8- Inspiegabile.

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Non so esattamente perché mi sento così agitato.
Il cuore continua a palpitarmi impazzito nel petto come se avessi appena corso alla maratona.

Perché sono così agitato?!
Sono stato qui anche ieri... Mi devo calmare!

Mi do dei colpetti sulle guance ripetutamente e aspetto in silenzio.

Ha deciso seriamente di non venire ad aprirmi?!

Mi allungo nuovamente per suonare il campanello ma anche stavolta non si sente nulla.

Starà ancora dormendo?
O mi sta semplicemente ignorando?!

L'agitazione di prima sparisce completamente e assumo un'espressione irritata.
Suono altre due volte il campanello e sento finalmente un rumore di passi che avanzano verso la porta.
La porta si apre con un cigolio e abbasso lo sguardo con fare offeso.

«Finalmente! Volevi lasciami qui fuori ad aspettarti in eterno?!»

Mi volto nella sua direzione con sguardo infastidito e vedo Riccardo davanti alla porta con addosso solo un asciugamano legato in vita. Delle goccioline d'acqua cadono sul suo collo e sulla sua fronte dai capelli neri umidi.

«WAAAH!» Emetto spontaneamente con un sussulto.

Riccardo mi guarda con la sua espressione gelida come al solito.
«Che cosa ci fai qui a quest'ora a fare casino davanti a casa mia?»

Rimango immobile, pietrificato con lo sguardo stravolto su di lui e non riesco a pronunciare neanche una parola.
Una vampata di calore comincia a diffondersi su tutto il mio corpo e il mio cuore riprende ad accelerare.

MA CHE MI PRENDE?!
CALMATI DANIEL!

«Che fai lì impalato con quella faccia da pesce lesso?»

Ingoio la saliva e cerco di distogliere lo sguardo da lui.
«T-ti... ho d-detto che s-sarei venuto qui per... trascinarti a scuola e... T-tu... Perché vai ad aprire la porta mezzo nudo?!» pronuncio portandomi una mano sugli occhi.

«In realtà non pensavo fossi tu, credevo fosse mio zio perché ha dimenticato le chiavi.»

«C-comunque...» prendo una pausa e mi volto nuovamente verso di lui .
«Vestiti e andiamo...»

«Non mi sembra di averti detto che sarei venuto con te a scuola e comunque sono le 7:30, è troppo presto.»

«Rimarrò qui fino a quando non ti deciderai a uscire!» pronuncio guardandolo con aria minacciosa.

Riccardo sbuffa e richiude la porta.
Rimango con un'espressione sorpresa per qualche istante, poi incurvo le sopracciglia assumendo uno sguardo rabbioso e mi avvicino nuovamente alla porta e riprendo a suonare ripetutamente.
Riccardo riapre il portone poco dopo e mi lancia uno sguardo infastidito.

«Sei proprio uno scassacazzo!»

«Ho detto che ti avrei trascinato a scuola ed è quello che farò! Ora vestiti e sbrigati!» pronuncio con tono deciso guardandolo con sguardo minaccioso.

Riccardo rimane a guardarmi dritto negli occhi per qualche istante poi sbuffa con fare rassegnato.

«D'accordo ho capito. Aspetta qui.»

«Come sarebbe a dire aspetta qui?! Fa freddo qua fuori! Potresti almeno farmi entrare dato che devo aspettarti...»

«Sta zitto. Aspetta qui e non rompere i coglioni.» pronuncia Riccardo con freddezza richiudendo la porta.

Sospiro rumorosamente portandomi una mano sulla fronte.

Se è una scusa per non uscire più giuro che lo ammazzo!

Vorrei solo starti accanto. (In Revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora