44- BROKEN.

973 66 25
                                    

In quel momento non sono stato in grado di dire niente.

Assolutamente niente.

In quel momento, il mio mondo si è fermato completamente.
È stato come se qualcuno avesse premuto un pulsante all'improvviso e mi avesse spento, facendo calare il buio dentro di me; non sono nemmeno riuscito a provare delle emozioni definite, l'unica cosa che ho sentito in quel momento è stata una profonda e logorante sensazione di vuoto nel petto.

Anche ora, non so proprio definire come mi sento, l'unica cosa che so, è che non ho assolutamente voglia di muovermi dal mio letto.

Dopo quelle parole, Riccardo si è allontanato da me senza aggiungere altro e ha raggiunto suo zio in fondo al corridoio -che era arrivato proprio in quel momento- lasciando me lì, troppo stravolto per realizzare cosa stesse succedendo.

Quelle parole, hanno veramente fatto centro, hanno colpito duramente il mio cuore ma, nonostante tutto, mi sentivo la testa completamente vuota, mi sentivo spaesato, come se qualcuno mi avesse pietrificato.
È complicato, veramente complicato da spiegare, ma in quel momento, ho sentito qualcosa rompersi dentro di me, anche se non saprei nemmeno io definire cosa.

Rimango sdraiato, dentro le coperte a fissare un punto indefinito davanti a me, con lo sguardo perso.
Nella mia mente continua a riapparire quel momento, quelle parole così dure pronunciate da Riccardo.
Non mi aspettavo quelle parole.
Non mi aspettavo che improvvisamente il nostro rapporto potesse cambiare in questo modo.
Sono bastate due semplici parole di Riccardo per trasformare il nostro rapporto in niente.
La sensazione di vuoto sta lentamente lasciando spazio ad una profonda tristezza.
Mi sento confuso, solo, ma soprattutto, credo di sentirmi "perso".
È una sensazione talmente strana, che è davvero difficile da spiegare a parole.

Qualcuno...
Mi svegli...

Per un attimo, ho sperato che tutto questo fosse solo un brutto sogno, un incubo di quelli che ti sembrano reali, ma purtroppo, so bene che non è così.
Riccardo ha davvero deciso di chiudere con me.

Già...
Purtroppo...
È reale...

Mi alzo lentamente da letto con la schiena e rimango seduto, mantenendo lo sguardo basso verso le coperte del letto, che mi coprono ora dalla vita in giù.
Il resto del mio corpo, prima riscaldato con le coperte, venendo a contatto con l'aria della stanza fredda, ci mette un po' a riabituarsi alla temperatura.
Mi stringo nelle spalle e rimango nel triste silenzio della mia camera.
I miei pensieri, sono fissi su quell'istante, su quelle parole pronunciate da Riccardo.

Lui...
Si è stufato di me...

Sento bussare alla porta della camera ma non rispondo e mantengo lo sguardo basso senza muovermi dalla mia posizione.
Passa qualche minuto e sento poi mio padre parlare da dietro la porta.

«Daniel... Posso entrare?» la sua voce ha un tono preoccupato.

Anche stavolta mio padre non riceve risposta, non ho le forze per rispondergli.

«Daniel...» mio padre, apre lentamente la porta della mia camera ed entra successivamente all'interno.
«Sei strano da quando sono venuto a prenderti a scuola... Non hai detto una parola tutto il tempo e come siamo arrivati a casa ti sei fiondato nella tua camera...»

Era ovvio che mio padre se ne accorgesse, normalmente se fossi stato completamente lucido avrei cercato di celare le mie emozioni, non mi piace farlo preoccupare.
So bene che ho detto che tra me e lui non ci sarebbero più dovuti essere segreti, ma non ho mai voluto che mio padre si preoccupasse per me; vorrei essere in grado di risolvere le mie cose da solo senza dargli troppe preoccupazioni.
Tuttavia, stavolta quel che è successo, quelle due parole che sono uscite dalla bocca di Riccardo, mi hanno lasciato completamente spiazzato; non sono stato capace di nascondere le mie emozioni a mio padre e ora ovviamente sta cercando di capire cosa sia successo.
In ogni caso, non posso parlarne con lui in questo momento.

Vorrei solo starti accanto. (In Revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora