21) Rose, pettegolezzi e sparizioni improvvise

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Kayra's POV

Quando mi svegliai, era ormai tarda mattinata. Ma d'altronde, io e Fabrizio eravamo andati avanti per tutta la notte e, quando mi ero addormentata, alle prime luci dell'alba, ero sfinita.

Il letto accanto a me, era vuoto e freddo. Mi tirai su mugugnando, e notai un vassoio sul comodino. Sopra c'erano tre rose rosse, una tazza ancora tiepida di caffè e un cornetto alla nutella. Inoltre, un foglio di carta ripiegato in quattro parti col mio nome sopra, attirò la mia attenzione. Lo presi, aprendolo piano.

Una rosa per ogni volta che abbiamo fatto l'amore.

Sei perfetta, ti amo.

PS sono in studio, torno questo pomeriggio.

Tuo, Fabrizio

Rimasi a fissare quel foglietto come inebetita, ridendo come una deficiente. Feci colazione con calma, per poi andare in bagno a fare una doccia. Infine, mi diressi in cucina, trovando Jen con Pietro in braccio.

- Qualcuno qui fa le ore piccole... - iniziò lei maliziosa - ... e si da molto da fare, a quanto vedo...

Avvampai, avvicinandomi e prendendo il piccolo in braccio: - Jen... non davanti a Pietro... ti prego!

- Ma questo piccolino lo deve sapere che il suo papà ha sfinito la sua mamma!

Pietro mi guardò, mettendosi il pollice in bocca: - Mami, che vuol die tinito? 

- Ehm... - farfugliai, presa alla sprovvista.

- Che tuo padre non conosce limiti... e ha distrutto la tua povera mamma!

- Jen, vuoi finirla per favore?

- Mami... - Pietro sembrava perplesso - ... papi ti ha fatto brutte coe? No tai bene?

Jen rise, gettando indietro i capelli biondi, perfetti anche quand'era appena sveglia: - No, tesoro... tuo padre non ha fatto niente di brutto alla mamma... anzi... - continuò imperterrita - ... e no, non le ha fatto male... tutto il contrario, direi...

Recuperai una tovaglia dal cassetto e la lanciai in faccia alla mia migliore amica, che la prese al volo, senza smettere di ridere.

- Jen... lo puoi tenere per un po', per favore? - le chiesi, accendendomi una sigaretta e andando verso il balcone per buttare fuori il fumo - Ho intenzione di andare alla Warner... alla sede di Roma... dobbiamo parlare della possibilità di incidere altre canzoni... magari un album...

Lei annuì: - Non vuoi che ti accompagni, tesoro?

- Ma no, tranquilla... e poi, deve venire la donna delle pulizie...

- Ma avrà le chiavi, no?

- Senti... ho intenzione di fare una sorpresa a Fabrizio... voglio presentarmi in studio...

- Ah, beh... se la metti così... - mi guardò con intenzione, mentre io tornavo in camera per vestirmi - ... divertiti eh, mi raccomando!

Le alzai il dito medio, tanto Pietro non avrebbe capito comunque. 

Mezz'ora dopo ero pronta. Mi guardai a lungo davanti allo specchio dell'armadio. 

Nonostante fosse quasi ottobre, a Roma faceva ancora un caldo cane, per cui avevo deciso di mettere un pantaloncino rosso e una canotta nera. Raccolsi i capelli in una lunga treccia, legata con un nastro rosso, indossai un paio di sandali neri con un minimo di tacco, ma abbastanza comodi. Recuperai al volo una borsa capiente, ovviamente nera, mettendoci dentro le mie cose e, dopo aver salutato Jen e Pietro, uscii, trovando fuori il taxi che Jen aveva chiamato per me.

Fammi tremare l'anima. Di nuovo {Completa, leggete il sequel}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora