Capitolo 12

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Chiamo per una pizza esattamente come ieri.

Accendo la televisione ed ecco che la pizza arriva puntualmente dopo dieci minuti.

Sorridendo ,perché il mio piano sta riuscendo alla perfezione, apro la porta ed ecco che lo stesso ragazzo compare.

Meraviglioso penso con una punta d'orgoglio.

«Ma ciao bella fanciulla» esordisce sorridendo.

«Ciao, ecco a te» dico porgendogli i soldi.

«Spero di rivederti presto, io sono Trevor» si presenta.

«Io Cassandra» ricambio, prima di chiudere la porta.

Mangio la pizza guardando la tv e, dopo aver controllato che le telecamera sia apposto, mi addormento.

Il giorno dopo sono sul letto come previsto, salto giù con un balzo e la telecamera è ancora lì.

Controllo e....no! Accidenti ma come è possibile! Si è spenta per un lungo tratto e proprio in quei minuti in cui venivo trasportata.

Maledizione! Come è possibile che sia successo?!

Sbuffando pesantemente, faccio colazione e i miei genitori compaiono in tutta la loro imponenza.

«Tesoro noi dobbiamo fare un viaggio di lavoro, staremo via per due settimane. Abbiamo cercato di accorciare il prima possibile per te» mi avvisa mia madre.

Mio padre nel frattempo carica le valigie in macchina facendo avanti e dietro per il cortile.

Tanto so che mia madre si sta aspettando che io la incoraggi ad andare via perché è proprio come una ragazzina della mia età che vuole solo divertirsi e non preoccuparsi di niente.

«Se volete potete stare via quanto volete, io sto bene qui» sospiro accennando un leggero sorriso e mia madre esulta felice.

«Grazie tesoro! Non so per quanto staremo via allora ma ti lasceremo dei soldi sul tuo conto in banca nel caso avessi bisogno. Dove andremo non prende quindi non potremo sentirci molto» mi informa, prima di stringermi in un forte abbraccio.

Inizialmente rimango rigida dato che è passato molto tempo dall'ultima volta in cui mi ha abbracciata ma poi ricambio leggermente.

Li saluto entrambi e mi preparo per uscire a fare la spesa.

Mentre prendo la borsa, cade a terra il bigliettino di Delilah.

Decido, non so per quale motivo, di chiamarla e risponde subito.

«Sapevo che mi avresti chiamato Cassandra» esclama con voce per niente sorpresa e quasi riattacco per le sue parole.

Come diavolo fa a conoscere il mio nome ? penso, rabbrividendo quando me ne accorgo.

«Si ehm...dove possiamo vederci?» mi riprendo.

«Nel mio appartamento, è al terzo piano nell'edificio attaccato al supermercato. Quello rosa. Ti aspetto» continua prima di riattaccare.

Esco velocemente facendomi forza più che altro perché sono determinata a saperne qualcosa di quanto sta succedendo nella mia vita.

LA MIA MATE: cuori spezzati Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora