Porta itineris dicitur longissima esse.
(Si dice che la porta sia la parte più lunga di un viaggio).CALLUM
Aprii prigramente gli occhi e mi ci volle un momento per ricordarmi dove mi trovavo, nonostante non si trattasse del mio primo risveglio lì, mi sembrava assurdo essere davvero in camera di Alencar. La luce filtrava lievemente dalle tende chiuse, sentivo il suo corpo accanto al mio ancora addormentato, quel calore confortante e familiare.
E' davvero la mia vita?
Mi sorprendevo sempre davanti a quella domanda, mai mi sarei aspettato di vivere giorni come quelli, anche se le ombre erano sempre dietro l'angolo. Sapevo che il grande piano di Alencar era iniziato, lo avevo visto togliersi i vestiti sporchi di sangue e mi si era formato un nodo allo stomaco. Erano tutti coinvolti, persino Levin, e questo mi faceva sentire tremendamente inutile, come se non riuscissi a proteggere davvero le persone a cui volevo bene.
Mi sollevai a sedere sul letto e mi portai le mani a strofinarmi il viso, la mia mente si affollava di pensieri orribili ogni volta che mi soffermavo a riflettere su quello che stavano facendo.
- Callum ...
La voce di Alencar si sollevò dall'oscurità e, spostando lo sguardo, mi resi conto dei suoi occhi stanchi su di me, si era svegliato e mi stava scrutando attentamente.
- Buongiorno – gli dissi sorridendo leggermente, nel tentativo di non farlo preoccupare.
Naturalmente non funzionò – a cosa stai pensando?
Io scossi la testa leggermente, cercando di evitare l'argomento, ma lo sentii sollevarsi, stava passando un braccio intorno a me, aderendo con il petto alla mia schiena.
Quella vicinanza era insieme un privilegio e una tortura – sono solo preoccupato – mormorai alla fine – per te, per Levin
- So che è difficile
- Ti vedo entrare e uscire a tutte le ore – continuai – e ho paura che tu possa non tornare
- Per il momento sta andando bene – mi rassicurò – e mi impegnerò affinchè sia così. Portarti qui non era programmato ma farò in modo che tu sia al sicuro, che nessuno bussi a quella porta
Io scossi la testa – stai sempre a preoccuparti per me, come se non fossimo legati ...- dissi mentre sentivo quel nodo stringersi ancora di più nelle mie viscere – come se io potessi andare avanti, se dovesse accaderti qualcosa ...
I suoi occhi si incupirono, non gli piaceva quel genere di discorso, forse rendersi conto di quanto fossimo dipendenti l'uno dall'altro gli faceva paura, ma era così. Nella mia mente si apriva il vuoto al solo pensiero di perderlo, ero sopravvissuto a troppe persone, ma non sarei mai voluto andare avanti in un mondo in cui persino Alencar non c'era più.
Trattenni il respiro quando sentii le sue labbra poggiarsi sulla mia spalla nuda, stava di nuovo cercando di salvarmi da me stesso, dai miei pensieri dolorosi. Il mio corpo si riempì di brividi mentre lo sentivo scendere lentamente verso la schiena, sentivo la sua lingua umida bagnarmi la pelle.
- Alencar ... - sussurrai senza riuscire a capire cosa volessi.
Doveva fermarsi? Continuare? Non sapevo per cosa avevo usato quel tono supplichevole ma, quando sentii la sua mano spostarsi in avanti, fra le mie gambe, mi lasciai totalmente andare contro il suo petto.
Mi teneva fra le braccia, il mio naso sfregava contro l'incavo del suo collo mentre la sua mano si era mossa ad accarezzare il mio sesso, che aveva risposto prontamente. In pochi secondi mi ritrovai a gemere mentre sentivo il tocco di Alencar sempre più deciso sulla mia erezione.
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Split
RomanceBrooklyn. Le vite di un gruppo di giovani ragazzi si intrecciano nella città piena di luci mentre cercano di tenere a bada le ombre del loro passato. C'è chi lotta per un amore inconciliabile e chi, semplicemente, si batte soltanto per rimanere a ga...