47- Compleanno (prima parte)

912 56 132
                                    

È passato un po' di tempo dall'ultima volta che ho festeggiato il compleanno con degli amici; in questi ultimi anni mi sono sempre limitato a festeggiarlo da solo con mio padre; il mio pensiero era fisso sul fatto che prima o poi ci saremmo trasferiti di nuovo e quindi non ritenevo molto importante festeggiarlo con i miei compagni di classe. Mi ricordo che in quel periodo avevo quasi paura a lasciarmi dei ricordi significativi dei miei amici e dei miei compagni di classe.
Stavolta però è diverso, potrò festeggiarlo con i miei amici senza troppe preoccupazioni, o almeno, così pensavo prima che si scatenasse tutta questa brutta situazione con Riccardo.

Da dopo il giorno del nostro ultimo incontro non ho più versato una lacrima ma in compenso, il mio umore non è stato dei migliori; nonostante abbia cercato di distrarmi in varie occasioni, mi sono sentito solo e molto triste per la maggior parte del tempo e ho aspettato fino ad ora che arrivasse il mio compleanno con una forte ansia e paura.

Se lui oggi non si presentasse...
Che dovrei fare?

Questo pensiero è rimasto fisso nella mia mente; ho paura, ho ansia, non sono neanche tanto più convinto di voler festeggiare il mio compleanno, ma allo stesso tempo sto cercando di farmi forza; una parte di me, vuole credere che Riccardo oggi verrà e che si risolverà tutto.

«Dani.» mio padre richiama la mia attenzione.
«Siamo arrivati, puoi scendere.» continua poi indicando lo sportello dell'auto dalla mia parte.

Annuisco con un leggero cenno del capo e, dopo essermi sganciato la cintura, esco dall'auto e mi fermo sul marciapiede per aspettare mio padre, che mi raggiunge poco dopo.

«Ho parcheggiato un po' lontano, dobbiamo farci una camminatina.»

«D'accordo...» pronuncio, cominciando a camminare lentamente per il marciapiede con mio padre alla mia sinistra.

Mio padre rimane in silenzio per qualche minuto e poi si volta verso di me per guardarmi.
«Ti sta bene la mia camicia.» commenta poi con un sorrisetto soddisfatto.

«Era davvero necessario mettermi il gel nei capelli?»

«Ovviamente! Stai benissimo.»

«Non lo so... mi fa strano...»

«È perché non sei abituato, ma fidati stai davvero bene! Dovresti tirarti indietro i capelli più spesso, invece di tenerli sempre buttati in faccia!»

«Mi mette un po' a disagio che la mia faccia e le mie lentiggini si vedano così tanto...» pronuncio, abbassando leggermente lo sguardo.

«Ma finiscila! Stai benissimo così e vedrai che non sarò il solo a dirtelo!»

«D'accordo...» emetto sbuffando.

Dopo aver camminato un po' per il marciapiede, arriviamo davanti a casa di mia madre che, a quanto pare, ci stava aspettando davanti al cancello. Tiene i lunghi capelli biondi legati in una coda alta ed indossa un semplice vestito bianco con dei fiori rosa.
Non appena mi vede, mia madre mi viene incontro con un ampio sorriso stampato in volto.

«Ma come sei bello ed elegante, tesoro!» commenta, poco dopo.

Io rimango in silenzio e distolgo lo sguardo con imbarazzo.

«È stata una mia idea tirargli su i capelli con il gel e fargli mettere la mia camicia ma non mi sembra molto convinto.» commenta mio padre con una breve risata.

«A me piace molto, sei bellissimo!» continua mia madre, con enfasi.

«Smettetela ora...» protesto, grattandomi la nuca, imbarazzato.

Vorrei solo starti accanto. (In Revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora