Capitolo 6

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Non so se sia un mago o qualcos'altro, ma questo vecchietto è riuscito a capire di che lupo stavo parlando.

Sulla pergamena c'è un dipinto: proprio quell'enorme lupo nero dagli occhi rossi che si erge con fierezza in mezzo agli alberi.

«È lui vero?» chiede, anche se lo ha già capito dalla mia reazione.

«Si» mormoro, guardandolo di sottecchi.

«Allora cara non è un lupo qualsiasi» commenta ridacchiando leggermente, riponendo la pergamena.

Mi sta prendendo in giro? Penso.

«So che non è un lupo normale, di una razza speciale forse....» suppongo.

«No, lui è un lupo-» non finisce di parlare che cade a terra sul pavimento.

Oh Mio Dio!

«Signore» dico scuotendolo, leggermente preoccupata.

Santo cielo! Ma che gli è preso?!

«Signore la prego si svegli!» urlo, cercando di svegliarlo.

Un minuto prima era tanto sveglio e attivo...e adesso è caduto come se qualcuno l'avesse ucciso.

«Aiuto!» grido, ma il suo cuore non batte più.

Oddio è morto. Un signore è morto davanti ai miei occhi mentre stava parlando.

Prendo il polso tremando dalla vicenda per controllare se c'è un battito, anche se debole, e noto che c'è uno strano simbolo sopra: un cerchio con metà albero e metà luna. È chiarissimo ma sta scomparendo lentamente, come se rappresentasse la vita di quest'uomo.

Nel frattempo l'ambulanza chiamata arriva e lo porta via, sotto gli sguardi increduli della gente che, come me, stava nella libreria.

Non è colpa mia se è morto giusto? Io non ho fatto niente penso, sudando freddo per la situazione.

Da un lato sono delusa perché stava per dirmi qualcosa di importante credo, ma dall'altro lato, è morto proprio davanti a me.

Esco velocemente dalla libreria guardando a destra e sinistra con la paura che qualcuno possa darmi la colpa, anche se non presenta alcun danno fisico e potrebbe essere stato un malore, e Grace ed Emma mi guardano scioccate.

«Che è successo?» domanda Grace, indicando l'ambulanza che ormai si è dileguata.

«Un Signore mi stava parlando e si è accasciato sul pavimento. Credo che sia morto» spiego, ancora scossa.

Loro spalancano gli occhi come se non se l'aspettassero affatto, ed effettivamente è davvero assurda come vicenda.

«Oddio! Che shock deve essere stato per te! Tesoro andiamo subito al bar» dicono entrambe trascinandomi verso il piccolo bar.

Questa è la cosa che mi fa più male: l'indifferenza. È appena morto il proprietario della libreria sotto i miei occhi e loro usano la scusa dello shock per abbordare qualcuno.

Infatti stanno già flirtando con due baristi.

Mi dileguo velocemente per andare a casa dato che è stata una giornata difficile e non ho voglia di stare lì ed essere ignorata.

«Cass hai saputo del signor Lamp? È morto purtroppo» esordisce mia madre.

Mi guarda con i suoi occhi neri spaventati mentre mio padre cerca di tranquillizzarla.

«Si lo so» rispondo e, con un groppo in gola, salgo le scale senza nemmeno mangiare perché non ho fame. Una persona probabilmente è morta per qualcosa che ho fatto io e ora sono punto e daccapo.

Disegno in fretta il simbolo strano su un foglio e lo metto nella borsa. Se mi tornasse utile vorrei ricordarlo anche prevedendo possibili vuoti di memoria improvvisi.

Assistere alla morte è sempre una terribile ma vedere qualcuno morire mentre stava parlando serenamente e non aveva delle gravi malattie, beh lo è ancora di più.

Mi addormento con il pensiero di tornare in libreria il giorno seguente per trovare una qualche spiegazione plausibile.

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Ciao belli!

Oggi purtroppo inizio la scuola 🙄

Vi sta piacendo la storia?

Bacia
Angy❤️

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