Capitolo 14

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Faccio velocemente una doccia, mi cambio e, dopo aver mangiato giusto qualcosina, vado nella foresta.

Passando sulla strada, la mia macchina si ferma quasi da sola davanti alla macelleria del posto. Scendo ed entro, salutando il macellaio che come al solito si rivela sempre gentile e cordiale.

«Save, mi può dare una quindicina di salsicce cotte?» domando e nello stesso istante, lui sparisce dietro.

Poco dopo riparto per il mio posto perfetto con la carne sul sedile e che produce un profumino per niente spiacevole.

Saluto Finn e vado alla quercia, infilando il pacco di carta stagnola nella borsa per non dare nell'occhio. Stavolta però non c'è nessuno.

«Blake!» lo chiamo.

Comincio a camminare e urlare il suo nome ma niente.

«Blake!» urlo e, ad un certo punto, il rumore di un ramo spezzato e trotti simili a quelli dei cavalli giungono alle mie orecchie.

Mi volto spaventata, anche se con la speranza di vedere il mio amichetto, e ci sono tre lupacchiotti che giocano rincorrendosi.

Si fermano a guardarmi con i loro occhioni grandi e dolci, e uno si lecca il muso.

Oh giusto! Le salsicce.

Le tiro fuori dalla borsa e, nonostante io gliele porga lentamente, queste finiscono in un battibaleno.

Per essere dei cuccioli sono piuttosto grandi...ma certo! Appartengono alla stessa razza di Blake!

«Ehi» dico accarezzandoli.

Saltellano felici e fanno a gara ad essere accarezzati prima.

Sono così dolci....

Uno tutto marrone scuro prende dalla borsa una delle palline che mi ero anche dimenticata di avere, tra l'altro.

La prendo dalla bocca senza essere morsa o ferita dai loro denti piuttosto grandi e appuntiti e la tiro con quanta più forza ho.

Giocano tra di loro e quando gliela lancio la riportano molto volentieri.

All'improvviso un ringhio alle mie spalle fa scappare i cuccioli in una precisa direzione.

Vedo il suo muso avvicinarsi a me e lateralmente sfiora la mia guancia, come se avesse paura di farmi del male.

Mi volto e lo abbraccio, con un po' di difficoltà a causa delle sue dimensioni.

«Mi sei mancato» sussurro tra il suo pelo, sorridendo per le mie stesse parole.

Davvero ho sentito la mancanza di un lupo? Si, terribilmente.

È come se ne fossi dipendente, come se fosse una parte indispensabile per me ormai.

Mi stacco e guardo Blake negli occhi accarezzandolo dolcemente.

Poi la testa mi gira, come se stessi su una giostra che non smette mai di girare. Barcollo leggermente ma il lupo mi sorregge almeno fino a quando non perdo totalmente il controllo del mio corpo.

«Dormi,ci penso io a te ora» sussurra una voce sconosciuta prima che svenga.

LA MIA MATE: cuori spezzati Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora