Nella foto: Andrew Wolfhart
Ita divis est placitum, voluptatem ut maeror comes consequatur, Plauto
Così è piaciuto agli dei, che il dolore sia compagno del piacere.
ANDREW
Il mio ultimo weekend a Brooklyn trascorreva tra finti sorrisi e chiacchiere futili, ma la sbronza che stavo rischiando di procurarmi era vera e voluta con tutto me stesso. Un'altra cena in compagnia dei massimi vertici politici dello Stato, intere famiglie di deputati intenti a stringersi le mani e a scambiare pareri che avrebbero deciso l'andazzo politico della città per molto tempo a venire
Ero stanco e infiammato dall'ennesimo bicchiere di Champagne Bollinger che Alec e gli altri continuavano a passarmi.
A cosa avrei dovuto pensare poi? Aiden continuava a comportarsi con un distacco che non avevo mai sperimentato in due anni interi di relazione. Qualcosa era cambiato in lui, forse stava finalmente trovando la sua strada e prendendo in considerazione l'idea che io non avrei più fatto parte della sua vita. O forse era soltanto un modo per vendicarsi del male che gli avevo fatto, adesso sarebbe toccato a lui non degnarmi neanche di un saluto prima della mia partenza.
- Che diavolo mi importa, ho altre cose a cui pensare – biascicai, poi mandai giù un altro sorso di champagne delizioso e sorrisi agli altri ragazzi
- Parli anche da solo adesso? – mi schernì Alec, aveva un sorrisino confuso sul volto, segno che anche lui stava esagerando quella sera – chi ti ha fatto incazzare stavolta?
- Tua madre – ribattei con fare incazzato, poi presi una forchettata di cocktail di gamberi direttamente dal suo piatto. Glielo mangiai davanti, leccandomi le labbra senza smettere di fissarlo. Alec era sensibile a me, non importava quanto tempo fosse passato dall'ultima volta che eravamo andati a letto, lui di certo era ancora coinvolto in quella storia. Lo vidi rabbrividire appena, il suo corpo rispondeva a me senza che potesse far nulla per impedirglielo. Avrei potuto portarmelo a letto quella sera, fare qualcosa di divertente e che il mio ragazzo mi negava da un po'. Tanto che cosa importava? Aiden sospettava comunque di me, forse avrei dovuto dargli dei motivi per essere davvero geloso e guadagnarmi il suo odio per qualcosa che avevo effettivamente fatto.
- Ah, il nostro Wolfie ha sempre qualche motivo per cui prendersela! Cosa c'è che non va adesso? Volevi un mandato più lungo? – mi prese per il culo Paul, ridendosela insieme agli altri commilitoni
- Non farti insultare anche la tua di madre – rispose per me Alec, poi mi passò una mano intorno alle spalle e mi strinse a lui in un abbraccio amichevole, ma che lasciava spazio a molto altro.
- Guardate chi c'è lì. Al tavolo in fondo alla sala, vicino a quello presidenziale
Lasciai vagare il mio sguardo verso la zona di interesse – chi c'è? – chiesi disinteressato. Parlavo più per tentare disperatamente di distogliere l'attenzione sul mio malumore che per un reale interesse verso i pettegolezzi dei ragazzi.
- Ah, il deputato Jonathan Eickam e famiglia! Da quanto tempo non lo si vedeva agli eventi mondani – Alec stirò appena il collo, un sorriso schernitore apparve sul suo viso – ed è anche accompagnato da uno dei figli stavolta
- Perché credi che mi sia saltato all'occhio? – commentò Stevens – chi sarà tra i due? Quello che è stato in galera o quello altrettanto fattone ma che se l'è risparmiata?
L'alcol mi aveva reso piuttosto lento mentalmente, ma ricordavo bene quella storia. Un grosso scandalo per una famiglia fin troppo in vista e con troppo da perdere. Gli Eickam erano stati in cima alle testate giornalistiche per molto tempo.
STAI LEGGENDO
Split
RomanceBrooklyn. Le vite di un gruppo di giovani ragazzi si intrecciano nella città piena di luci mentre cercano di tenere a bada le ombre del loro passato. C'è chi lotta per un amore inconciliabile e chi, semplicemente, si batte soltanto per rimanere a ga...