Capitolo 2: Scontri e incontri

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Era lunedì. Dopo aver passato un'intera domenica alla scoperta di Manhattan e dei suoi locali, negozi e monumenti, James si era risvegliato nel letto di una casa che ancora non sentiva sua. "Risvegliato" si faceva per dire, visto che quella notte non aveva chiuso occhio nemmeno per un momento, probabilmente troppo ansioso per la settimana che l'avrebbe atteso. Quel mattino James e Adriana Black avrebbero iniziato a frequentare il Thompson High School, uno dei migliori licei pubblici del quartiere, a cui erano stati iscritti una settimana prima del loro arrivo a New York. Intimorito dalla possibilità di non riuscire ad integrarsi nel nuovo istituto, James aveva passato la notte in bianco, girandosi e rigirandosi sul materasso come una tartaruga che non riusciva a tornare in piedi, osservando ora dopo ora lo spostamento delle lancette dell'orologio da muro che aveva appeso la sera prima.

-Forse se mi fingo malato posso rimanere sotto le coperte...-

Pensò, riflettendo nel frattempo a ciò che avrebbe dovuto dire per rendere la sua bugia credibile. Non era la prima volta che mentiva ai propri genitori per saltare un giorno di scuola, aveva ormai una certa abilità in merito, ma quella volta era diverso. Aveva cercato più volte di chiamare la madre per avvertirla che quel mattino non si sarebbe alzato dal letto, ma ogni volta le parole gli morivano in bocca, come se non avesse più il controllo delle proprie corde vocali. In quel momento James non poteva fare altro che ripensare alla promessa che aveva fatto a sé stesso e alla sua sorellina due giorni prima. Aveva giurato di dare una possibilità a Manhattan, di essere forte e di non lasciarsi sopraffare dalla paura di non venire accettato, ma nonostante ciò si era comportato come un vigliacco, nascondendosi sotto le coperte al primo cenno d'ansia. Deluso dal suo comportamento e desideroso di non deludere anche Adriana, James si alzò dal proprio letto e uscì dalla camera in cui aveva passato insonne la notte, portando con sé gli abiti puliti che sua madre gli aveva fatto trovare sopra la scrivania. Quando scese le scale che lo portarono al piano terra, il ragazzo incrociò proprio lei, che apparve sollevata nel vederlo.

-Oh James, buongiorno. Hai dormito bene? La colazione è pronta, stavo venendo a svegliarti.-

-Buongiorno anche a te, mamma. Sinceramente non ho dormito molto, ma sto bene. Ho soltanto bisogno di una doccia fredda.-

-Anche tua sorella non ha dormito molto. Devi vederla, non sta più nella pelle! Non sorrideva così tanto dal giorno del suo compleanno.-

-In questo momento mi farebbe veramente comodo un po' del suo entusiasmo, sai? Il mio l'ho esaurito.-

Sospirando all'idea di dover uscire di casa e affrontare la dura giornata che l'attendeva, James entrò in bagno e chiuse a chiave la porta dietro di sé, per poi poggiare i vestiti puliti sulla prima superficie libera che aveva trovato, lasciando invece sul pavimento di piastrelle bianche il pigiama che stava indossando. Entrò nell'enorme doccia posta nell'angolo della stanza, balzando fuori essa appena l'acqua, fin troppo fredda, sfiorò la sua pelle nuda. Non essendo in grado di farsi la doccia in tali condizioni, il ragazzo attese il tempo necessario a far riscaldare il flusso d'acqua e quando fu soddisfatto del risultato entrò nuovamente all'interno della cabina, cercando di far scivolare via il sudore, le preoccupazioni e l'ansia che lo tormentavano fin dal suo risveglio.

-Il bagno è libero!-

Una volta uscito dal bagno con addosso una felpa rossa col cappuccio, la sua preferita, delle scarpe bianche da ginnastica e un paio di jeans blu scuro, James si diresse verso la cucina dove il resto della sua famiglia stava attendendo il suo arrivo attorno un tavolo rotondo, per dare inizio alla colazione e consumare finalmente il piatto che avevano difronte.

-Waffel? Sbaglio o li prepari solo per il nostro compleanno?-

-Questo è un giorno importante, James. Tu e tua sorella affronterete il vostro primo giorno di scuola qui a Manhattan. Sono certa che abbiate bisogno di una sana colazione per rimanere svegli, in forze...-

Quella Pazza ComitivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora