Capitolo 2

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Il giorno seguente la sveglia suona incontrollata e, per spegnerla, cado dal letto.

Non è proprio il modo migliore per iniziare la giornata, eh?

«Tesoro sei sveglia?» chiede mia madre, bussando alla porta.

«Si mamma!» urlo, liberandomi dalle coperte.

Cavoli, la mattina non è proprio il mio momento migliore della giornata penso ridendo di quanto io stessa sia impacciata.

«Noi andiamo a messa tu vai nella foresta?» dice entrando.

Mi alzo velocemente cercando di sistemare il nido di rondini che ho in testa.

«Si vado a lavoro» esclamo, anche se per me non è proprio un lavoro.

«Perfetto, ci vediamo stasera allora» mi avvisa, salutandomi con un bacio volante per poi richiudere la porta.

Sospirando, mi butto sul letto per poi rialzarmi di scatto per andare nella foresta.

Vado in bagno e, dopo una doccia, asciugo i miei bellissimi capelli biondi. Mi vesto e metto un po' di mascara e eye-liner per mettere in risalto i miei occhi castani.

Le labbra piene e carnose brillano per il leggero strato di gloss alla ciliegia che ho applicato. Prendo la borsa marrone a tracolla ed esco in fretta.

Con la mia Mini bianca corro sulla strada verso il luogo che più preferisco: la foresta di Wolvesland.

È come se mi sentissi veramente a casa lì, come se il tempo si fermasse. Tanti, compresi le mie amiche, credono che io sia pazza a ritenere questo posto un luogo magico, ma per me è così. Mi sento viva quando sono tra i maestosi alberi del bosco, come se fossero una casa accogliente e protetta.

Esco dall'autovettura dopo aver parcheggiato all'entrata, proprio davanti al cancello grigio un po'arrugginito ma perfettamente funzionante.

Varco l'ingresso con il tesserino per chi lavora e respiro a pieni polmoni l'aria di casa.

Comincio a passeggiare tra gli alberi, dando da mangiare agli scoiattoli che mi si avvicinano, sentendo l'odore delle noccioline.

Intorno a me il prato rigoglioso è caratterizzato dai tanti fiori piccoli e profumati che ci sono, impreziosendolo come gemme colorate.

Le ore trascorrono velocemente e, con il trascorrere inesorabile del tempo, arriva subito la sera.

Mentre attraverso il gabbiotto d'entrata il rumore di un ramo spezzato mi fa trasalire.

Potrebbe essere un orso, dato che se ne vedono molto in questo periodo. Essendo preparata a questi incontri con gli orsi, tiro fuori dalla tasca lo spray al peperoncino.

Un ringhio mi fa drizzare la pelle così mi giro lentamente.

Ti prego Signore, fa che non muoia cosi penso, pregando come non ho mai fatto in vita mia.

Ciò che si presenta davanti mi lascia con la bocca completamente spalancata e lo spray cade dalla mia mano, producendo un sordo rumore.

LA MIA MATE: cuori spezzati Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora