Capitolo 10

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Mi sveglio sentendo il rumore insistente della mia amata nemica, la sveglia.

Un momento...ma nel salone non ci sono sveglie!

Mi alzo di scatto trovandomi nella mia stanza.

Come ci sono arrivata qui? Penso con un velo di preoccupazione.

Apro la porta scalza ma non c'è nessun rumore per i corridoi e i miei non ci sono ancora.

Forse mi sono alzata nel cuore della notte per andare in camera mia?

È impossibile! Ho il sonno pesante e le cose sono due: o sono diventata improvvisamente sonnambula, cosa molto improbabile, o qualcuno mi ci ha portato qui.

È impossibile che sia entrato un ladro e mi abbia messa a letto!

Smetto di pensare a tutta questa vicenda, perché è tutto troppo strano, e mi preparo velocemente, cercando di non farmi prendere dall'ansia.

Guido verso la foresta con un contenitore di pasta e della carne cotta.

Mangerò li e, se il lupo starà con me, gli darò da mangiare. L'ultima volta la mela non deve essere stato il suo pasto preferito, dopotutto è sempre un lupo.

Scendo dall'auto e saluto Finn, che oggi stranamente non mi saluta, ma si volta verso l'altra parete.

Questa è una giornata molto strana.

Appena arrivo alla quercia c'è già il lupo che, appena mi vede, mi salta addosso.

Cado come una balena spiaggiata e lui inizia a leccarmi tutta la faccia.

«Ok ok sta buono!» dico ridendo.

Si stacca da me ma resta sempre vicino e allegro.

Oh, vorrei tanto essere spensierata come lui: niente problemi su cosa fare la sera, niente problemi familiari, niente problemi sui vestiti....solo correre tra gli alberi e respirare aria pura.

Mangiamo e poi ci rilassiamo un po' sotto l'ombra della grande quercia.

«Ti voglio dare un nome, ho deciso» rompo il silenzio e lui fa una faccia preoccupata, perdendo l'entusiasmo.

«Oh avanti!» esclamo, posando la borsa ai piedi della quercia.

«Che ne dici di Black?» propongo e lui scuote la testa.

«Mmh... Ares?» dico e scuote nuovamente la testa.

Continua a rifiutare ogni nome che gli dico mentre io sbuffo pesantemente.

«Allora quale dici?» chiedo ormai rassegnata.

Lui tira fuori gli artigli e scrive un nome sulla terra: BLAKE.

C-Come ha fatto a scrivere sul terreno?! I lupi non dovrebbero sapere di certo l'alfabeto e mi sto seriamente preoccupano di questa giornata così bizzarra.

«Certo che sei davvero intelligente, Blake! Mi piace» ridacchio abbracciandolo.

Struscia la testa contro di me e gli salgo in groppa con un piccolissimo aiuto da parte sua.

«Siccome devo controllare un po' la zona che ne dici di passeggiare?» domando e lui fa un cenno con il capo.

È strabiliante come sia intelligente, riesce a capirmi e a farsi capire. Un lupo qualsiasi non sarebbe in grado di fare ciò che fa lui continua a farmi notare la mia amata coscienza.

Adoro stare con lui, mi fa divertire, rilassare e poi è simpatico per essere un animale, stranamente con Blake al mio fianco non mi sento tanto sola e sicuramente mi considera più di tante altre persone.

Probabilmente si accorge che sto pensando ad altro perché ringhia, facendomi portare l'attenzione su di lui.

Gelosone! penso ridacchiando.

Facciamo una lunga passeggiata poi lui fiuta qualcosa e va verso l'altro lato.

Gli tiro leggermente il pelo e lui si ferma.

«Perché non continuiamo di la ?» chiedo, ma mi ignora così scendo e lo guardo negli occhi.

So che mi ha capito ma finge di non averlo fatto.

«Allora?» chiedo.

Lui sbuffa facendomi cenno di andare via.

«No, io voglio andare là. Se tu non vieni con me, andrò da sola» dico duramente, girandomi e camminando.

LA MIA MATE: cuori spezzati Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora