Capitolo 42

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Mi hanno messa in una gabbia, nel vero senso della parola: ci sono delle sbarre elettriche, quindi non provo nemmeno a toccarle. Ho già visto un vampiro venire fulminato in questo modo e non voglio ripetere l'esperienza.

Chissà come starà Blake, il legame non lo hanno distrutto del tutto ma ormai sta andando via. Il marchio è quasi sparito e il dolore al petto non c'è più, e in certo senso questo mi manca perché ormai mi ci ero abituata.

Ma lui mi manca, mi manca terribilmente. Un tempo ero convinta che, senza marchio, non mi sarebbe mancato e invece no. Ormai è entrato nelle vene, come una droga. È in ogni mia cellula, e purtroppo adesso non posso fare niente per comunicare con lui.

Un urlo mi distrae dai miei pensieri. Mi affaccio dalle sbarre, facendo attenzione a non toccarle, e vedo una lupa viene trascinata da alcune guardie.

La tengono per le zampe e ad un certo punto le tolgono i canini. Inizia a scendere molto sangue di uno strano colore simile alla liquirizia ma il dolore vero inizia quando le passano sulle ossa un martello con scosse elettriche. Giro la stessa dall'altro lato perché è terribile immaginare tutto quello sulla propria pelle. Queste persone sono i veri animali altro che i lupi mannari e i vampiri! Senza pietà, senza compassione, senza ribrezzo per quello che fanno perché alla fine queste creature hanno anche una componente umana, completamente ignorata.

«Cass!» esclama l'odiosa voce di Greg.

Più il tempo passa e più non sopporto la sua insignificante faccia, soprattutto dopo quello che sta facendo solo perché vuole stare con me. Ci sarà anche un motivo se sono stata destinata a Blake e non a lui!

«Che vuoi ?» chiedo innervosita, avvicinandomi leggermente alle sbarre.

«Mi dispiace che tu sia in queste condizioni ma non ti preoccupare, finirà presto» cerca di rassicurarmi ma niente può farlo o meglio, solo il mio ritorno a casa o l'arrivo di Blake.

«Vai al diavolo» dico poi sputando a terra.

Mi sento mancare leggermente per un giramento di testa e, davanti agli occhi, noto la figura preoccupata di Greg.

Poi cado a terra, chiudendo gli occhi.



Amore mio , sto arrivando.

Sono queste quattro parole che mi risvegliano: le parole di Blake, e non potrei essere più felice.

Adesso sento il dolore al petto per la sua mancanza, ma mi sento anche più forte, come se avessi un po' della sua di forza.

Sono ancora nella cella quando vedo Greg e il dottore pazzo che parlano, o meglio urlano.

«Come è possibile ?!» urla Greg, furioso.

«Non lo so!» ribatte quello.

«Come ha fatto ha ricomparirle il marchio? Il piano sta andando a monte ed è solo colpa tua e della tua incompetenza!» gli punta un dito contro.

Porto le dita a sfiorare il marchio e lo sento, brandisce nuovamente il mio collo e sorrido, pensando che Blake non si è arreso.

«Evidentemente il loro legame è troppo forte» continua a ribattere quello.

«Non mi interessa se è forte o debole. Lei non deve più essere legata a quel sacco di pulci, ok?» lo minaccia Greg.

Tutti questi insulti fanno salire fino al mio cervello una rabbia che non credevo nemmeno di avere.

«Come devo fare?» fa con un tono quasi esasperato.

«Crea qualcosa di super potente. Non mi interessa se si può sentire debole ma dividila da quel cane» urla Greg, prima di dirigersi verso di me.

Fingo di dormire mentre mi prende in braccio e scosta leggermente i capelli dal mio viso, baciandomi la fronte.

Spazio vitale! Vorrei urlare.

Sono tentata a reagire e tagliargli la testa, ma è più saggio aspettare.

«Non ti preoccupare amore, lui non ci dividerà» sussurra, prima di poggiarmi di nuovo su quel lettino.

Apro gli occhi e lo guardo male, anzi malissimo, quando mi lega i polsi e le caviglie.

«Dopo questo farmaco ti porto in camera nostra. Non mi piace che stai qui a vedere tutto quello che fanno i suoi scagnozzi» mormora più a se stesso che a me.

Il medico arriva con una boccetta viola e io cerco invano di agitarmi ma niente, non riesco a liberare le mani.

«Blake!» esclamo.

«Per la dea Luna! Amore come stai?» replica lui, e sento tutto il suo tono preoccupato.

«Mi stanno per iniettare qualcosa per distruggere il nostro legame» dico spaventata.

«Maledetti! Giuro che quando li vedrò, non avranno pace» ringhia.

«Cosa posso fare?» chiedo, per il momento.

«Vedi se riesci a liberarti ok? Io ti vedo» mi suggerisce.

«Come faccio? Queste cose non si tolgono» mi lamento, sul punto di piangere.

«Le hanno progettate per gli umani quindi non sono molto resistenti. Possiamo provarci insieme, va bene?» propone.

«Uno, due ,tre!» contiamo in due.

Le cavigliere e le polsiere si spezzano come se fossero fatte di carta. Greg è scioccato ma il medico, come se si aspettasse questa mossa, prende delle catene e mi lega con quelle.

«Adesso vediamo se riesce a liberarti» esclama quel pazzo, alludendo forse al mio Blake.

LA MIA MATE: cuori spezzati Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora