Capitolo 54

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Mandatemi le domande da fare ai personaggi della storia! Se volete nei commenti di questo capitolo o in direct!
Buona lettura❤️

Eccoci qua. È passato un anno e adesso non ci sono quasi più lupi mannari e vampiri, se non solitari. O meglio non ce ne sono tanti, a parte un unico grande gruppo, un grandissimo branco.

So che sono loro. L'ho sempre saputo ma Greg ha pensato che sarebbe stato bello se fossero stati gli ultimi. Sanno che stiamo arrivando, lo sanno da tempo ormai e per questa grande e ultima spedizione, tutto l'esercito si è mosso. Anche Greg l'idiota combatterà.

Dopo aver riempito gli aerei di armi, saliamo a bordo e partiamo.

Greg batte le mani sulle sue ginocchia invitandomi a sedermi.

Anche se controvoglia, mi alzo e mi siedo su di lui. Mi tiene per i fianchi così non cado, per il resto il contatto fisico tra noi non esiste e non è mai esistito.

«Allora...pronta?» sussurra al mio orecchio.

«Sono nata pronta» replico solamente.

Fa uno strano effetto sapere che stiamo andando dal brano di Blake. Se ci penso mi mancano quei momenti in cui eravamo entrambi felici, ci amavamo e pensavamo solo al nostro futuro insieme.

Quando mi portava in barca e alla fine finivo in acqua perché mi buttava con tutti i vestiti. O quando salivamo sulla montagna per vedere il tramonto sul mare. O quando ancora siamo andati al luna park di Wolvesland, come se fosse un umano. È stato uno dei giorni più belli della mia vita. Peccato che quella vita io non l'avrò mai più.

«A cosa pensi?» domanda Greg, riportandomi sulla terra.

Alzo le spalle perché non ho voglia di parlare di lui e soprattutto so che gli dà fastidio.

«Ehi» mi richiama, puntando i suoi occhi nei miei «So che tu non mi ami, ma io si. Farò in modo che non ti succeda niente e guai a te se combini disastri perché giuro che lo decapito davanti ai tuoi occhi» mi minaccia, stringendo talmente tante forte il mento che non posso nemmeno a parlare.

«Punto primo: non ho bisogno del tuo aiuto, so cavarmela da sola. Punto secondo: non ce ne sarà bisogno» ribatto arrabbiata, riuscendo a liberarmi dalla sua presa.

Così nessuno dei due parla più e voliamo nel silenzio assoluto.

Appena atterriamo quasi mi sembra di ritornare nel passato. Era da tanto che non venivano qui e niente è cambiato. Quasi come se il tempo si fosse fermato....

Gli alberi nascondono le poche nuvole più bianche ci sono, visto che anche la natura non sembra d'accordo con questa guerra, a giudicare da tutte le nuvole nere che ricoprono il cielo.

Poi noto dei graffi profondi e lunghi un albero. No, sono delle parole.

Mi avvicino curiosamente, passando il dito sopra le lettere: Ti troverò sempre. La mia casa è dove sei tu, la mia casa sei tu.

Quasi mi salgono le lacrime perché riconosco la scrittura. So che è stato lui e mi viene quasi un colpo quando vedo che tutti gli alberi c'è la stessa identica scritta.

Deglutisco rumorosamente perché, se prima di partire ero convinta di poter resistere e non crollare, ora non sono convinta nemmeno di come mi chiamo.

LA MIA MATE: cuori spezzati Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora