16.5- Fanculo Daniel.

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Mi sono messo in un bel casino.
Perché gli ho detto che avrei portato la palla di pelo a casa mia?
Non sono mai stato un amante degli animali e non me ne sono mai interessato più di tanto.
Eppure io, ho finito per dire a Daniel che avrei portato il gatto a casa mia.

Sono impazzito.
Ultimamente ho finito per accontentare ogni sua richiesta.
Che cazzo di problemi ho?
Tutto questo non è da me.
Ho pure partecipato alla festa di Capodanno a casa sua.
È stato strano.
Non sono stato né troppo bene né troppo male.
E ho finito per rivedere Giulia.

Dopo otto anni, ho rivisto Giulia.
Dopo quel famoso giorno, né io né Luna l'abbiamo più rivista.
Non avevo idea che frequentassimo la stessa scuola.
La ricordavo come una bambina timida e silenziosa che veniva sempre trascinata da Luna da una parte all'altra.
Luna è sempre stata un terremoto, una rompi coglioni e voleva sempre fare tutto come voleva lei e Giulia che era la sua migliore amica, si ritrovava sempre coinvolta da quell'uragano, anche quando non le andava e la maggior parte delle volte, finiva per coinvolgere anche a me.
Ci trovavamo entrambi succubi di quella bambina scatenata, più grande di noi di quattro anni.
Decideva sempre lei a cosa giocare quando eravamo bambini e quando provavo a tirarmi fuori andava da mia madre per chiederle di convincermi a giocare con loro.
Giulia non faceva mai troppe storie e finiva per accontentarla sempre.
Io e lei, nonostante abitassimo vicini e fossimo nella stessa classe, non avevamo un grande rapporto. A scuola io tendevo a essere silenzioso ed erano pochi i bambini con cui andavo d'accordo.
Giulia invece, in classe aveva il suo gruppetto di amichette con cui passava il tempo.
Capitava ogni tanto che sua madre invitasse me e Luna a casa sua. Io non volevo mai andarci, ma Luna mi costringeva sempre.

Quel giorno, quel famoso e doloroso giorno, furono i suoi genitori a chiamare la polizia.
Sentirono gli spari di mio padre e la chiamarono immediatamente e quando poi la polizia mi fece uscire da casa mia, passai davanti a loro. Sua madre mi guardava con aria preoccupata e piangeva, suo padre restava invece con la testa bassa con aria abbattuta.
Giulia invece, era spaventata e basta. Lo si capiva dalla sua espressione.
Da quella volta, non ci eravamo più incontrati.
Oltre che cambiare zona, mio zio fece mi fece cambiare anche la scuola.
Nemmeno Luna ebbe più contatti con lei, non ne so il motivo, ma allo stesso tempo non me ne sono mai interessato più di tanto.
Giulia non sembra essere cambiata granché da quando era piccola, o almeno così mi è sembrato.
Da lontano, sembra essere rimasta la stessa di otto anni fa.
Quello che mi chiedo è: lei lo sapeva che siamo nella stessa scuola?
Io non ci ho mai fatto caso.
Nonostante le nostre classi siano vicine, non l'ho mai notata, ma a dir la verità, non mi sono mai interessato di cercarla.

Da quando mia madre è morta, per me tutto ha perso significato.
Non mi sono più interessato di nulla.
Cose, persone, nulla per me aveva più alcun senso.
Ho cominciato a provare disgusto per chiunque e allo stesso tempo, ho iniziato ad odiare me stesso.
Mia madre è morta a causa mia.
Se non avesse cercato di proteggermi, sarebbe ancora viva.
Se avesse deciso di abbandonarmi, sarebbe ancora viva.
Se non mi avesse messo al mondo, sarebbe ancora viva.
Forse mio padre non aveva tutti i torti quando diceva che io sono stato un errore.
Sono stato l'errore che ha provocato la morte di madre.

Non ho voluto più avere nessuno accanto a me e ho finito per allontanare tutte le persone che mi stavano attorno o che cercavano di approciarsi a me, che fosse in modo positivo o in modo negativo.
La mia abilità, mi è tornata utile.
Volevo solo stare da solo.
E poi, è arrivato questo qui seduto alla mia sinistra.

Come fa a restare così concentrato durante questa lezione così pallosa?
Sei proprio un secchione Daniel.

La mia abilità è stata la mia sicurezza in tutto questo tempo.
Credevo di essere in grado di respingere chiunque cercasse di avvicinarsi a me.
E poi però, è arrivato questo idiota.
Questo idiota, incapace di lasciarmi in pace, incapace di allontanarsi da me e che mi ha reso a mia volta incapace di odiarlo.
Le persone mi disgustano, le persone non mi interessano, io provo odio per chiunque, incluso me stesso.
Eppure, perché lui è così diverso?
Non lo capisco.
Continuo a non capire a cosa pensi e del perché lui voglia così tanto essere mio amico.
Ho provato ad allontanarlo innumerevoli volte e tutte le volte questo idiota è tornato da me a rompermi i coglioni.
È fastidioso, rumoroso, parla troppo ed è un piagnone, eppure non riesco ad odiarlo.

Vorrei solo starti accanto. (In Revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora