11.5- Strano.

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"Strano".
Penso sia veramente l'aggettivo più adatto per lui.
È veramente la persona più strana e rompi coglioni che abbia mai incontrato.
Mi fa rabbia.
Non sopporto il suo comportamento.
Non sopporto che mi stia sempre intorno come un cane.
Più di tutto, non sopporto quel sorriso che spunta di tanto in tanto sul suo viso.
Tutto quello che ha a che fare con lui, non lo sopporto, ma nonostante tutto non lo odio, non mi disgusta come gli altri.
Anche questo è strano.

Daniel rimane appoggiato sulla panchina in silenzio, con gli occhi chiusi.

Come fa a starsene così tranquillo?
È veramente un tipo assurdo.

Sospiro e distolgo lo sguardo per rivolgerlo verso il cielo nuvoloso.

Immune eh?
Che cazzo significa?!
Perché esistono delle persone sulle quali le abilità non funzionano?
Quel deficiente... non mi ha mai detto nulla a riguardo.
Perché l'ha detto a Luna e non a me?!
Non riesco proprio a capire.

Abbasso la testa rivolgendo lo sguardo verso il pavimento.

E... anche lei era un immune.
Mamma.
Quante cose non ho mai saputo su di te?
Ci sarà altro che devo sapere?

Fino ad ora ho sempre pensato di conoscere bene mia madre. Non pensavo che ci fosse qualcosa che non sapessi su di lei.
Mia madre era tutto per me.
Era l'unica in grado di capire ogni cosa di me.
L'unica persona che mi è sempre stata vicino in ogni momento.
L'unica persona a cui ho voluto davvero bene.
Era una madre dolce, buona e sempre allegra.

A te mamma... piaceva venire qui, in questo parco.

Quando io e Luna eravamo piccoli, mia madre era solita portaci qui nel weekend, quando era libera dal lavoro.
Diceva che questo parco era importante per lei e che le piaceva passare il tempo qui.

Il rapporto tra me e Luna non è mai cambiato.
Luna è più grande di me di quattro anni ed è sempre stata la stessa tipa fastidiosa di adesso.
Quando eravamo bambini, mi stava sempre appiccicata come una zecca e mi costringeva a giocare con lei nonostante io volessi sempre starmene per conto mio e mia madre spesso si univa a noi per convincermi a darle retta.
Anche se non l'ho mai detto apertamente, quei pomeriggi passati con loro mi piacevano, mi facevano sentire bene.
È sempre stato difficile per me esprimere come mi sentissi ma nonostante questo, mia madre lo capiva sempre senza che io gli rivelassi qualcosa.
Era in grado di riconoscere i miei momenti tristi, di rabbia o di felicità ed era accanto a me in ogni situazione.

Però... È colpa mia se lei...-

Sento la mia spalla più pesante e mi volto verso sinistra, per poi notare che Daniel si è addormentato ed ha appoggiato la testa sulla mia spalla.

Si è addormentato seriamente?

«Hey, sveglia bel addormentato.» pronuncio scuotendolo con l'altra mano.

Daniel emette qualche lamento e continua a dormire come se niente fosse.

«Che tipo assurdo che sei.» affermo con tono esasperato.

I ciuffi biondi di Daniel gli scendono sulla fronte e vanno poi a toccare la mia spalla.
Mantiene gli occhi chiusi e la bocca leggermente schiusa.
Il suo petto si alza e si abbassa sotto la giacca ed emette dei leggeri respiri.

Questo tipo è veramente strano.
E stare con lui mi confonde...

Rimango in silenzio a guardarlo stranito, confuso per poi distogliere lo sguardo e alzarlo verso il cielo.

Vorrei solo starti accanto. (In Revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora