Capitolo 62: L'Arrivo dell'Estate

590 25 29
                                    

Ebbene si: era arrivata l'estate! Il mio primo anno scolastico alla Thompson High School era finalmente terminato, con ottimi risultati oserei dire. Ero stato promosso a pieni voti, così come il resto della comitiva. Perfino Axel era riuscito a passare l'anno, non proprio brillantemente ma ci era riuscito. E adesso che aveva finalmente terminato gli studi, sembrava voler mettersi la testa apposto. Helen era entusiasta di questo suo cambiamento! Sinceramente nessuno credeva di passare l'anno, visto i vari problemi che avevamo dovuto affrontare, ma le stelle questa volta erano dalla nostra parte. Avevamo totalmente trascurato gli studi, e passavamo tutte le nostre giornate in ospedale, sperando che ci fossero miglioramenti nelle condizioni di Francesca.
Francesca...fortunatamente il colpo per lei non era stato fatale, ma i medici dicevano che fosse entrata in coma. Ogni giorno andavamo da lei, sperando che aprisse gli occhi, ma purtroppo le nostre preghiere non erano state esaudite. Meno fortunata di noi era stata Donna, che dalla sera dell'incidente non lasciava l'ospedale! Ogni notte dormiva in quel piccolo divanetto lacerato nella camera di Francesca. Ogni mattina si svegliava, sperando che ella facesse lo stesso...era la persona più vicina a Francesca e anche l'unica che non aveva accettato le sue condizioni. Secondo lei un giorno si sarebbe svegliata, sarebbe tornata quella di un tempo...Per quanto fosse improbabile, la speranza era l'ultima a morire!

Così come Donna aveva promesso di non abbandonare mai Francesca, rimettendoci l'anno scolastico, noi avevamo promesso di farle visita ogni mattina e passare i pomeriggi nella sua amata base segreta, a costo di isolarci dal resto di Manhattan. I pomeriggi erano quasi sempre lineari e monotoni, ma nessuno aveva mai avuto l'idea di farla finita e tornare alla propria vita. Tutti noi ci sentivamo in colpa. Ognuno di noi credeva di aver contribuito all'incidente di Francesca. Forse era vero, era colpa nostra. Per questo motivo avevamo giurato a lei e a noi stessi di ricordarla prendendoci cura di quel posto. Il suo posto magico.
La sua "Base Segreta"!

*************

-Eccoci arrivati! Forza, gli altri saranno già lì-

Spegnendo il motore dell'auto e posando le chiavi in tasca, scesi dalla mia auto, seguito da Rachel e Adriana. Quel pomeriggio c'era una leggera brezza alla e come al solito la gelateria era semi vuota. Kumiko stava lucidando uno dei tavolini di metallo, posti davanti l'edificio, come per passare il tempo. Gli affari della gelateria andavano proprio male, ma sembrava non voler abbandonarla. Diceva che era lì che aveva guadagnato il suo primo dollaro. Per lei era un posto magico, legato ai suoi ricordi. Forse Francesca provava le stesse emozioni per quella baracca malandata. Chissà.

Una volta salutata, prendemmo il solito sentiero raggiungendo il resto della comitiva, che si stava rendendo utile in svariati modi. Avevamo deciso di ricostruire la base, ormai danneggiata dal tempo, e tutti stavano facendo la propria parte. Quel pomeriggio erano venuti anche Sarah, Harold e Patty, per aiutare a decorare le mura del capanno. Pur non essendo legati a quell'ammasso di legna e pur non conoscendo Francesca, erano più che felici di aiutarci. Eravamo amici, infondo.

-Sei silenziosa oggi, tutto bene Rachel?-

Senza guardarmi, Rachel rispose, tenendo costantemente lo sguardo rivolto verso il basso. Dalla sera dell'incidente si era chiusa dentro di se, diventando più silenziosa del solito. Adriana contrariamente, spesso scoppiava in lunghi pianti isterici, calmandosi soltanto quando qualcuno l'abbracciava. Era come se cercasse dell'affetto. Effettivamente eravamo tutti piuttosto freddi ultimamente.

-Tutto bene.- Esclamò freddamente.

-Vado ad aiutare Patrizia e gli altri.- Aggiunse, allontanandosi lentamente.

-Rachel...-

Mi allontanai a mia volta, avvicinandomi ad Helena. Era seduta su una sedia di legno, con in mano un libro, intenta a leggerlo. Stava facendo una pausa meritata, visto che ogni giorno aiutava costantemente nei lavori. Tuttavia anche lei aveva i propri scheletri nell'animo, pur cercando di non darlo a vedere. Da quella sera, lei e Axel non avevano più avuto la possibilità di parlare. Da quel che sapevo, lui doveva dirle qualcosa, ma era da molto che non riprendevano quell'argomento.

Quella Pazza ComitivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora