17. Long-lasting

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"Difficile est longum subito deponere amorem." Catullo

E' difficile mettere subito fine ad un amore durato a lungo.


ANDREW
Fissavo con profondo orgoglio il mio Lockheed U-2S appena lasciato alle cure dei manutentori dopo il solito giro di perlustrazione pomeridiano. Il mio aereo era la cosa più vicina ad un amico che avevo, ormai da parecchi anni ci facevamo compagnia a vicenda, soli nel bel mezzo dei confini americani, quasi a pelo con quelli nemici. La maggior parte degli aerei di ricognizione erano pilotati in remoto ormai, ma non il mio Lockheed. Alla base eravamo ancora dell'idea che niente avrebbe potuto sostituire il nostro gioiellino e la mia abilità a pilotarlo.
Scesi giù, alcuni ragazzi mi salutarono, ero così accaldato che non attesi neanche di entrare nella base prima di togliere il giubbotto pesante. Ad alta quota faceva un cazzo di freddo, ma la base risultava parecchio confortevole una volta che ci si faceva l'abitudine. La maggior parte dei miei amici era lì, chi intento a raccogliere le informazioni che il mio Lockheed aveva inviato, chi preso da altre scartoffie ... tutto sommato il lavoro proseguiva in tranquillità da una settimana a quella parte.
- Wolfy, tieniti pronto per stasera. Alec e Peter sono riusciti a mettere le mani su un carico di liquori mentre erano in città. Si fa festa!
Dio, se ci avessero beccato con quella roba sarebbe stato un grosso problema. Ufficialmente dovevamo essere reperibili ed efficienti ventiquattro ore su ventiquattro quando ci trovavamo in missione, ma nessuno poteva aspettarsi davvero che dieci uomini adulti se ne stessero buoni in un posto in cui non c'era niente da fare.
Stavo bene da quando ero lì, potevo anche continuare a fingere che non avessi dei grossi affari irrisolti in America, ma mi ritrovai da solo in dormitorio ed il mio laptop era proprio lì; tutta quella solitudine mi fece riaffiorare in mente Aiden. Non lo sentivo da due settimane più o meno e, a dire il vero, erano stati rari i momenti in cui avevo pensato a lui per più di due minuti consecutivi.
Perché lo stavo chiamando allora? Mi dissi che sulle carte rimaneva comunque il mio ragazzo. Così mi lasciai cadere stancamente sulla poltrona scomoda in dotazione con l'intero pacchetto e avviai la videochiamata. Aiden era online, ci mise un po' per rispondere, immaginai che stesse cercando dei buoni motivi per fingersi superiore, ma alla fine non ci riuscì. La connessione era fantastica nonostante stessimo nel bel mezzo del fottuto deserto, il suo viso lievemente scocciato apparve davanti a me
- Ehi, se fossi morto capirei il tuo silenzio, ma non lo sono ancora – dissi con un tono ironico e forse perfino acido
- Ciao Andrew, ce ne hai messo di tempo per ricordarti della mia esistenza
- Già, io almeno l'ho fatto alla fine. Non si può dire lo stesso di te – dissi, rincarando la dose – e poi tieni presente che non sono qui in villeggiatura, ma per lavoro. Questi sono i primi dieci minuti liberi che sono riuscito a ricavarmi
Non era proprio così, ma sicuramente non era facile riuscire a starsene mezz'ora da soli in un dormitorio creato per dieci persone.
- Bene, vedi di usarli al massimo i tuoi dieci minuti allora
Sempre quell'aria stufa, come se la mia presenza fosse diventata soltanto un problema ormai. Provai a sorridere, se fosse stato lì avrei saputo come prenderlo. Aiden non avrebbe resistito, non riusciva mai a farlo
- Perché non togli quei pantaloni? – tentai, ammiccante
- Mi chiami dopo due settimane di silenzio totale e questo è quello che riesci a dirmi? Perché non mi tolgo i miei cazzo di pantaloni?
Avevo sbagliato tutto, me ne resi conto nel constatare quanto il suo viso si fosse incattivito nel giro di appena un istante. Aiden si sollevò da lì, sbatté i pugni contro il legno della scrivania e si portò le mani ai capelli
- Ehi, stavo scherzando ... calmati, Cristo. Perché devi scattare in questo modo per qualsiasi cosa? Sto provando a fare conversazione!
- Fare conversazione? Cazzo, Andrew. La mia vita va a puttane e tu mi chiami soltanto perché ti è venuta voglia di farti una sega al computer?
Stavo per fargli presente che lo avevo preferito ad un porno, ma il mio buonsenso mi impedì di proseguire. Mi tappai la bocca e presi un profondo respiro, non era il caso di far incazzare Aiden ulteriormente.
- Che cosa è successo? Non sono informato, lo sai. – dissi con calma
Lo vidi scuotere la testa, forse aveva fumato, mi sembrava più instabile del solito. Si passò le mani sul volto e soltanto a quel punto trovò la forza di parlare
- Dobbiamo trasferirci. Non possiamo più permetterci l'affitto di casa e mia madre ha trovato lavoro altrove. Vuole che io vada con lei. Ormai è certo, non posso fare niente
Mi ci volle un po' per riprendermi da quelle informazioni, mi ero spinto in avanti senza rendermene conto, gli occhi di Aiden erano lucidi di lacrime.
- Partire? Adesso? Hai la scuola ... è appena iniziata
- Tra due mesi. Sta già prendendo casa lì, è fatta, Andrew
- Ma da quanto lo sapevi? – ero confuso, non poteva averlo saputo in quel momento.
- Un mese – ammise Aiden
- Cosa? Da un mese? E perché non mi hai detto niente? Cristo, Aiden!
- Perché a te non importa, Andrew. Non mi hai mai chiesto come diavolo stessi o se avessi dei cazzo di problemi! Tutto ciò che conta per te è portarmi a letto e tenermi buono con dei fottuti regali che non voglio neanche! Era te che volevo, Andrew. Non i tuoi regali costosi del cazzo!
Aiden aveva urlato quelle parole con incredibile crudeltà, il suo viso era rigato di lacrime, ma non c'era niente di arrendevole in lui quella volta, c'era solo rabbia, una profonda rabbia divorante
- Abbiamo mai parlato io e te, Andrew? E' mai esistito qualcosa a parte sesso, gelosia e torture psicologiche? Non c'è niente di vagamente sano in quello che abbiamo. Siamo mai andati da qualche parte? Al cinema o al teatro o a fare una cazzo di vacanza? No! Non ho ricordi di me e te che non siano in una dannata stanza di hotel o nella tua.
- Stai esagerando – erano parole vuote, ma non sapevo che altro dire. Forse non volevo accettare la realtà dei fatti, forse era più semplice fingere che Aiden fosse sempre il solito moccioso estremista, ma di certo non volevo confermare le sue parole.
- No, non è così, Andrew. E pensa quanto debba sentirmi idiota! Sono stato così ottuso da innamorarmi di te dopo un mese! Ma di cosa avrei mai potuto innamorarmi? Io non ti conosco. Tutto ciò che so di te è che non vuoi mai rimanere, sei buono solo a voltare le spalle a quello che non ti va più. Non c'è una sola cosa di te che tu mi abbia mostrato. Perché non essere sincero almeno alla fine? Ammettilo adesso e forse un giorno potrò perdonarti.
- Ammettere cosa?
- Di non amarmi! Di non esserne capace! – Aiden era senza fiato, mi fissava in attesa di una mia reazione che avrebbe potuto confermare le sue parole. Io ero ancora immobile, incapace di capire come diavolo eravamo arrivati a quelle conclusioni. Volevo solo sentirlo ... ma a quanto pare non ero riuscito a capire quanto stesse male Aiden in quel periodo. Ero un egoista del cazzo.
- Possiamo parlarne al mio ritorno?
Rise, sprezzante. Sapeva che avrei risposto esattamente in questo modo, glielo leggevo in quel viso stufo e distante.
- Non c'è più niente di cui parlare, per quanto mi riguarda
- Io non sono dello stesso avviso, anzi c'è fin troppo di cui parlare. A cominciare dal fatto che non mi hai detto niente dei tuoi problemi. Ho due cazzo di appartamenti, Aiden. Puoi andare a vivere in quello libero quando tua madre sarà partita. Puoi rimanere a Brooklyn fino alla fine della scuola. Questa è la soluzione migliore, lo sai
Quello scosse la testa – Non importa. Non voglio più dipendere da te
- Sei stupido? Sono pieno di soldi, Aiden, Non me ne faccio un cazzo
- Era il tuo tempo e le tue attenzioni che volevo, non i tuoi cazzo di soldi. Come diavolo fai a non capirlo nemmeno adesso? Vattene al diavolo, Andrew.
- Smettila di parlare come se fosse stato tutto un cazzo di incubo fino ad ora! Perché sei rimasto con me se tutto in me ti faceva tanto schifo? Eh, Aiden? Dammi una cazzo di risposta! Aiutami a capire
- Perché ero innamorato!
Era. Aveva usato il passato. Mi portai una mano al volto e cercai di non lasciarmi andare ad una risata nervosa. Tutto quello non aveva il minimo senso, era da troppo tempo ormai che sentivo serpeggiare dei dubbi in me. Il sentore che ci fosse dell'altro ... un altro, per essere precisi, stava diventando lentamente una certezza. Ma non volevo sapere, non volevo neanche chiedere.
Aiden era capace di farmi una cosa simile? Tempo fa avrei detto di no, la sola idea mi sarebbe sembrata assurda e degna di una grossa risata, ma adesso non potevo più esserne certo. Sarei stato abbastanza uomo da chiedere? Forse lo avrei fatto se un rumore di passi alla porta non mi avesse risvegliato da quello stato catatonico in cui ero caduto. Lanciai un'ultima occhiata ad Aiden
- Tempo scaduto. Devo andare ... fammi sapere che intendi fare riguardo noi due. Tienimi aggiornato
E io cosa volevo fare? Mi stava davvero bene quella relazione? No. Non c'era stato un singolo periodo in cui io ed Aiden avevamo funzionato. Però avevamo tenuto duro, era fin troppo piacevole il sesso dopo i litigi. Ed i litigi erano sempre numerosi, proprio come il sesso subito dopo. Aiden non si era sbagliato, avevo costruito una relazione basandomi su quello che mi piaceva a letto e adesso tutto sembrava crollarmi addosso come una pioggia di detriti. Ero così superficiale da confondere l'amore con il desiderio?
- Wolfy, dammi una mano. Questa roba pesa un quintale
Quello che vide Aiden prima di staccare fu Alec che avanzava verso di me, trasportando tra le braccia due grosse casse di qualcosa. Vidi un lampo di rabbia nei suoi occhi, poi spense tutto ed il display si oscurò
- Sesso cibernetico con il mocciosetto? Entusiasmante – mi prese per il culo Alec, poi mi passò la roba che in effetti pesava in modo spaventoso e si gettò sul letto: il mio letto.
Trascinai le casse con i liquori fino al fondo della stanza e provvidi a nasconderle dietro un grosso cassettone. Ero ansante quando tornai da Alec. Lo guardai dal basso verso l'altro, lasciando scorrere i miei occhi lungo il suo corpo muscoloso, ancora steso sul mio materasso.
- Cosa pensavi di me quando stavo con te?
Una domanda a brucia pelo, la cosa più lontana che Alec avrebbe mai potuto immaginare di sentire. Non amavo parlare della nostra vecchia relazione, infatti non ero mai io a tirare fuori l'argomento per primo.
- In che senso? Che vuoi dire?
- Sono davvero il mostro che Aiden dipinge? E' possibile che non dimostri mai niente? Cristo, non riesco a capire cosa dovrei fare. Questo è quello che sono, no? Ma non vado bene. C'è qualcosa in me che non funziona come dovrebbe forse
- Wow, Andrew Wolfhart ha deciso di mettersi in discussioni ed io ho un biglietto in prima fila per assistere all'evento più sconvolgente dell'anno – Alec sembrava divertito, bastò lanciarmi una seconda occhiata per fargli capire quanto io fossi serio, invece.
- Sono stato così anche con te? Un mostro senza cuore interessato soltanto al sesso? Rispondi tranquillamente, non voglio sentire nessuna stronzata.
Alec sospirò piano – Beh, il sesso sicuramente occupava il settanta percento dei tuoi pensieri, ma noi siamo cresciuti insieme, Andrew. Ci siamo addestrati insieme, abbiamo frequentato la stessa Accademia e adesso ci siamo ritrovati perfino a lavorare a stretto contatto. Abbiamo parecchie cose in comune di cui potremmo parlare da qui fino alla fine dei tempi. Lui è soltanto un ragazzino, lo sai anche tu. Che cosa ti aspettavi che sarebbe successo? Non dipende soltanto da te, siete due persone che appartengono a due mondi diversi ...
Era così. Alec poteva anche essere fuorviante il più delle volte, sicuramente era stato per parecchio tempo di parte, ma stava parlando con sincerità in quel momento.
- Comunque stavo cercando di consigliarti bene in questi ultimi anni. So come potevano suonare le mie parole, come se volessi trascinarti di nuovo in una relazione che chiaramente non desideravi più, a discapito di quel ragazzino. Per certi versi è quello che ho fatto, ma i miei motivi erano diversi. Spero tu possa capire
- Mi dispiace
Glielo avevo mai detto? Non ricordavo. Dovevo così tanto ad Alec e mi ero comportato talmente di merda nei suoi confronti ... cosa c'era di sbagliato in me?
- Perché? I sentimenti cambiano. E' inevitabile, no? Cerca soltanto di capire quando arriva il momento di mollare la presa, Andrew. Fallo per te. Tu e lui non siete mai stati una coppia. Ricordo i litigi, i momenti in cui vi siete evitati, ma non ricordo altro. E tu?
Non si aspettava una risposta, il suo viso si era incupito come il mio. Parlare della mia relazione con Aiden continuava a scavare un cratere profondissimo in Alec. Come poteva essere rimasto ancorato ad una persona come me? Che cosa gli avevo fatto per legarlo in modo così indissolubile ad una persona tanto immeritevole?
- Sono freddo. Sono pessimo. Non mi sono mai innamorato, eppure ho detto ad entrambi di amarvi ... perché diavolo l'ho fatto? Sapevo che non era così. Forse volevo illudermi, ma sapevo che quello non poteva essere amore
- Quanto meno sei sempre stato sincero. Credimi, i tuoi ti amo non mi sono mai suonati reali, se può consolarti – Alec riuscì ad abbozzare un sorriso malconcio, poi proseguì – non eravamo le persone giuste. Smettila di preoccuparti, un giorno non si tratterà più di fingere ... un giorno sarà reale e allora mi piacerà vederti all'opera. Wolfy innamorato.
Non sarebbe successo, pensai. Non ero capace di affezionarmi a qualcuno probabilmente. Aiden aveva ragione, era solo questione di sesso ed interesse, niente di più. Avevo avuto così tante occasioni di innamorarmi e non era mai successo. Ero io il problema, qualcosa dentro che mi impediva di vedere il prossimo come un essere umano degno dei miei sentimenti.
- Grazie. Anche se non mi devi niente non hai mai mollato la presa su di me. Deve essere una tortura starmi vicino come fai tu
Alec scosse la testa e sorrise. Sembrava sereno, forse anche lui stava trovando la forza di ripartire da zero
- E' difficile andare avanti quando ti ho sempre intorno, ma a furia di sopportare direi che sto iniziando a migliorare anch'io. Passa tutto, Andrew. Alla fine passa sempre tutto.
Quelle parole suonarono terribilmente amare per entrambi. Lanciai un'occhiata al suo bel viso sul quale stava crescendo un po' di barba rossiccia, la stessa che avevo sempre apprezzato in lui. Ero stato abbastanza saggio e rispettoso da impedirmi di commettere degli errori irreparabili, quello era l'unico punto sul quale non avevo nulla da recriminarmi. Avevo chiuso con lui e non c'era più stato alcun tipo di contatto tra noi, anche quando le cose con Aiden si erano fatte difficile era riuscito a trattenermi dallo scegliere la via più semplice e soddisfacente. Alec non mi era indifferente, era troppo bello per non abbagliare uno che, come me, aveva sempre apprezzato e sognato le cose belle. Eppure ero stato bravo.
- Stappiamo qualche bottiglia? I ragazzi non dovranno saperlo per forza
- Cazzo, ci sto! Prendi il whisky invecchiato!
Eravamo amici adesso. Soltanto amici con un passato in comune.  

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