di circostanza, sul tempo o su quanto fosse bella Roma, ma poi niente.

Guardai disperata Fabrizio al volante. Lo stringeva così forte, da farsi sbiancare le nocche. Appoggiai una mano sulla sua, che stava sulla leva del cambio, e lui ricambiò la stretta non senza rivolgermi un'occhiata sorpresa, per poi intrecciare le sue dita alle mie.

Con quel gesto, volevo trasmettergli un po' di forza, un po' di sicurezza. Stavo cercando di dirgli che, qualsiasi cosa avessero pensato i miei genitori, non mi avrebbero mai fatto cambiare idea su di lui, su di noi. 

Io amavo Fabrizio. Lo amavo da morire, e niente e nessuno avrebbero potuto cambiare questo. 

I miei genitori erano liberi di pensare quello che volevano, ma io non avrei dato retta alle loro stupide paturnie.

Noi due eravamo felici insieme, aldilà della differenza d'età. Certo, ventun'anni non erano pochi, ma di fronte a un amore così grande, non erano nulla.

Fabrizio parcheggiò nello spiazzale davanti casa, scendendo dalla macchina per venire ad aprirmi lo sportello. Fece lo stesso anche con mia madre, che gli rivolse un mezzo sorriso. Poi, fece per prendere i bagagli dei miei dal cofano dell'auto, ma mio padre lo aveva preceduto, e se li stava trascinando tutti con sé, testardamente, per impedire a Fabrizio di aiutarlo.

Mi avvicinai a lui, mentre mia madre riusciva a prendere una delle sue valigie. Ne avevano tre in tutto.

- Non sono così terribili, di solito... - iniziai mortificata - ... mi dispiace veramente, soprattutto per mio padre, Brì... pensavo che avrebbe avuto un atteggiamento differente... sai, un po' più morbido, ecco...

Lui mi rivolse un sorriso mesto, facendo spallucce: - Riuscirò a conquistarme 'a fiducia sua, stellì... in un modo o nell'artro, ce riuscirò... te fidi de me?

Annuii con decisione: - Ovviamente, Brì, altrimenti non sarei qua...

Lui si avvicinò a me di qualche passo: - Te posso abbraccia', o pensi che se scandalizzano? - mi domandò, tenendo le mani in tasca.

- Oh, chi se ne frega! - esclamai, coprendo la poca distanza che ci separava, e dandogli un bacio sulla bocca.

Lui rimase un po' sorpreso, inizialmente, ma poi ricambiò, senza tuttavia approfondire il bacio. Stavo per farlo io, esasperata dalla situazione e specialmente dal comportamento assurdamente ostile di mio padre, quando sentii proprio lui che tossiva in maniera assolutamente finta.

Mi staccai da Fabrizio e lo guardai: era fermo in piedi davanti alla porta di casa, con una valigia in ogni mano, e ci guardava infastidito. Dietro di lui, mia madre appariva a disagio e si sforzava di sorridere, ma tutto quello che ne veniva fuori era una smorfia buffa.

Fabrizio tirò fuori le chiavi di casa dalla tasca dei jeans e si avviò verso di loro, tenendomi comunque per mano. Aprì velocemente la porta, scostandosi per permettere loro di passare.

Mi guardò: - Va', stellì, entra! - disse, spingendomi leggermente dentro.

Io rimasi ferma dov'ero: - Sto impazzendo, Fabrì! Ho bisogno di fumare...

Mi guardò dubbioso: - Loro sanno che tu...?

- Sì, sì... fumano anche loro, se vuoi saperlo... ti dispiace se resto qui per qualche minuto?

Fammi tremare l'anima. Di nuovo {Completa, leggete il sequel}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora