«Ti voglio...»
Quelle due parole risuonano per la mia mente più e più volte e vengo invaso da un forte imbarazzo; le mie guance si colorano immediatamente di un colore rosso vivo.
«A-adesso?!» emetto poi, imbarazzato.
Riccardo, dopo avermi lasciato un morso sul lobo dell'orecchio, sposta la sua mano dal mio fianco, salendo lentamente per il mio addome ed arrivando poi sul mio petto, provocandomi una serie di piccoli e piacevoli brividi.
«Adesso.»«R-Rick... Non... non possiamo adesso...»
«Perchè no?» pronuncia Riccardo staccandosi dal mio orecchio e rivolgendomi poi uno sguardo confuso.
«D-Dobbiamo... tornare dagli altri ora... la festa non è ancora finita... e poi c'è la torta...»
Riccardo rimane in silenzio ed assume un'espressione quasi delusa.
«Non mi guardare in quel modo... mi fai sentire in colpa così...»
Nella stanza si crea un piccolo silenzio tra me e Riccardo, che viene poi rotto poco dopo da lui stesso.
«D'accordo...» Riccardo fa una pausa ed emette un sonoro sospiro.
«Andiamo a mangiare la torta con gli altri...» continua poi, rivolgendomi un sorriso.Rispondo al suo sorriso, sorridendogli a mia volta e mi stacco poi da lui per abbottonarmi la camicia.
«Ora il problema sono le scarpe...»«Non ne hai un paio in più?»
«No... di certo non mi immaginavo che avrei finito per inzupparle, finendo dentro la piscina...»
«Se fosse successo in un'altra circostanza sarebbe stata una scena abbastanza divertente.» commenta Riccardo, accompagnato da una breve risata divertita.
Assumo un'espressione infastidita ed incrocio le braccia sul petto.
«No... per niente...»Riccardo continua a ridere, portandosi una mano davanti al viso.
«Comunque...» riprende poi a parlare.
«Come fai per le scarpe?»«A questo punto... credo che sarò costretto a scendere in ciabatte...»
Mi avvio verso la valigia e cerco poi le ciabatte al suo interno.
«Mio padre non la prenderà bene... ho distrutto la sua acconciatura ed ho inzuppato la sua camicia...»«Non è stata colpa tua.»
«Lo so... però non faceva altro che guardarmi e dirmi che era super soddisfatto e trecento mila altre cose di come lui mi aveva reso bellissimo oggi e blablabla...»
Prendo le ciabatte dalla valigia e le butto poi sul pavimento per indossarle.
«A prescindere... tu sei sempre bellissimo, Dan.»
Ancora una volta, le parole di Riccardo mi prendono alla sprovvista ed il mio viso torna ad essere rosso come un peperone dall'imbarazzo.
«C-Cosa dici...»Riccardo assume un'espressione perplessa, alzando un sopracciglio.
«La verità?»«Ti diverti proprio a dire cose così imbarazzanti...» pronuncio, distogliendo lentamente lo sguardo.
Riccardo emette una breve risata e si avvicina poi a me.
«Mi sono mancate le tue espressioni buffe, sai?»Riporto lo sguardo verso di lui ed assumo un'espressione infastidita, senza rispondergli.
Riccardo continua a ridere divertito e si abbassa poi verso di me per darmi un bacio sulla fronte.
«Quindi? andiamo dagli altri?» chiede poi, staccandosi nuovamente da me.
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Vorrei solo starti accanto. (In Revisione)
Teen Fiction➡️ CONCLUSA ⬅️ ⚠️ATTENZIONE CONTENUTO YAOI (boyxboy). In questa storia sono presenti scene R18⚠️ -Daniel, un normale e tranquillo ragazzo di 16 anni, si è appena trasferito con suo padre in una nuova città e dopo due settimane è già riuscito ad ambi...