4- Sorriso.

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Avete presente quei giorni in cui vi alzate dal letto, andate a vedervi allo specchio e vi spaventate da soli?
Oggi è uno di quei giorni.
Ho un aspetto spaventoso.
Il colorito cadaverico, le occhiaie scavate, gli occhi rossi e ho l'impressione che le mie solite lentiggini del si vedano più del solito. Per completare il quadro, i miei capelli oggi hanno deciso di assumere una forma tutta loro.
La scorsa notte non sono riuscito a chiudere occhio. Ho continuato a pensare a Riccardo e a quella scena nel vicolo ininterrottamente.

In quel momento la mia bocca ha iniziato a muoversi da sola... Probabilmente ora gli starò ancora di più sulle scatole...
E poi...
Oggi... cosa dovrei dirgli?!

Sospiro rumorosamente e affondo una mano nei miei capelli scompigliati.
Un ciuffetto biondo mi ricade sull'occhio sinistro e lo scosto con il dorso dell'altra mano.

Dovrei chiedergli scusa?
Ma alla fine è stato lui per primo a trattarmi come se fossi una merda senza alcun motivo...
Probabilmente Andrea ha ragione, forse Riccardo pensa di essere superiore a tutti in questa scuola per suo zio...
Però...
Perché... sento che la cosa non mi convince?...
Perché continuo a... interessarmi a lui?

Mi do dei colpetti sulle guance ripetutamente e scuoto la testa.

Interessarmi?!
NO ASSOLUTAMENTE.
Cosa vado a pensare?!
Lui ha un caratteraccio... e quello che voglio fare io è semplicemente fargli capire che deve darsi una regolata...
Per la classe...
E per evitare i soliti problemi con i professori che crea ogni mattina...
Non può di certo continuare a comportarsi così...
Senza contare che... molti miei compagni di classe lo odiano per il suo comportamento...
A lui va bene così?
Non lo capisco...

Prendo il mio cellulare, che avevo abbandonato sul mobiletto del bagno e controllo l'ora.
Rimango a fissare l'orario per qualche istante e poi mi rendo conto di essere in ritardo mostruoso.
Dopo essermi lavato la faccia e i denti mi dirigo alla velocità della luce nella mia stanza per vestirmi.
Prendo il mio zaino che avevo lasciato sulla scrivania e poco prima di uscire cerco di sistemare alla bell'e meglio quella massa informe dei miei capelli.

Dopo una corsa supersonica riesco arrivare a scuola giusto in tempo per la campanella. Passo davanti al campetto ma non vedo Elvis e allora mi dirigo verso l'ingresso.
Sulle scale vedo Riccardo fermo con davanti un gruppo di ragazzi molto alti che lo guardano con aria minacciosa.

Che sta facendo? Si è messo contro dei ragazzi di quinta?!

Senza farmi sentire mi dirigo verso l'entrata secondaria che da sulla palestra.

«Allora? Perché non rispondi?»

La voce di uno dei ragazzi richiama la mia attenzione e mi volto verso di loro.
La voce proviene dal ragazzo nel mezzo, alto con i capelli castani e gli occhi color nocciola, ed è rivolta a Riccardo che rimane lì fermo senza dire una parola.

«Ti ho chiesto se sei tu il presuntuoso del cazzo che ha respinto brutalmente mia sorella qualche giorno fa, rispondi!»

Riccardo continua a non rispondere.

Perché non se ne va?... Perché rimane lì senza dire nulla?!

«Solo perché sei il nipote di quel coglione di un avvocato non pensare di essere intoccabile! Poi ti ho visto sai... che rapporti hai con la nostra preside? Ti ho visto spesso entrare nel suo ufficio durante l'intervallo!»

Gli altri ragazzi cominciano a fare versi di disgusto e ripetono in continuazione "ma che schifo!".
Il ragazzo lo guarda con disprezzo e incoraggiato dai suoi compagni continua a provocarlo pronunciando ingiurie una dietro l'altra.

Vorrei solo starti accanto. (In Revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora