28. Wrong Technique

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Homo homini lupus.
(L'uomo è un lupo per l'uomo, Plauto)



CALLUM




- Hai un'aria diversa - commentai, mentre io e Levin procedevamo in direzione della scuola.
Quel giorno avevamo deciso di andare a scuola insieme, mentre percorrevamo il marciapiede, non avevo potuto fare a meno di notare quella strana aura intorno a colui che ormai consideravo un amico. Levin era sempre cupo e tormentato, una condizione che conoscevo bene, ma quel giorno sembrava che qualcosa fosse cambiato. Avevo pensato bene prima di dire a voce alta quella frase, lo avevo persino osservato con attenzione: i capelli biondi, il volto pallido, lo sguardo meditabondo, i vestiti scuri. Il suo aspetto fisico era esattamente quello di sempre, era qualcos'altro che alleggeriva l'aura cupa che lo contraddistingueva.
- Che cosa intendi? – chiese facendo una leggera smorfia, anzi, un leggero sorriso.
Era questa la cosa strana, il volto di Levin mi parve, per la prima volta da quando lo conoscevo, più rilassato, come se qualcosa fosse riuscito ad alleviare la sua sofferenza.
- Eccolo! – esclamai – hai sorriso!
- Che? – adesso era stranito e divertito – dai i numeri, Callum?
Io scossi la testa e fui contagiato da quello strano divertimento - certo, facile dare del matto a me. Che succede? Si tratta del cane? Sta meglio? – insistetti.
Lui sembrò interdetto per qualche momento e alla fine annuì – sì, possiamo portarlo via dalla clinica. Se ne occuperà Andrew.
- Sono contento, almeno qualcosa che va per il verso giusto – dissi – anzi, due. Voglio dire, tra te e Andrew non mi pare ci sia rancore, vero?
Un altro lungo silenzio – no, alla fine ... lui non era il cazzone che mi aspettavo, anzi. È stato fin troppo corretto con me.
- In questi casi la maturità è importante – concordai – almeno potrai andare a trovare Aiden senza sentirti giudicato da lui. Ho già chiesto a Keno di andarci piano con te
Sollevò un sopracciglio – Keno che ci va piano? Comunque grazie tante, non ho ricevuto insulti le ultime volte che sono stato lì. Puoi mettere una buona parola anche per Andrew? Lui continua ad essere un bersaglio ambulante.
Io risi – Mi dispiace, temo che quelli non siano proprio affari miei. Sai, ho la sensazione che ci sia come un conto in sospeso enorme fra loro. Quando Keno parla di lui tira fuori una rabbia assurda, come se non potesse perdonarlo per aver reso triste Aiden quando stavano insieme.
- E' parecchio leale – disse – penso di non poter paragonare il mio dolore al suo, io ho conosciuto Aiden solo di recente mentre Keno rischia di perdere un punto di riferimento enorme
Mi feci cupo a quel pensiero, avevo paura di sapere come potesse prendere Keno quella eventualità, anche se ormai ronzava nella testa di molti, persino a scuola c'era chi dava Aiden ormai morto.
- Mi ha raccontato tante cose, sono praticamente cresciuti insieme - gli riferii – dover accettare di sciogliere un legame del genere è troppo difficile
Levin era d'accordo con me e preoccupato quanto me, sembrava che l'incidente avesse distrutto più vite di quanto si potesse immaginare. Non c'era solo Aiden in quel letto, c'erano tutti loro.
Quando arrivammo a scuola ci separammo, il momento di affrontare la vita normale sembrava il più strano di tutti. Stare lì a seguire le lezioni come se nulla fosse, quella parte doveva essere la più difficile per Keno e la sua carriera scolastica ne stava risentendo. Non potevo fare niente per Aiden, non potevo aiutare Keno a stare meglio in quella parte della sua vita ma potevo fare qualcosa per l'altra parte.
Alla fine delle lezioni andai in segreteria e presi una copia dell'orario scolastico di Keno poi partii verso l'aula di matematica che lui quel giorno aveva saltato.
- Professor Dickson? – chiesi entrando nell'aula.
- Sì, buongiorno. Posso aiutarti?
- Sì, sono Callum. Sono un amico di Keno, purtroppo non è potuto venire a lezione e mi chiedevo se potesse dirmi cosa ha spiegato oggi – dissi abbozzando un sorriso.
Il volto del professore sembrava molto serio – il tuo amico Keno non viene alle mie lezioni da un bel po', ne ha già saltate tre. Questo è un corso avanzato, deve stare al passo
- Quello che è successo al suo amico Aiden lo sta facendo soffrire molto, ha solo diciotto anni. Ci tiene allo studio e alla sua materia, lo aiuterò il più possibile. Per favore – lo supplicai.
Non credevo che le mie parole fossero vere, Keno mi aveva parlato di quanto la scuola contasse per lui ma da quando Aiden era in come avrebbe lasciato bruciare tutto, compreso se stesso.
- E va bene – disse convinto – però c'è un quorum di presenze da rispettare per i corsi speciali. Se non arriva al minimo delle ore non potrà accedere all'esame di metà semestre e ottenere i crediti, cerca di insistere affinchè venga
- Lo farò
Poi l'uomo iniziò a scrivere diversi argomenti in un foglio indicando il numero di pagina nel libro, era una lista parecchio impegnativa.
- Tieni, la prossima settimana faremo un test, gli argomenti sono quelli svolti fin ora.
- La ringrazio tanto
Uno era andato, adesso mi toccava passare da altri quattro docenti, inspirai, sarebbe stata una lunga raccolta ma era quello il massimo che potevo fare. Nessuno aveva il potere di fare aprire gli occhi ad Aiden ma io potevo ancora aiutare Keno con il suo grande progetto, non doveva sparire tutto.
Alla fine della giornata avevo incrociato Keno solo due volte durante i cambi d'ora, poi avevo appreso che se ne era andato via prima di pranzo. Sospirai mentre tiravo fuori il cellulare e gli scrivevo un messaggio.
"Stasera vieni a casa mia, ti do delle ripetizioni"
"Ripetizioni? Di cosa esattamente?"
"Di tutto! Ho passato la mattina a leccare il culo ai tuoi prof per farmi dare i programmi, quindi diventerai un genio di quattro materie stanotte"
"Oppure potrei sdebitarmi e leccare a te il culo"
Arrossii violentemente mentre abbassavo per un attimo lo schermo del telefono e inspiravo, poi ripresi:
"Spiritoso. Nessuno vedrà il culo di nessuno se non passi il test di matematica"
"Allora passo alle sei, se la metti in questi termini non posso che soccombere. Che tiranno"
"Un giorno mi ringrazierai"
Poi la campanella mi ricordò che era ora di tornare alle lezioni, così presi i libri e mi avviai insieme alla massa di studenti che affollavano i corridoi, come se quello fosse un giorno qualsiasi.
Le sei del pomeriggio arrivarono prima di quanto credessi e me ne resi conto quando sentii il campanello suonare, quando aprii la porta avevo davanti Keno.
Ormai l'espressione arrabbiata era l'unica chiaramente distinguibile sul suo viso, sapevo che non ce l'aveva con me però fu triste lo stesso vederlo così.
- Come stai? – gli chiesi mentre salivamo in camera mia.
- Al solito – disse tentando di dare un nuovo tono alla sua voce – voglio evitare di parlare di lui oggi. Cazzo, ti sei fatto il culo per me, quindi parliamo di te e della tua giornata
Io sorrisi leggermente, pensando che fosse divertente quel tentativo di altruismo – io sto bene, non c'è molto di cui parlare, stai tranquillo. Non è stato un problema parlare con i professori oggi, l'ho fatto con piacere –
- E quel tipo poi? – chiese indagatore – ti ha dato altri problemi?
- No, non lo vedo da un po'. Da quando gli ho parlato, devi stare tranquillo, mi occupo io di quello – risposi fremendo leggermente – credo abbia capito che deve lasciarti stare
- E' te che deve lasciare stare – mi corresse – è invischiato in qualche giro strano? L'ho visto dalla faccia, aveva degli occhi che la gente normale non ha. – cercai di intervenire ma lui continuò senza che potessi fiatare – se ti senti minacciato Callum, non te ne devi stare zitto. Quelli come lui hanno sempre qualcosa da nascondere, lo possiamo incastrare, soprattutto se ti vuole intorno. Puoi raccogliere le prove e spedirlo dentro
Quella frase mi colpì, potevo farlo davvero? Sbarazzarmi di lui in quel modo?
Traditore.
- Per il momento non serve – dissi scuotendomi leggermente, avevo persino la pelle d'oca – è tutto risolto.
Annuì, come se si fosse accontentato della questione solo per il momento e alla fine aprimmo i libri, ci aspettavano dieci fantastici capitoli di storia moderna, con una marea di date e nomi da ricordare.

- Sono a pezzi – esclamò alla fine dopo quattro ore filate – abbi pietà
Anche io chiusi il libro e mi buttai un po' sul letto per sgranchirmi la schiena – e ora vedi di frequentarla quella lezione
- E' un ordine? – la voce di Keno mi arrivò all'orecchio carica di sensualità.
Prima che potessi sollevarmi a guardarlo me lo ritrovai addosso, aveva l'aria divertita come se stesse pian piano esorcizzando la visione di Aiden dai suoi occhi. Si era piazzato sopra di me, bloccandomi sul materasso e facendo scivolare abilmente un ginocchio fra le mie gambe.
- E' un comando supremo – dissi mentre sentivo il mio tono cambiare, si era fatto basso e desideroso.
- Allora non mi oppongo – soffiò a pochi centimetri dalle mie labbra.
Poi scese e unì le nostre bocche in un bacio lento, io portai immediatamente le mie braccia a circondargli i fianchi per farlo aderire ancora di più al mio corpo. Ne aveva bisogno, quei piccoli momenti di fuga dalla realtà erano tutto per Keno. Era l'unico momento in cui poteva sentirsi ancora normale, il vecchio se stesso, audace e passionale, poteva tornare a sentire di nuovo qualcosa dentro di sé.
Un uomo celebre ha detto: Se guardi troppo tempo nell'abisso, allora l'abisso guarderà in te. Pensai che fosse lo stesso per Keno, passare tutte quelle ore a fissare l'amico ad un passo dalla morte, stava trasformando anche lui in un moribondo.
- Interessante ... - lo sentii mormorare e portai lo sguardo sul suo volto soddisfatto.
Aveva cominciato a percorrere il mio petto lasciando una scia di baci che proseguivano fino alla cintura dei pantaloni, poi slaccio anche quelli per liberare il passaggio fino al rigonfiamento fra le mie gambe. La linea dei miei boxer e il tessuto sottile nascondeva malamente il desiderio che quei baci avevano acceso su di me. Keno si liberò in fretta anche di quelli, facendo scendere intimo e jeans lungo le mie gambe fino a toglierli completamente. Non ebbi la forza di alzarmi a sedere, sentire il fiato caldo di Keno sulla mia erezione mi aveva tolto ogni energia e mi stavo già abbandonando a quelle sensazioni.
PUTTANA.
Mi venne un brivido tremendo quando quel ricordo mi tornò alla mente, voltai persino la testa a fissare lo specchio che avevo ripulito, ma quelle parole erano comunque rimaste impresse nella mia mente.
- Ehi – il suono della voce di Keno mi destò e tornai a guardarlo – va tutto bene?
Si era spogliato anche lui ed era piazzato fra le mie gambe, era così bello con la luce soffusa che proveniva dalla lampada della scrivania. I suoi occhi azzurri sembravano brillare, la sua pelle di porcellana spendeva come i suoi capelli biondi.
- A cosa pensi? – mi chiese tornando con il viso vicino alle mie labbra.
- Che sei bello – risposi in un sussurro – mi sembra così strano che un ragazzo come te ...
Lui scosse la testa – piantala idiota, sono io ad essere fortunato che c'è ancora qualcuno che non si è stancato di me
Lo baciai, come se volessi zittire non solo le sue parole ma anche i suoi pensieri – non sei niente di quello che pensi di te stesso, non sei meschino né odioso, né egoista
Ero io quello.
Tornammo a baciarci, io spostai le labbra sulla sua spalla e lui mosse le mani fra le mie cosce, lo sentii afferrare forte la mia erezione e questo mi provocò un gemito.
- Ti voglio, Callum – disse prima di inviarmi a voltarmi, pronto ad occuparsi dell'eccitazione di entrambi.
In quel momento mi fermai, un pensiero invase la mia mente, qualcosa che non riuscii a scacciare, un paio di occhi verdi e freddi che mi fissavano con disgusto.
- I preservativi – mi lasciai sfuggire quasi senza volerlo, ma fu più forte di me.
- Come? – chiese Keno distratto dal dito che aveva appena bagnato con la saliva.
- Hai ... - tentai di articolare la frase razionalmente – hai dei preservativi?
Lui parve confuso e lievemente imbarazzato – no, non li ho adesso. L'ultima volta lo abbiamo fatto senza, così ...
Era stupito, ero io quello che si sentiva un idiota totale – lo so, mi dispiace, ecco ...
- Sono pulito comunque – chiarì – non ho mai fatto sesso occasionale, il tipo con cui lo facevo prima era a posto
- Non è per te – il mio disagio continuava a crescere – scusa, non è che non mi fido. Ok, facciamo senza, non avrei dovuto dirlo così all'improvviso ... io ...
- Ehi Callum, frena – disse prendendomi il viso fra le mani e costringendomi a guardarlo negli occhi – se ti fa stare a tuo agio usiamo i preservativi d'ora in poi. Non c'è problema. – chiarì – adesso non li ho, quindi niente sesso, ma ... - poi si avvinò utilizzando il suo tono più seducente – ci sono altri modi in cui possiamo venire, giusto?
Non risposi ovviamente, mi ritrovai soltanto immerso in un piacere assurdo, Keno aveva cominciato a leccare la mia apertura e stimolarmi lentamente, la sensazione era incredibile. La lingua calda, le sue mani morbide, inserì due dita dentro di me ad un certo punto per ampliare il piacere mentre aveva preso a seviziare la mia erezione con la bocca.
C'erano decisamente infiniti modi per provare piacere e Keno ci tenne a mostrarmene il più possibile prima che mi liberassi totalmente soggiogato da un orgasmo impossibile da trattenere oltre. Vidi Keno accogliere il mio seme fra le labbra e poi suggellare un nuovo bacio sulle mie labbra facendomi sentire il mio stesso sapore, fu l'esperienza più erotica che avessi mai provato, tutto di lui era seducente.
- Allora ... - disse poi polendosi un angolo della bocca – fai venire anche me?
Lo avrei fatto, avrei acconsentito a qualsiasi cosa in quel momento, mentre per una notte tentato di lasciarmi alle spalle i miei scheletri e le mie azioni sbagliate.


ALENCAR

Mi appostai nel marciapiede opposto a quello dove si trovava l'appartamento di June e osservai il suo fin troppo tranquillo amante camminare spavaldo verso il palazzo ed entrare con una copia di chiavi. Scossi la testa, Kai, quello sì che era il tossico più strano che avessi mai visto, forse non era nemmeno stranezza, era follia. Kurt gli aveva dato un ultimatum, una di quelle proposte che devi accettare in fretta se non vuoi crepare nel modo peggiore, eppure quel moccioso era lì a tergiversare. Non solo non aveva dato ancora una risposta al mio capo ma continuava a vedere la figlia, come se essere trascinato al suo cospetto non fosse una metafora di quanto fosse dannatamente seria la questione.
Sospirai, non erano affari miei il come la gente decideva di morire, così annotai l'ora e la presenza di Kai all'appartamento sul foglio che avevo dietro. Ero pronto a voltarmi e andare via quando dovetti restare interdetto, proprio alle mie spalle c'era lei, June.
- Chi sei? – chiese con un tono che faceva trasparire quanto i suoi sospetti fossero radicati.
- Nessuno – risposi e tentati di superarla, ma lei ovviamente non me lo permise.
- Ti ho visto, so che mi stai seguendo – disse amaramente – e stai seguendo Kai!
- Il mio capo mi ha dato un ordine
- Il tuo capo? Chi è? – adesso tremava di rabbia – è lui, vero? Mio padre .... – quell'ultima parola la pronunciò con tutto il disgusto che possedeva.
Io continuai a mantenere un tono neutro e distante – fammi passare
- Cosa vuole da Kai? Perché lo segui? – insistette.
- Affari
- Che genere di affari! – sbraitò.
- Dovresti parlarne con il tuo ragazzo se proprio vuoi saperlo – replicai e questa volta la spinsi via in modo da liberarmi la strada – sappi che deve al mio capo una risposta, fare finta di niente non farà che peggiorare le cose
Aveva cento domande impresse sul volto, insieme alla confusione e a quel pizzico di paura che Kurt era riuscito ad imprimere anche sulla sua stessa figlia. Me ne andai senza dare altre spiegazioni e lei non ebbe la forza di trattenermi, la verità era che sarebbe stato meglio per tutti se Kai avesse preso quei soldi e fosse sparito. Ma i tossici sanno essere imprevedibili alle volte e non sempre vince il buon senso se c'è in ballo una droga migliore.

Quando rientrai nel mio appartamento mi lasciai cullare dal silenzio, non c'era niente lì era quella la mia vita, priva di qualsiasi cosa. La mia mente si concesse per un momento di pensare a Callum, era parecchio che non lo vedevo e mi chiesi cosa stesse facendo, se se la stesse cavando.
Sei tu che non te la cavi.
Scacciai quel pensiero e tentai di dimenticare anche il volto di Callum, dovevo cominciare ad imparare dal mondo intorno a me, non potevo permettermi di stare vicino a qualcuno.
In quel momento sentii un forte bussare alla porta e d'istinto presi la pistola che tenevo dietro il divano. Mi spostai lentamente verso la porta e mi accostai di lato osservando cautamente dallo spioncino con l'arma stratta nella mano.
- Chi è? – mormorai.
- Sono Jonas
La tensione iniziò a fluire via dal corpo e allentai la presa sulla pistola mentre aprivo la porta e mi ritrovavo il mio amico con lo sguardo stanco e nauseato, portava con se due borsoni.
- Cristo Santo – esclamò – adesso apri anche armato?
Io lo lasciai passare mentre scuotevo le spalle come se non ci fosse molto da dire – con i tempi che corrono non sai mai se il fattorino voglia piazzarti un buco in fronte.
Quello continuava a tenere un'espressione incredula mentre si dirigeva verso il divano e si gettava fra i cuscini totalmente a pezzi.
- Cosa c'è nei borsoni? – chiesi con un brutto presentimento nello stomaco.
- Vestiti
Quella era esattamente la risposta che meno desideravo sentire al mondo, eppure eravamo lì e io sapevo esattamente cosa stava per dirmi.
- Sul serio Jonas? Non può ... – tentai di dire ma lui mi interruppe immediatamente.
- E invece sì – disse secco – Liz mi ha buttato fuori di casa, io ... le ho dovuto dire la verità
- Cristo, sei serio? – ringhiai – perché!
- Perché sono tornato alle quattro di notte ieri, lei era lì con la nostra bambina in braccio e il telefono vicino. Pensava di dover chiamare la polizia visto che non aveva mie notizie dal pomeriggio! – esclamò – io non sono come te Alencar, non sono solo. Lei tiene a me, si preoccupa, devo darle delle spiegazioni
- Oh ma scusami, hai fatto un ottimo lavoro ripagando la donna della tua vita con delle informazioni che la uccideranno – commentai rabbioso.
- Non le ho detto proprio tutto, ma che altro potevo fare? - scosse la testa – quello che sa è stato sufficiente, mi ha buttato fuori. Ha detto che non mi farà avvicinare nemmeno a nostra figlia se non esco dal giro
Tremai, sperai che non stesse per dire quello che sapevo avrebbe detto, la situazione poteva trasformarsi in un bagno di sangue – cerca di non dire stronzate – lo ammonii.
- Invece sì, Alencar – cominciò serio – ascoltami, devo uscirne.
Io scossi la testa – mi hai chiesto di essere il tutore di tua figlia, mi hai chiesto di proteggerla e prendermi cura di lei. Credimi, lo sto facendo dicendoti di ripensarci, lui vi ucciderà tutti
Jonas annuì – lo so, so che non si può semplicemente uscire dal giro. Mi rivolgo a te perché voglio lasciare la città, mi serve aiuto per sparire.
Ci fu un enorme silenzio e lasciai che quelle parole si imprimessero nella mia mente, esattamente come lo sguardo serio di Jonas. Quello aveva senso, era dannatamente rischioso ma aveva senso, se fossero riusciti a lasciare il paese, andare da qualche parte dove Kurt non aveva contatti, sarebbero stati liberi.
E' difficile, rischioso, complicato.
- E' una cosa grossa – dissi seriamente – un piano del genere ha mille possibilità di fallire –
- Per questo mi rivolgo a te, tu sei il migliore per queste cose. Conosci tanta gente, i falsari, gli agganci giusti – commentò – serve qualcuno di assolutamente fidato. Voglio solo capire se è possibile, non rischierei mai la mia famiglia. Ma voglio tentare
- Serve qualcuno di cui Kurt non ha il controllo, la gente che conosco lavora anche per lui ... - ammisi – serve qualcuno che ti porti via senza tradirci
Poi mi venne in mente Tian, lui era nel giro da molti più anni di me e probabilmente aveva una serie di agganci più ampia della mia, era stato anche fuori città. Se qualcuno era in grado di organizzare quella fuga era lui, altrimenti non avevamo speranze.
- Ne parleremo con Tian – dissi serio – solo con lui, è l'unico di cui mi fido. E' nel giro da tanto tempo e se lui ci dirà che non è possibile allora non ne parleremo mai più. Ti è chiaro Jonas?
Lui annuì – sì, sono d'accordo. Se lui ha qualche opzione valida va bene, altrimenti non rivedrò mai più Liz e la bambina
Gli diedi una pacca sulla spalla, doveva essere tremendo per lui ma possedeva ancora quel briciolo di lucidità da capire quanto fosse sottile il confine fra la riuscita del piano e la morte certa. Non avrebbe mai rischiato la vita della sua famiglia e nemmeno io, li avrei protetti, affidandoli nelle mani dell'unico uomo che li avrebbe potuti salvare davvero.
- Per il momento puoi restare qui da me – ripresi – non dire niente e comportati normalmente. Ne parleremo in privato qui quando sarà il momento, ricordati che i suoi uomini gli riferiscono tutto
- Mi ha detto che sono un assassino – disse rabbrividendo – Liz, ha detto che sono un assassino che uccide i ragazzini come gli spacciatori hanno ucciso suo fratello iniziandolo a quella merda. È vero sai, mi sento un cazzo di mostro
- Stai solo cercando di sopravvivere Jonas, e, per quanto disumano, non c'è niente di male nel farlo.
Ci abbracciammo ed io sperai in un lieto fine per lui, quando vivi nella merda da tutta la vita è più facile affondare che risalire ed era stato quello a condurre un tipo come Jonas nel giro. Solo una serie di sfortunati eventi che alla fine ti si attaccano addosso e ti fanno finire nel fondo, ma non era il suo mondo quello. Lui poteva ancora risalire, io sperai che ce la facesse.

KAI


- Finalmente ti sei degnato a farti vedere! Ti sto chiamando da giorni, che cazzo ti prende? Dov'eri finito? Pensi di poter tornare qua quando ti pare? Siamo le tue puttane adesso?
Avevo fatto incazzare i ragazzi con la mia scomparsa e, specialmente, con quel silenzio che ero stato costretto a tenere con tutti o quasi. Gray mi lasciò entrare in stanza con un'espressione poco convinta sul volto. Rod e Drew erano già al tavolo, probabilmente a lavorare per il prossimo colpo. Mi ritrovai tre paia di occhi addosso
- Sentite, posso spiegarvi
- Faresti meglio ad iniziare infatti – commentò Rod – che diavolo ti prende? Sei finito nei guai, vero? A chi devi dei soldi?
- N-non è una questione di soldi stavolta – dissi a fatica, i loro sguardi si fecero ancora più intensi. Non potevo continuare a mentire al mio gruppo, avevo bisogno di qualcuno che mi guardasse le spalle
- Ho fatto incazzare un tipo molto potente, mi stanno pedinando da giorni ... non volevo portarli qui
- Lo hai seminato? – chiese Gray, preoccupato
- Sì, ma non posso attirare l'attenzione con un colpo, devo togliermi dalle palle questa questione prima, solo che non è semplice
- Di chi si tratta? – c'era ancora confusione nello sguardo di Rod, così come in quello degli altri – noi abbiamo bisogno di soldi e dobbiamo darci una mossa. Scommetto che anche a te farebbero comodo, così puoi portare la tua bella a cena in quei ristoranti chic che piacciono tanto alle donne. Per qual motivo ti stanno addosso? Vediamo di risolverla
Non volevo farli allarmare troppo, cercai di seguire il piano che avevo stabilito
- E' suo padre ... è un pezzo grosso e vuole che io scompaia dalla circolazione
Mi guardai bene dal fare il nome di Kurt, non era il caso che sapessero quanto fosse veramente grave la situazione.
- Cosa? E' assurdo! – esclamò Drew – e ti ha minacciato?
- Non è poi così assurdo. Se avessi una figlia anch'io vorrei che non avesse nulla a che fare con un tipo come Kai. Senza offesa – commentò Gray, ghignando.
Lo fulminai con lo sguardo – E chi si offende. Comunque questo è il motivo per cui mi sto tenendo alla larga dai nostri affari e da voi. Sembra che io dovrò dare una risposta a quest'uomo. O prendo i soldi e me ne vado o mi farà fuori
- Soldi? – parlarono tutti e tre all'unisono, poi fu Rod a riprendersi per primo e continuò – non ci avevi parlato di soldi! Vuole pagarti per toglierti dalle palle e lasciare sua figlia? E perché non sei già su un volo prima classe per le Seychelles?
- Ecco perché non volevo dirvi un cazzo, sapevo che non avreste capito! Non me ne vado, nessuno costringe Kai a fare qualcosa che non vuole fare, ok? Semplice! Non mi tolgo dalle palle e non intendo lasciare June
Il silenzio si espanse per tutta la stanza, gli unici rumori provenivano dalla strada trafficata di sotto, vidi Gray accendersi una sigaretta con aria meditabonda, poi mi guardò di nuovo e parlò
- Quand'è che devi dare la tua risposta?
- Oggi – dissi con un filo di voce, probabilmente il rosso era già appostato da qualche parte intorno casa, in attesa che mi fossi fatto vivo.
- Bene, vuoi una copertura? Posso venire con te
Scossi la testa, la tasca della mia giacca era più pesante del solito, infilai una mano e tirai fuori la pistola che mi ero procurato – è da un po' che cammino con questa ... giusto per precauzione
- Kai ... chi diavolo è il padre di June se sei finito a girare con una cazzo di pistola nella tasca? Insomma, lei lo sa?
Forse non lo aveva ancora capito, ma aveva iniziato a fare fin troppe domande. Forse alla fine quello psicopatico di Kurt stava riuscendo nel suo intento di separarci, pensai, con una certa amarezza. Perché avrei dovuto permettergli di portarmi via l'unico regalo che la vita mi aveva fatto? Ero un tossico, un reietto, un figlio e un fratello indegno ... eppure c'era June con me e le cose andavano molto meglio da quando l'avevo conosciuta.
- Kai?
Mi riscossi, sapevo cosa fare. Era arrivato il momento di combattere per qualcosa che non fosse nocivo come denaro, puttane o eroina, finalmente stavo lottando per qualcosa di sano e puro. Salutai i ragazzi in tutta fretta, muto di fronte alle loro richieste di lasciar perdere. Se avessero saputo che ero invischiato con Kurt Royce le loro proteste sarebbero aumentate in modo esponenziale. Avevo anche avuto la possibilità di parlarne con Levin, ma non trovavo fosse giusto gettargli addosso altri problemi, non dopo tutto quello che stava passando e che aveva già passato a causa mia.
Lo notai mentre stavo tornando a casa, i suoi capelli erano rossi come il sangue che Kurt mi avrebbe fatto sgorgare da ogni centimetro della mia pelle se avesse potuto. Aveva le braccia conserte e se ne stava appoggiato contro un muro, sicuro che mi sarei fermato. E infatti lo feci subito dopo, non aveva senso fingere che lui non fosse lì, né provare a scappare. Lo guardai in quegli occhi chiari e gelidi, di chi ormai non faceva più caso agli orrori che vedeva o che causava in prima persona.
- Eccoti qui
- Eccomi qui – risposi a bassa voce, la mia mano stringeva già il cane della pistola
- Allora? Sto aspettando ... cosa devo dire al mio capo?
- Lo hai già capito – lo poteva leggere nei miei occhi, non stavo facendo nulla per nasconderlo
- Sei davvero tanto idiota? Voglio sentirtelo dire comunque, per esserne sicuro
- Bene. Dì al tuo capo che Kai Eickam non può essere comprato. Non accetterò i suoi soldi e non lascerò June. Può farsene una ragione o può farmi fuori, ma in quel caso sappi che June verrà a sapere tutto. Me ne appurerò di persona. Quindi la domanda è questo: Kurt è disposto a farsi odiare per sempre da sua figlia? Arriverebbe davvero fino a questo punto pur di non vederla con me?
Alencar sospirò, non gliela stava rendendo semplice e questo non gli piaceva, ma allo stesso tempo capii che non aveva mai avuto speranze diverse da quelle. Sapeva cosa avrei deciso, doveva saperlo anche Kurt in fondo.
- Benissimo, hai preso la tua decisione, Eickam. Non la condivido, è pessima e ti farà crepare nel modo peggiore esistente al mondo, ma ehi ... sono scelte personali. Riferirò
Abbassai la testa, il mio stomaco si torse dolorosamente al solo pensiero di quello a cui sarei andato incontro se Kurt avesse deciso di condannarmi senza pensarci due volte. Poteva farlo, era abbastanza pazzo da farlo.
- Non sei qui per trascinarmi da lui? – la mia presa sulla pistola era ancora ferrea, stavo sudando
Quello scosse la testa – Nah, questa era una chiacchierata amichevole. Quello che succederà dopo è tutto da vedere, ma non prevedo un futuro roseo per te. Kurt non sarà contento per niente e il fatto che sia io a dovergli dare questa dannata risposta ...
Il rosso nascose un brivido, non ero l'unico che Kurt teneva per le palle, pensai, sentendomi un po' meno solo in quel cazzo di mondo. Lasciai la presa sulla pistola a quel punto, lui se ne stava per andare, quando si fermò di nuovo
- Ah, lascia che ti dica una cosa, la tua ragazza ha già capito tutto. E devo comunicare anche questo al boss, quindi sarà incazzato il doppio. Buona fortuna, Eickam ... guardati le spalle
Ero immobile e stava iniziando a piovere a dirotto. Guardai il mio stalker andar via in fretta, mentre realizzavo che non sarebbe bastato passare a prendere del cinese per risolvere le cose con June, non quella sera.
L'atmosfera era cupa come immaginavo in casa, lei era al bancone della cucina, un bicchiere di vino colmo fino al bordo e la bottiglia ormai quasi vuota a farle compagnia. I suoi occhi scuri ed allungati mi trapassarono da parte a parte non appena misi piede in cucina. Appoggiai comunque il suo cinese preferito sul tavolo, quasi come un'offerta di pace che sapevo non avrebbe accettato.
- Perché non mi hai detto niente? Credi che io sia stupida, Kai? Credi che non abbia imparato a conoscerti o che non conosca mio padre? – la sua voce tremò verso la fine
- Non volevo farti stare in pensiero ... - dissi semplicemente – è una questione tra me e tuo padre
- Ed io, Kai? Sono la tua ragazza e purtroppo sono sua figlia! Credi che io debba restarne fuori? – stava tremando, provai ad avvicinarmi ma lei mi spinse via subito dopo
- Credevo di poter risolvere le cose da solo. Non volevo raccontarti quello che tuo padre sta provando a farci ... è pur sempre tuo padre
- No! E' solo un bastardo! Un assassino che non guarda in faccia nessuno e che vive soltanto per il potere ed il denaro! Vuole controllare anche noi e comprare te! E tu hai pensato bene di tenermi all'oscuro da tutto questo, come se fossi una dannata bambina ...
June scoppiò in un pianto rabbioso – dimmi, eri intenzionato ad accettare i suoi soldi? E' per questo non mi hai detto nulla?
Ero sgomento – No, June, no! Cosa diavolo ti viene in mente? Credi che sarei ancora qui se avessi voluto accettare i suoi soldi? A rischiare la vita in questo modo? Certo che no
Volevo abbracciarla, stringerla a me fino a mettere un freno a tutta quella rabbia e disperazione, ma lei continuava a spingermi via
- June, ti prego ...
- Dovresti andar via per questa notte – la sua voce suonò ferma nonostante le lacrime
- Perché? Adesso sai tutto, possiamo parlarne con calma ...
Scosse la testa – Vattene. Voglio rimanere da sola
- Ma perché? – ero confuso e disperato, anche June voleva liberarsi di me adesso?
- P-perché mio padre ha minacciato di ucciderti e i-io lo conosco ... lui è capace di tutto. Devo andare a parlargli, lo distruggerò
- No, June no. Non puoi, peggioreresti solo le cose, ok? Non può farmi fuori, adesso sa che anche tu sei a conoscenza del suo piano. Non oserebbe, non ti farebbe questo
Sentivo il cuore sul punto di esplodere, finalmente riuscii a raggiungerla e a stringerla tra le mie braccia – dobbiamo essere più astuti di così ...
- S-se non può colpire te allora troverà comunque un modo per piegarti. Lo conosco, Kai.
Quelle parole mi fecero venire i brividi, sentire June parlare in quel modo del suo stesso padre era spaventoso. Che tipo di infanzia aveva avuto con uno come Kurt per padre? E dov'era sua madre? Quanto del suo passato aveva deciso di insabbiare?
- Non oserà fare del male a te però, ne sono sicuro e lo sai anche tu. Sei l'unico essere umano di cui gli importi, no?
- Ma questo non è un bene – singhiozzò June – per niente. E questo amore di cui parla è troppo simile al controllo ... non mi permette di lasciare il paese, d-devo vivere in questo appartamento e come vedi a volte mi fa pedinare dai suoi uomini. A lui non importa che io sia felice, vuole solo che rimanga sotto il suo controllo
La strinsi forte, ero finito in una situazione spaventosa, ma capii che June, invece, c'era nata e cresciuta lì. Quella era stata la sua vita per diciannove anni. La baciai piano, facendomi strada tra i capelli che le ricadevano sul viso in piccole ciocche nere. Lo liberai e posai le mie labbra sulle sue che sapevano di sale
- D-devi andar via, ok? Fino a quando non penseremo ad un piano è meglio che lui creda di aver incasinato la nostra storia. Forse ci darà del tempo prima di passare al contrattacco. Deve sperare che la nostra relazione possa finire da sola
- Ma non succederà. Non scomparirò dalla tua vita, June. Non ho paura
- Perché sei uno stupido – c'era un'enorme dolcezza nel suo sguardo mentre pronunciava quelle parole. Mi lasciai accarezzare dalle sue mani morbide e leggere, chiudendo gli occhi di fronte a quelle attenzioni bellissime. Avevo capito e June non si sbagliava, avevamo bisogno di guadagnare un po' di tempo, anche a costo di non vederci più per un po'.
- Ti farò avere un cellulare prepagato sul quale potremo sentirci senza venire intercettati, va bene? Ma questa situazione non durerà a lungo, troverò un modo
- O potrei andare a parlargli – suggerì lei
- Per farlo incazzare ancora di più? – scossi la testa – no, aspetteremo la sua mossa, sperando che abbia deciso di lasciar perdere visto che anche tu sei a conoscenza delle sue minacce adesso.
June scosse la testa, le mie parole non l'aveva convinta, ma non aggiunse nulla. Dovevamo andare fino in fondo e dovevamo farlo con coraggio.
Eravamo davanti alla porta, il suo viso era preoccupato e stanco quanto il mio, mi lasciai accarezzare il viso
- T-tu davvero non hai mai pensato di andar via con i soldi che ti erano stati offerti?
- No, come avrei potuto? Credi che un vecchio pezzo di merda possa mai decidere sul mio futuro? Sul nostro futuro? Oh, ti prego. Non volevo farti piangere di nuovo
L'amavo fino a quel punto? Non mi ero mai posto quella domanda, forse perché la risposta era talmente certa dentro di me che non avevo neanche bisogno di far chiarezza nei miei sentimenti. Era un sì secco, senza indecisioni. Un sì che forse mi avrebbe condannato a morte come nelle migliori tragedia shakespeariane.

ANGOLO AUTORE:

Nuovo capitolo, nuovi drammi XD Le scelte di Kai non sono mai quelle più sagge, chissà cosa scatenerà questo suo rifiuto! Anche per Alencar la vita sempre farsi sempre più complicata e persino il suo rapporto con Callum si sta disgregando sempre di più. Grazie a tutti i nostri lettori e a chi trova il tempo di lasciarci un commento, ci fa tanto piacere <3 Alla prossima settimana con un capitolo mooooolto interessane ;)

BLACKSTEEL

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