1. Stranger in a Strange Land

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  "Cotidie morimur; cotidie enim demitur aliqua pars vitae" (Seneca)
Ogni giorno moriamo; ogni giorno ci viene tolta una parte della vita.
  

AIDEN

La Brooklyn Tech si stagliava davanti a noi in tutta la sua merdosa imponenza degna della fama che la precedeva. Un altro nuovo insulso anno scolastico stava per avere inizio e la folla immensa e anche un po' scazzata di gente fluiva davanti ai miei occhi come in uno dei più scontati dramma adolescenziali che davano in tv.
Shannon e James continuavano a decantare le doti della mia Mustang nuova di zecca: un gioiellino della meccanica che mi era costato l'esatto ammontare di un'intera stagione di runway in giro per l'Europa.
- Quand'è che me la farai guidare? Avevi detto che avrei guidato io al rientro – Shannon stava facendo letteralmente le fusa con il chiaro intento di smuovere qualcosa in me, mi guardò con i suoi grandi occhi neri e si portò indietro un ciuffo di capelli scuri sfuggito dal resto. Aveva colorato i capelli di nero perché credeva mi piacessero di più. Un'attenzione che avevo trovato patetica.
- Se volessi portarla a demolire la darei a James. Quanto meno le corse in auto fanno guadagnare parecchio –
Il mio amico rise mentre Shannon metteva il broncio – Ah! Come se i soldi fossero un problema per te adesso che fai sfilate in giro per il mondo! Forse inizierai anche a reputarci troppo sfigati per poter uscire con te –
- Quello l'ho sempre pensato, non sarebbe una nuova consapevolezza – Avevo la battuta pronta e questo probabilmente la faceva impazzire perfino più del mio aspetto tutt'altro che trascurabile. Quello e l'aver flirtato con lei di tanto in tanto ... più per gioco che per altro, ma questo doveva esserle sfuggito, pensai.
- Ehi, guardate chi è arrivato! Allora è vero quello che si vociferava – James attirò la nostra attenzione e distolse Shannon dal ribattere con qualcosa di pungente e altrettanto inutile – adesso è ossigenato. Forse spera di ingannarci tutti e camuffarsi. – aveva ripreso dopo, puntando il dito contro il finestrino, in direzione di un gruppetto di gente che si avviava lentamente verso l'entrata.
- Cazzo! Avevano ragione, quello è Eickam! Pensavo che i suoi avrebbero scelto una scuola privata come minimo – Shannon era eccitata come non mai, si era sporta talmente oltre il finestrino che rischiava di volare fuori.
- Chi? Chi diavolo è Eickam? –
La mia domanda suscitò lo stupore nei miei amici.
- Ah già! Adesso sei così figo da esserti elevato sopra le futili vicende mondane della scuola. Aiden il modello, troppo impegnato con le sue sfilate per interessarsi ai rumors di Brooklyn e dintorni! –
- Vai a quel paese e vedi di alzare quel tuo culo grasso dalla mia auto. Dobbiamo scendere –
Shannon perse subito la voglia di ribattere. La mia frase infelice le sarebbe costata ore intere di autocommiserazione e dubbi sulla sua forma fisica, ma quello era davvero l'ultimo dei miei pensieri. Se c'era una cosa in cui eccellevo era quella di gettare benzina sul fuoco, mentre James, invece, era sempre stato bravo a smorzare la tensione, proprio in quel momento passò un braccio intorno alle nostre spalle e abbassò la voce.
- Ma sì che lo conosci. I giornali hanno parlato per parecchio tempo del caso Eickam. Suo padre è un deputato, ecco spiegato perché tanto scandalo, un pezzo grosso che a quanto pare non è riuscito a mettere in riga i suoi figli. Cos'è che ha fatto, Shan? –
Lei tornò a parlare, seppure con aria piccata – Ha mandato in coma un tipo ad una festa un paio di anni fa. Pare che fosse anche in possesso di droga quando è stato beccato dalla polizia, tra l'altro c'era anche suo fratello ... un altro tossico con la pessima fama. Il ragazzo è andato a sbattere contro qualcosa e ha perso i sensi, hanno dovuto operarlo con urgenza e sottoporlo ad una lunga serie di interventi. E' il fratello minore di Max Polanskij – Un altro tipo poco raccomandabile. Tra tossici ci si intende, pensai.
- Se io avessi fatto una cosa del genere con ogni probabilità avrebbero gettato le chiavi, ma si sa che la vita è più semplice per i figli dei deputati. Per quanto se ne sappia, Eickam ha passato gli ultimi anni al Crossroads. – Rincarò la dose James, scuotendo la testa in un gesto indignato.
Il Crossroads era riformatorio minorile con una pessima fama. Adesso iniziavo a ricordare qualcosa, i giornalisti avevano banchettato per mesi su quella notizia succosa, distruggendo perfino la campagna elettorale di Eickam senior. Mi voltai un attimo indietro, a lanciare un'occhiata veloce e poco invasiva verso quella nuova ed interessante aggiunta alla merdosa Tech: Capelli di un biondo ossigenato e occhiali neri su un incarnato pallido da paura, accentuato ulteriormente dai capelli chiarissimi. Era alto oltre gli standard e piuttosto magro, eccetto per le spalle larghe e muscolose. Non sembrava vedere nessuno, camminava lentamente ma con decisione verso l'entrata. Soltanto in quel momento mi resi conto che gli occhi dell'intero Istituto erano puntati sul tipo nuovo e fissavano com'erano soliti fare: Senza ritegno alcuno.
- Com'è che si chiama? –
Perché mi importava?
- Chi? L'avanzo di galera? – Shannon rise, aveva ritrovato il suo solito brio – Levin. Un tipo intrigante, no? –
- Intrigante perché è finito in galera? – James fece spallucce – dovresti rivedere il tuo concetto di intrigante. Per quanto mi riguarda gli concedo massimo un paio di mesi, si sa come sono fatti i tossici ... entra ed esci dal carcere, vecchie amicizie pericolose che non ti mollano. Farà una fine del cazzo e anche in breve tempo. Ah, senza contare che ha un bel conto in sospeso con Polanskij. Gli farà il culo presto o tardi. Scommettiamo?
- Quanto vuoi scommettere? Uh, quanto mi piacerebbe vedere qualche rissa in più qui in giro ... – Shannon era ancora eccitata, stava ridendo di nuovo.
Avevo smesso di ascoltare, ma le chiacchiere sul nuovo arrivato andarono avanti per tutto il giorno. Era così che funzionava alla Tech, come in qualsiasi altra scuola superiore del mondo: i deboli o i diversi erano destinati ad una vita di merda, a meno che non avessero prima imparato a difendersi dal mondo esterno. Eickam non sembrava aver bisogno di niente del genere, nessuno aveva osato ancora avvicinarsi a lui.

- Dov'è finito Keno? Che cazzo di lezioni segue? Non l'ho beccato per tutta la mattina –
James si era guardato intorno in cerca del nostro amico. La classe di Letteratura Inglese si riempiva in fretta, ma non era mai stato un problema per noi tenere il posto ai nostri amici. A differenza dei più deboli, i più forti venivano temuti e rispettati allo stesso tempo e se così non fosse stato le conseguenze sarebbero state tutt'altro che felici per chiunque avesse osato mettere in dubbio la leadership del branco.
Shannon aveva lo sguardo spento ed annoiato, aveva magicamente saltato il pranzo quel giorno. Venni pervaso da una sorta di euforia malvagia nel constatare che certe persone erano davvero facilmente manipolabili.
- Quello stronzetto. Fa il compleanno e neanche si fa vedere. A proposito, quand'è che rientra Andrew? Stasera verrà alla festa di Keno o ci passi a prendere tu? –
Andrew. Avrei voluto dimenticarlo per almeno un paio di ore, ma chi poteva mai dimenticare Andrew Wolfhart?
- Non tornerà prima della prossima settimana, è ancora in missione – Dissi senza voler aggiungere altro. James capì l'antifona e decise di tacere, in fin dei conti tutti i ragazzi del gruppo sapevano quanto fosse poco saggio parlare troppo di Andrew. Il più delle volte mi metteva soltanto di pessimo umore ed io potevo diventare davvero molto cattivo in quel caso. Shannon si incupiva visibilmente ogni volta che il nome di Andrew saltava fuori, concederle una notte con me aveva complicato le cose in un modo che non mi aspettavo. O forse sì, forse rovinare rapporti e persone era tutto ciò che desideravo.
La classe si animò in fretta e con grande sorpresa di tutti tra gli ultimi ad arrivare ci fu anche Levin Eickam. In un primo momento l'atmosfera fu pervasa da uno strano silenzio prolungato, gli occhi di tutti erano puntati sulla sua figura che si avvicinava ai banchi, apparentemente incurante delle conseguenze del suo passaggio. Era vicino adesso e quella vicinanza mi permise di vederlo meglio. Aveva tolto gli occhiali e i suoi occhi, che ad una prima occhiata mi erano sembrati scuri, erano, invece, molto chiari ed allungati. Erano grigi come il metallo ed altrettanto freddi, perfetti su quel viso pallido ed affilato, dai tratti delicati ma non troppo. Labbra piccole ma ben pronunciate, zigomi scolpiti e guance scarne. Aveva un cappotto nero, lungo fino alle ginocchia che tolse soltanto quando raggiunse il fondo della stanza, a pochi metri da me. Qualcosa si mosse all'interno del mio stomaco quando notai i suoi muscoli guizzare oltre il tessuto della t-shirt nera che portava sotto. Si abbassò per posare la sua valigia scura a terra e quel semplice gesto mi permise di notare il suo collo pallido, ossuto e piuttosto lungo, poi le spalle larghe e le braccia adesso scoperte e affusolate, con un accenno di muscoli. Era davvero alto.
A fatica distolsi la mia attenzione dal suo corpo; James doveva aver seguito il mio sguardo, perché lo vidi nascondere un sorrisetto
- Non ti facevo tipo da avanzo di galera. Andrew è così diverso, ma suppongo che alla fine non faccia male variare la propria dieta di tanto in tanto – Constatò a voce davvero bassa, ma non così bassa da impedire a Shannon di sentire
- Mi piacciono le cose belle. Ti sembra forse un crimine? – Ribattei, poi decisi di tirare fuori il libro e qualche penna, i miei occhi scivolavano più o meno ogni dieci secondi verso il tipo nuovo che, invece, portava ancora gli auricolari e sembrava isolato dal resto della classe.
- Prova ad invitarlo alla festa di Keno se vuoi provarci. – Suggerì James, ancora ammiccante
- Chi è che vorrebbe provarci con chi approfittando della mia festa? –
L'arrivo di Keno ci sorprese
- Abbassa questa cazzo di voce – Gli intimai in fretta, ma era tutto sotto controllo. Sarebbe perfino potuta scoppiare una bomba, ad Eickam non sarebbe importato un cazzo.
Osservai Keno prendere posto tra me e James, anche lui stava lanciando un'occhiata sommaria al nuovo arrivato, ma non aggiunse nulla. I ragazzi andarono a fargli gli auguri, mentre io decisi di non muovermi, memore della litigata della sera precedente. Il mio rapporto con Keno era fatto di un'eccessiva schiettezza per poter andare avanti senza problemi ed io, d'altronde, non ero mai stato propenso a lasciarmi giudicare con troppa leggerezza.
La lezione trascorse in un brusio perenne, ben presto la mia attenzione si diresse altrove, pensai ad Andrew. Non lo vedevo dal sei luglio. Due mesi interi trascorsi in due continenti diversi e con contatti sporadici e sempre frettolosi. Ero stato io a scegliermi quella strada, allora perché continuavo a lamentarmi per ciò che mi stava riservando?
Perché lui ti tormenta.
No, non era tutta colpa sua. Potevo uscirne in qualsiasi momento, mi dicevo, ma non era così. Non avevo mai avuto intenzione di liberarmi di lui.
Quando la campana suonò il brusio divenne rumore a tutti gli effetti. Nessuno voleva rimanere in quella classe neanche un attimo più del necessario; mi guardai intorno e notai che Eickam era già sparito. Fissarlo stava diventando il mio passatempo preferito. E pensare che mi ero sempre creduto diverso dagli altri.
- Quindi? Vuoi farmi capire chi c'è a questa festa? Spero tu abbia invitato qualche tipo carino per me – Shannon parlava con Keno ad un volume talmente alto da non lasciare dubbi sui suoi intenti. Immaginai che mi stesse perfino guardando in quel momento, forse era a caccia di qualche reazione straordinaria, ma tutto ciò che avrebbe ottenuto sarebbe stata soltanto noncuranza.
Avevo voglia di isolarmi un po', magari farmi una sigaretta in cortile prima delle ultime lezioni pomeridiane. Salutai un paio di conoscenti lungo il corridoio, poi distanziai gli altri ragazzi ed uscì dalla scuola, ignorando le proteste di James. Il cielo era plumbeo e minacciava di piovere, a nessuno di noi però importava davvero. Non avevo più voglia di fermarmi a parlare di stronzate con chi mi conosceva, erano tutti troppo curiosi di sapere quello che facevo e quanto avevo guadagnato sfilando, così feci il giro dell'edificio e finalmente rimasi da solo.  

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