•01 Quello strano inizio

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Tutte le mamme desiderano la felicità dei propri figli e tutte cercano di spingerli verso il vero amore.
Tutte, tranne la mia.

<<Tesoro, il sole è quasi alto nel cielo ed è ora di prepararti per il tuo primo giorno di scuola>> disse la donna, spalancando la finestra della mia camera.
Riuscii ad emettere solo dei mugugni infastiditi, aprendo leggermente gli occhi e richiudendoli subito dopo a causa della luce che invadeva la mia stanza.
Feci un nuovo tentativo per guardare l'ora sulla radiosveglia e mi venne quasi un infarto.
<<Dannazione, sono solo le 5:00 del mattino! Riprovaci tra due ore>> protestai, girandomi dall'altro lato e diventando tutta un fagotto con le coperte.
Coperte che mi vennero tolte di dosso subito dopo da mia madre.
<<La bellezza di una donna non si migliora di certo dormendo e non potrai essere perfetta senza un'accurata preparazione, coraggio in piedi>> disse, saltellando sul mio letto come una bambina delle elementari.
Dopo vari tentativi riuscì a convincermi a mettermi con le gambe a penzoloni dal letto, mentre mi stropicciavo gli occhi ancora irritati dallo sbalzo luminoso improvviso.
<<Vieni di sotto a fare colazione e poi subito in bagno a prepararti. Ti darò una mano io>> disse lei, infilandomi a forza le pantofole.
<<Ma è proprio necessario?>> domandai.
<<Che domande! Certo che è necessario!  Non hai studiato così tanto per ottenere la borsa di studio per la Hollister solo per prendere un diploma prestigioso, ricordati che devi andare lì per accalappiare un ragazzo di buona famiglia. O forse vuoi fare la mia fine?>> chiese lei, concludendo con una mossa tragica.
Alzai gli occhi al cielo e mi defilai da quella situazione, continuando a sbadigliare per il risveglio improvviso.
Mia madre non era una cattiva donna, anzi al contrario mi voleva molto bene ed era una brava persona. Solo che fin da bambina mi aveva impartito l'importanza di trovare un buon marito, per non finire come lei. Sposatasi a 18 anni con un musicista squinternato, ossia mio padre, che stando alle sue parole le aveva lasciato un sacco di debiti dopo la sua morte. Debiti che stava cercando di saldare col suo Maid Cafè.
Era molto motivata. Infatti, allo scopo di farmi raggiungere il mio obiettivo, aveva molto insistito con la mia istruzione, al punto da farmi impegnare e arrivare a vincere una borsa di studio per una prestigiosissima scuola in città. Istituto che accoglieva da anni rampolli provenienti da ogni parte del paese e che aveva scelto di aprire le proprie porte, per la prima volta dopo quasi sessant'anni di fondazione, a cinque studenti con condizioni economiche instabili ed eccellenti risultati scolastici. Uno dei cinque ero proprio io.
Mia madre aveva dato di matto quando aveva scoperto il bando e mi aveva fatto fare immediatamente richiesta.
Non ero d'accordo con le sue paranoie, ma cercavo di assecondarla quel poco necessario per togliermela di torno.
Feci svogliatamente colazione, trangugiando con malavoglia la spremuta e i toast integrali che mi aveva preparato.
"Una donna per essere al meglio deve stare attenta a cosa mangia" era una delle sue regole fondamentali, tanto che in casa potevo mangiare solo quello che passava lei.
<<Che barba>> commentai, mandando giù l'ultimo boccone di quella roba.
Non vedevo l'ora di uscire di casa per andare a fare una colazione decente di nascosto ai suoi occhi.
Appena finito mi trascinò subito in bagno, aiutata dalle sue due collaboratrici più fidate, con cui dividevamo l'affitto e gestivamo il Maid cafè adiacente alla nostra abitazione.
Erano giovani e simpatiche e tutto sommato non mi dispiaceva la loro presenza. Inoltre erano la punta di diamante del locale.
Una, Misty, era un'esperta parrucchiera, mentre l'altra, Yumiko, amava dilettarsi nel trucco. Proprio per quello un'ora dopo mi lasciarono uscire dal bagno perfettamente restaurata, senza cadere troppo nel volgare.
In fondo la scuola dove stavo andando ci teneva molto al decoro.
<<Mi raccomando. Sii puntuale e fammi un resoconto degli studenti, devo sapere tutto>> mi disse mia madre, salutandomi dall'uscio della porta.
<<Come no>> risposi io ironica, attenta a non farmi sentire.
Nella testa solo un pensiero: il delizioso croissant che avrei gustato a breve.

La scuola era esattamente come me l'ero immaginata. Lussuosa e piena di boriosi ragazzi ovunque.
Era una scuola quasi del tutto maschile, visto che difficilmente accettavano donne.
Praticamente l'ideale secondo mia madre.
"Meno concorrenza e più pesci da pescare" ecco cosa aveva affermato.
A pensarci mi veniva ancora da ridere.
<<Buongiorno>> mi disse una voce femminile a me sconosciuta.
Voltandomi mi ritrovai davanti una ragazza di bella presenza, con i capelli scuri e i lineamenti assolutamente perfetti.
<<Mi chiamo Momo Yaoyorozu e mi hanno incaricata di occuparmi dell'accoglienza del primo anno>> mi spiegò lei, fissando il mio fiocco blu.
Ogni anno infatti era caratterizzato da un colore del fiocco diverso, o della cravatta nel caso di ragazzi. Quello del primo anno era blu, quello del secondo rosso e quello del terzo verde.
Anche sul petto della ragazza c'era un fiocco blu, quindi doveva frequentare il mio stesso anno.
Mi affrettai a presentarmi, stringendole la mano che mi stava porgendo.
<<Tutti quelli del primo anno devono recarsi in palestra per il discorso di inaugurazione del preside>> mi spiegò lei, indicandomi la direzione da prendere.
La ringraziai con un leggero inchino e le lasciai campo libero per accogliere altri due nuovi studenti.
Iniziai a seguire esattamente le sue indicazioni, allo scopo di raggiungere una sede distaccata dall'istituto.
Ero quasi all'ingresso quando un uccellino mi volò davanti al viso, spaventandomi leggermente, e mi voltai per seguire la sua traiettoria.
Fu lì che lo vidi.
Capelli rossi e sorriso amichevole sul viso.
Il ragazzo più bello che avessi mai visto era qualche metro davanti a me, mentre chiacchierava con un altro studente, appoggiato contro un albero. Al collo una cravatta blu.
Anche lui mi stava guardando e sentii la mia bocca seccarsi per le forti emozioni.
Mi ridestai solo quando notai di star intralciando il cammino ad altre persone e mi costrinsi a riprendere a camminare, tenendo gli occhi puntati su di lui fino all'ampio uscio.

Nel corso dei minuti che seguirono cercai spesso con lo sguardo la testa rossa del ragazzo in mezzo a quella folla di persone, ma era impossibile distinguerlo tra tutte quelle teste. Non con tutti quei ragazzi che mi sovrastavano in altezza.
Trovai solo mandrie di bellocci che si davano un sacco di arie. Sicuramente il genere di mia madre, ma non il mio.
Notai la ragazza che mi aveva accolta proprio accanto a me e le sorrisi. Lei ricambiò immediatamente.
<<Ci si rivede>> commentai io.
Poi però ricordai che doveva aver conosciuto davvero tantissime persone visto il suo ruolo e scelsi di ripresentarmi.
<<Mi chiamo...>>
<<Mi ricordo il tuo nome>> rispose lei sorridendomi di nuovo.
<<Cosa? Ci saranno dozzine e dozzine di studenti qua dentro. Ricordi i nomi di tutti?>> chiesi sorpresa.
<<No, solo che assomigli molto a una mia vecchia amica e mi sei rimasta impressa>> si affrettò a spiegarmi.
<<Capisco>> risposi vaga.
<<In che sezione sei?>> mi chiese lei.
<<La F. Tu?>>
<<Che fortuna! Siamo nella stessa sezione! Ci sediamo vicine?>>
La sua proposta mi fece piacere, in fondo non conoscevo nessuno in quella scuola e non mi dispiaceva aver già conosciuto qualcuno.
Non credevo alla mia fortuna.
<<Mi farebbe piacere>> le risposi.
Proprio in quel momento il preside fece il suo debutto e iniziò il suo discorso.
Decisi di lasciare per il momento da parte la disperata ricerca del ragazzo, adesso dovevo pensare solo al mio primo giorno.

SALVE
Ci tenevo troppo a scrivere una storia su Kiri.
Ce ne sono troppe poche in giro e lui è troppo puccio.
Farò del mio meglio, promesso.
Bye :3

Rich {Kirishima x Reader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora