Cap.15.5

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{In questo capitolo ci saranno scene smunt/lemon, per chi è sensibile a certe scene consiglio di non leggere. Seconda premessa, qui sarete una studentessa dell'attuale 1-A mentre Aizawa sarà il vostro insegnante. Buona lettura!}

Il cielo in quel momento era particolamente colorato da mille sfumature, potevi ancora intravedere l'azzurro della mattina e il blu della sera, mentre tra di essi vi era l'inconfondibile arcobaleno pieno di colori caldi, come l'arancio che dominava tra di essi, quello spettacolo ti fece quasi dimenticare perché, a quell'ora del tramonto, stavi camminando tra i corridoi della scuola con in mano diversi fogli da consegnare al professor Present Mic, dei passi ti fanno distogliere lo sguardo dalla vetrata, ti giri verso la fonte, ritrovandoti una chioma corvina che non potevi dimenticare camminare anche essa verso la direzione che stavi intraprendendo, i suoi occhi neri, come il cielo quando è privo di stelle, ma così facendo aiuta di più la luna a brillare, incontrano i tuoi e una smorfia si eleva sul suo viso, abbassi lo sguardo verso le tue scarpe, ma lo rialzi quando senti del peso in meno tra le tue mani.

-"Ma profe...", egli si gira, guardandoti in modo quasi glaciale, quello sguardo ti fece venire i brividi, insieme vi incamminate verso la sala professori, dove vi aspetta colui che insegna inglese e che stava aspettando con impazienza quei fogli, appena vi vede subito si alza dal suo posto e ti toglie i fogli dalle mani, ringraziandoti per il tempo sprecato per portarli, sorridi per poi girare i tacchi, non prima aver fatto un unchino come saluto, così facendo inizi ad incaminarti verso la tua classe, dove hai lasciato la borsa, nell'aula insegnanti invece si elevò un sospiro abbastanza frustrato, la bionda chioma del pro hero si gira verso il corvino, che si era seduto dietro alla sua postazione.
-"Ancora quei sogni?", chiede il biondo, il corvino storce il naso per poi coprire il viso con una mano.
-"Non ce la faccio più, perché proprio lei?", chiede mentre si domandava, mentalmente, da quando fosse iniziata tutta questa storia, insomma, era sua allieva non poteva pensare certe cose.
-"Sai che è colpa di quel Villain, ha detto che ha aumentato il tuo interesse verso qualcuno, ma di certo non mi aspettavo che fosse la ragazza più intelligente della sua età.", il corvino guarda male l'amico, che alza semplicemente le mani cercando di non ridere per la sua buffa espressione.
-"Almeno sappiamo quanto dura?"
-"Fino a quando non soddisfi i tuoi bisogni.", sentono dire alle loro spalle, un'altra chioma bionda entra, saluntando i due e aiutando l'amico a compilare i fogli.
-"Cioè mai.", si autoconvince.
-"Questo dipende da te, Shouta."

Arrivata in stanza ti fiondi sul letto e prendi un cuscino, soffochi un urlo nella stoffa di esso mentre cerchi di non fare strani rumori per colpa dei tuoi piedi che non fanno altro che muoversi in modo frenetico sul materasso, aveva una strana ossessione per il tuo professore da quando eri piccola, lo ammiravi, ma pian piano questa amirazione stava prendendo una strana forma, troppo grande per una come te, quando hai scoperto che il, non proprio, famoso Eraser Head ti avrebbe fatto da professore, ovviamente non solo a te, stavi quasi per saltare dalla gioia, il bussare della porta di ferma dalla tua grande forma di gioia, solo perché il professore aveva ricambiato il tuo sguardo, non proprio come ti aspettavi ma lo aveva fatto, e ti aveva aiutato, sfiorando le dita della tua mano.

-"Chi è?", urli, spostando il cuscino dal tuo viso, una voce a te comsociuta ti fece sgranare gli occhi e farti sistemare velocemente il letto disfatto e andar ad aprire.
-"Aizawa-sensei.", apri, quasi di scatto, la porta, guardando con meraviglia ma anche con stranezza l'uomo davanti a te, aveva il solito sguardo annoiato, con un cenno del capo indicò la stanza, ti sposti su un lato, facendolo entrare, chiudi lentamente la porta.
-"Posso fare qualcosa per voi, professore?", chiedi mentre lo vedi avvicinarsi a te e abbasare il viso alla tua altezza, volevi entrare nel muro, le tue guance chiedevano pietà talmente che bruciavano, stringi il tessuto della maglia all'altezza del cuore, batteva troppo, faceva quasi male, schiudi di poco le labbra potra a parlare ma una pressione su di esse ti fecero zittire dall'eventuale frase, sgrani gli occhi, vedi l'uomo appoggiare le braccia ai lati del viso e aumentare la pressione sulle tue labbra mentre metteva una gamba fra le tue, forse per assicurarsi che non scappi, non durò molto in realtà, non ti ha datto neanche il tempo di ricambiare, appena ti vide in quella posizione lo vedi cambiare espressione per poi lasciare con velocità la stanza, lasciandoti con varie domande nella tua mente.

I'm not the Peace (Shota Aizawa x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora