39-"Lasciami Stare"

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"Lasciami stare."

Queste due parole, hanno continuato a ripetersi nella mia mente come un'eco infinito e, ogni volta che si ripetevano, sentivo sprigionarsi nel mio petto delle fitte dolorose che stringevano il mio cuore in una potente morsa.

Non me lo aspettavo proprio.
Non mi aspettavo che potesse accadere una cosa del genere, ma per un attimo mi è sembrato di essere tornato indietro nel tempo, a quel periodo in cui Riccardo non mi voleva intorno a lui e mi trattava con freddezza ed indifferenza.
A quel periodo in cui ancora non sapevamo nulla l'uno dell'altro ed in cui ancora Riccardo non provava nulla per me.

Sono rimasto fermo lì a pensare per un tempo non definito, mentre Riccardo si allontanava da me, camminando sul marciapiede.
Continuavo a sperare che lui si voltasse dalla mia parte e tornasse indietro da me per abbracciarmi e darmi uno dei suoi teneri baci, di cui in quel momento avevo davvero bisogno, dicendomi che si era trattato tutto di uno scherzo, ma così non è stato.
Riccardo si è allontanato da me senza mai voltarsi dalla mia parte, lasciandomi lì, da solo, perso nella più vasta confusione possibile.

Diversi pensieri sono nati nella mia mente, pensieri che continuavano a confondermi sempre di più.

"Cosa è cambiato?"
"Ho fatto qualcosa che l'ha fatto arrabbiare?"
"Perché mi ha guardato con quegl'occhi?"

Queste, sono state le prime domande che mi sono posto.
Sentivo scatenarsi dentro di me una serie di emozioni: confusione, preoccupazione, anche senso di colpa ma, quella che alla fine ha preso il sopravvento tra tutte, è stata la tristezza, una profonda tristezza che mi logorava lentamente dall'interno.

Non avevo idea di cosa fare e sono rimasto lì, fermo in mezzo al marciapiede per un tempo indefinito, cercando una possibile spiegazione a tutto quello che era appena successo e provando in tutti i modi a non lasciarmi andare alle lacrime.

Successivamente, dopo un tempo che non saprei definire, ho ricevuto una chiamata al mio cellulare da parte di Francesco che, vedendo arrivare Riccardo a scuola senza di me, si era allarmato.

In quel momento, non ero in grado di dire niente e sono solo riuscito a rispondere alla domanda "È successo qualcosa?" posta da Francesco, con un semplice "sì".
Francesco ha assunto un tono preoccupato e dopo avermi chiesto se stavo bene, ma non ricevendo alcuna risposta da parte mia, ha provato a calmarmi e mi ha consigliato di tornare a casa, ma io non volevo farlo.
Non volevo tornare a casa così, senza ricevere alcuna spiegazione, volevo capire che cosa ha portato Riccardo a comportarsi in quel modo.

Dopo aver chiuso la chiamata con Francesco, ho cercato di fare ordine nella mia mente confusa e mi sono imposto di non lasciarmi andare a conclusioni affrettate, dovevo andare da Riccardo e chiedergli una spiegazione.

Appena mi sono reso conto di essere in un ritardo mostruoso, guardando l'orario dallo schermo del mio cellulare, ho cominciato a correre più veloce che potevo e sono riuscito ad entrare in classe nell'esatto momento in cui la professoressa Bianchi aveva chiamato il mio nome durante l'appello.

Essendo stata una delle rarissime volte in cui mi è capitato di arrivare in ritardo a scuola, la professoressa Bianchi, vedendo proprio me, davanti alla porta, col fiato corto e con più di dieci minuti di ritardo, è rimasta a guardarmi con aria estremamente sorpresa e si è limitata a dirmi semplicemente di prendere posto al mio banco.

Quando sono arrivato davanti al mio banco, il mio sguardo si è rivolto automaticamente verso Riccardo, intento come a suo solito a disegnare qualcosa sul suo diario.
Sul suo viso è presente un'espressione seria e concentrata e i suoi capelli neri gli ricadono sulla fronte.

Vorrei solo starti accanto. (In Revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora