Capitolo 19

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Poggio la mano sulla maniglia e sto quasi per abbassarla, quando un ringhio potentissimo mi congela.

So già chi lo ha fatto.

Sento una sedia che si scosta e dei passi venire verso di me.

Accidenti! Sta venendo verso di me! Stavolta mi ammazza davvero!

Vorrei tanto correre via al piano di sopra e chiudermi in camera, ma è come se fossi bloccata. Non riesco a muovermi mentre vorrei solo scomparire in un'altra dimensione ed essere dimenticata.

Poi mi prende il polso in modo violento e mi gira verso di lui.

Ha gli occhi rossi come non mai e tra poco gli esce il fumo dal naso per la rabbia.

«Cosa hai osato dire?!» urla infuriato.

Abbasso subito la testa.

«I-Io h-ho...» comincio a balbettare.

Non riesco a finire la frase che mi spinge violentemente fuori dalla sala.

Cammina verso il piano superiore e mi stringe il polso fortissimo.

«Mi fai male!» strillo con ormai le lacrime agli occhi.

Invece di mollare la presa, stringe ancora di più.

«HO DETTO DI LASCIARMI ! ALPHA DEI MIEI STIVALI!» strillo.

Si gira piano e mi guarda. Ora è ancora più arrabbiato di prima.

Mi prende in spalla come un sacco di patate.

«Lasciami!» continuo ad urlare con rabbia scalciando come una pazza.

«Zitta!» urla arrabbiato e mi tira uno schiaffo fortissimo sul sedere.

Ah, fa malissimo penso mentre il mio volto è inondato dalle lacrime.

Arriviamo poco dopo nella stanza in cui mi ero risvegliata la prima volta.

Mi fa scendere, mi sbatte al muro in modo talmente violento che tra un po' la schiena ho paura si possa spezzare.

«Tu non andrai da nessuna parte! Rimarrai qui per il resto della tua vita e non permetterti mai più a dire quelle cose!» mi urla contro arrabbiato.

«No» ribatto cercando di recuperare quel poco di coraggio che ho ancora.

Mi guarda e sta per ammazzarmi, me lo sento.

«Io non rimarrò mai qui! Non sarò la Luna di questo cavolo di branco e non sarò mai la tua compagna!» urlo, con tutto il fiato che ho.

Mi guarda scioccato e poco dopo mi ritrovo a terra e con un forte dolore alla guancia.

Mi ha tirato uno schiaffo. Mi ha appena tirato uno schiaffo.

Alzo lo sguardo verso di lui e le lacrime cominciano a scendere senza sosta.

Mi guarda duramente ma poi se ne va.

Perché tutto a me?! Che ho fatto di così male?!

Mi rannicchio nel letto, con il cuscino al petto.

Dopo pochi minuti qualcuno bussa alla porta.

«Sono Hailey, ti prego aprimi» mormora con voce dolce.

«Vai via» replico piangendo.

«Ma io...»cerca di dire ma è inutile.

«HO DETTO DI ANDARE VIA!» urlo con la voce incrinata.

Non sento risposta quindi credo che se ne sia andata.

LA MIA MATE: cuori spezzati Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora