Capitolo 47

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Quando mi alzo è giorno e, se l'orologio segna giusto, dovrebbero essere le undici del mattino.

Mi lavo, prendo una maglietta tutta nera, un paio di pantaloncini neri e scarpe ovviamente nere.

Faccio una coda alta ed esco dalla stanza. Nel corridoio non c'è nessuno così mi incammino verso le scale, a testa alta.

«Che ci fai tu qui?» dice una voce a me sconosciuta. Sussulto inizialmente ma poi proseguo per il mio cammino.

Dopo pochi minuti trovo una grande cucina tutta grigia.

«Cosa posso darle Signorina?» chiede una signora e giuro che se continuo a sussultare, mi prenderà un infarto.

«Mi chiamo Cassandra e comunque un toast alla francese andrà benissimo» replico, non guardandola nemmeno negli occhi.

«Io sono Annah» annuncia prima di cucinare, anche se nessuno glielo ha chiesto e non la chiamerò di certo per nome.

Due mani si posano sulle mie spalle ma stavolta non sussulto. So che è quell'individuo che ha rovinato per sempre la mia vita.

«Ciao splendore. Dormito bene?» domanda prima di bere il suo caffè.

Faccio una faccia schifata per la bevanda. Un tempo di piaceva, ma che dico lo adoravo! Invece ora mi fa rivoltare lo stomaco solo l'odore.

Comunque lui pare non accorgersi della mia espressione perché continua a fare ciò che sta facendo.

«Divinamente» sbotto, con un sorriso falso.

«Ne sono contento. Oggi voglio portarti in un posto» esordisce, tornando poi al suo caffè.

Il toast che avevo iniziato a mangiare per poco non mi va di traverso.

«Che vuoi fare?» replico, augurandomi di aver capito male ed essere improvvisamente diventata sorda.

«Ti voglio allenare. Sarai una cacciatrice e siccome starai con me, il futuro capo dei cacciatori, devi essere forte» spiega ed io lancio il toast sul tavolo.

«Non ho intenzione di farlo» ribatto, incrociando le braccia.

Anche se non sono più legata a Blake per il marchio, il mio cuore apparterrà sempre a lui. Non sono pronta ad uccidere vampiri e lupi mannari, sono miei amici.

«Certo che si Cara. Lo sai anche tu che non potrai scappare da qui. È inutile che cerchi di resistere perché lui non tornerà» ghigna.

So che mi sta provocando perché vuole che diventi una cacciatrice e ci sta riuscendo.

Non ho nessuno per cui combattere contro Greg. I miei genitori non mi hanno cercata, nemmeno una volta. Come se non esistessi e non fossi mai esistita. Ho sempre voluto una famiglia che mi amava, due genitori che stavano sempre per la figlia e invece no.

Alcune volte ho creduto che fosse una specie di punizione. Ma per cosa? Cosa ho fatto di così terribile da meritarmi questo? La mia infanzia non la ricordo, solo che dai sei anni quelli che dovrebbero essere i miei genitori erano diventati così arrabbiati con me che piangevo appena parlavano.

Ogni volta erano critiche, sempre e solo critiche. Non facevo mai la cosa giusta. Mi sentivo sempre inadeguata, come se non fossi mai abbastanza. Poi da quando ho conosciuto i lupi e i vampiri ho capito che erano solo le persone sbagliate.

Così come quelle che definivo 'amiche'. Ma la verità è che ho capito cos'è l'amicizia con Hailey, lei si che si può considerare una mia amica.

Tuttavia, ormai ho finito i miei giorni felici. È stato bello anche se per poco VIVERE davvero. Ma tutto finisce, così come la vita, e dobbiamo fare delle scelte importanti.

«Hai vinto, diventerò una cacciatrice» mormoro, deglutendo rumorosamente, e lui mi abbraccia.

Ormai non posso più tornare indietro e mi sembra solo di essere finita dentro un tunnel senza uscita.

LA MIA MATE: cuori spezzati Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora