15- Dimenticalo.

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Le mie palpebre sono pesantissime.
È come se al posto degli occhi avessi delle pietre.
Apro gli occhi a fatica, sbattendo più volte le palpebre e comincio a mettere a fuoco l'immagine, riuscendo a distinguere il soffitto di camera mia.
Mi tiro su con fatica per mettermi seduto e sento una fitta lancinante alla testa.
Emetto un verso dolorante e mi porto una mano sulla fronte.
«Dio che male!»

«Sei sveglio anche tu.»

Mi volto lentamente alla mia destra e vedo Riccardo seduto accanto a me, con lo sguardo rivolto verso lo schermo del suo cellulare che tiene nella mano sinistra.
La mano destra invece e appoggiata sulla sua fronte e si massaggia lentamente le tempie.

«Eh?! Rick?» faccio una pausa e sento un'altra forte fitta alla testa. «Cazzo che dolore! È come se mi avessero sparato alla testa!»

«Non dirlo a me, riesco a malapena a tenere gli occhi aperti.» pronuncia Riccardo continuando a massaggiarsi la fronte.

«Dio mio! Questa è la prima ed ultima volta che bevo alcolici!»

«Ma buongiorno!» Ryan entra pimpante nella stanza e si dirige verso di noi.
«Dio, che facce distrutte che avete!»

«È tutta colpa tua e del tuo gioco alcolico!» pronuncio alzandomi con fatica dal letto.
«Tu come fai ad essere così vivace? Ieri sera hai bevuto quanto noi!»

«Io, Tommaso, Marco e Stefano siamo più abituati di voi all'alcol.» Ryan fa una pausa e riprende poco dopo. «Comunque le ragazze sono già andate via e con loro anche Federico, Tommaso, Marco e Stefano. Siamo rimasti noi tre, Andrea e Francesco che invece stanno ancora dormendo.»

«Dobbiamo mettere tutto in ordine giù nella sala.» pronuncio camminando come uno zombie verso di lui.

Anche Riccardo si tira su dal letto e ci raggiunge.

«Volete fare colazione prima?» chiedo poi.

Riccardo e Ryan annuiscono e ci dirigiamo insieme verso la cucina.

«Secondo te è il caso di svegliarli quei due?» chiede Ryan rimanendo davanti alla porta della cucina.

«Mmh... boh non lo so. Prova a svegliarli, così prendiamo un caffè tutti assieme.» rispondo io poco dopo.

Ryan annuisce con un cenno della testa e si dirige verso il soggiorno per svegliarli.
Riccardo rimane con la schiena appoggiata al muro della cucina e tiene gli occhi socchiusi. Si passa più volte una mano tra i capelli scompigliati e mi rivolge uno sguardo stanco.

«Ho bisogno di un caffè bello forte.»

«Siamo degli zombie...» commento io tirando fuori la caffettiera dalla credenza.

Cerco di svitare la caffettiera ma non ci riesco, non ho abbastanza forza nella mani.
Riccardo avanza verso di me e arriva dietro la mia schiena e mi leva la caffettiera di mano.

«Faccio io, altrimenti stai tutto il tempo cercando di svitare questa cosa.»

Riccardo svita la caffettiera facilmente e me la riporge.
La riprendo tra le mani e procedo a prepararla per poter fare il caffè.

«Daniel...»

La voce di Francesco richiama la mia attenzione e mi volto nella sua direzione.
Francesco sembra essere ancora più distrutto di me e Riccardo.

«Buongiorno.» pronuncio, versando l'acqua nel fondo della caffettiera.

«Buongiorno un cazzo... sento che sto per morire. Quel fottuto bastardo di Ryan e il suo gioco di merda...» emette Francesco con tono lamentoso restando davanti alla porta della cucina.

Vorrei solo starti accanto. (In Revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora