28- Debole.

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Riesco ad avvertire una dolce sensazione di calore che mi avvolge.
Non so da dove provenga, ma è davvero piacevole.

Sbatto le palpebre più e più volte, fin quando non riesco a mettere a fuoco e il mio cervello comincia lentamente a connettersi e riesco a distinguere sopra di me il soffitto della camera di Rick.
Sbadiglio sonoramente, portandomi una mano davanti alla bocca e mi volto alla mia destra, dove vedo Riccardo addormentato affianco a me.
È sdraiato su un fianco e mi stringe a sé con un braccio, che passa sul mio addome e tiene la mano appoggiata sul mio fianco.
I suoi occhi sono chiusi, mentre la sua bocca è leggermente aperta.

È così... carino mentre dorme...

Un leggero sorriso compare spontaneamente sul mio viso e la mia mente si riempie di dolci pensieri riguardo Riccardo.
Mi sento felice, tremendamente felice.

Rick ha detto che mi ama...
Mi ha spiazzato... ma desideravo così tanto sentire quelle due parole da lui...
E poi...
Io e lui...
Abbiamo... davvero...
Fatto l'amore...

Arrossisco e sorrido nuovamente.
Il mio cuore comincia a palpitare con un ritmo più accelerato e i ricordi di quel momento cominciano a comparire nitidi nella mia mente.

È stato... doloroso...
Veramente doloroso... ma bello allo stesso tempo...
Rick... è stato dolce anche in questa circostanza...

Riccardo stringe gli occhi e chiama il mio nome nel sonno.

Emetto una breve risata.
«Rick... svegliati, sono qui.»

Riccardo comincia ad agitarsi nel sonno e ripete il mio nome più volte.

Che ha?
Sta avendo un incubo?!

«Rick... svegliati!»

Riccardo apre gli occhi di scatto e si tira velocemente su.
Ha il respiro affannato e gli occhi sgranati fissi davanti a lui.

«Rick... Tutto bene?»

Riccardo si volta verso di me, emette un sonoro sospiro di sollievo e si porta una mano davanti agli occhi.

«Rick... hai... avuto un incubo?»

Riccardo, senza rispondere, si sdraia su di me, spostando le coperte, e appoggia la fronte sul mio collo.
«Dan... scusami... lasciami così per un attimo...»

Lo stringo a me appoggiando una mano sulla sua schiena nuda e una sulla sua testa, intrecciando le dita tra i suoi capelli corvini, leggermente umidi.

«È tutto apposto Rick...»

«Dan... pensavo di averti ucciso...»

«Era un sogno Rick... calmati ora...»

«Io... ho paura Dan... non voglio diventare come mio padre...»

«Rick...»

Sento una sensazione umida sul mio collo e poco dopo Riccardo comincia a singhiozzare.

«Cosa devo fare Dan?! Che farei se perdessi la ragione come mio padre?! Io... anche se mi fa davvero schifo dirlo... rimango comunque suo figlio... potrei essere come lui...»

«Non dire stronzate!» pronuncio stringendolo più forte.

«Dan...»

«Tu non sei come lui Rick!»
Posiziono le mie mani sulle sue guance, per poi tirargli su la testa per vederlo in faccia.
Dai suoi occhi continuano a sgorgare delle lacrime che scendono poi verso le sue guance.
«Rick... tu non sarai mai come lui... sei completamente diverso da tuo padre... Hai solo fatto un incubo... Io sono qui con te... Cerca di calmarti...»

Vorrei solo starti accanto. (In Revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora