Capitolo 30: Benvenuti a Los Angeles!

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JAMES POV'S:

Mi ritrovavo dell'aereo prenotato dal preside Thompson, diretto alla bellissima Los Angeles. Accanto a me si trovava Patrizia, che aveva insistito per sedersi con me. A poca distanza invece c'erano Harold ed Helena, mentre dietro di me c'era la silenziosa Rachel, che stava leggendo un libro. La ragazza inoltre aveva accanto la professoressa Brown.

-Ragazzi, avete attaccato le cinture?-

-Si professoressa!- Esclamammo tutti in coro.

-Avete salutato le vostre famiglie prima di partire?-

-Si professoressa!-

-Siete andati in bagno?-

-Uff....si professoressa!-

Dopo quello che sembrava un interrogatorio infinito, l'aereo tornò alla sua tranquillità. Dando una breve occhiata, potevo già dividere l'aereo in due categorie. "Gli adulti" e "i ragazzi".

"Gli adulti" erano le persone di una certa età, che stavano facendo un pisolino o leggevano un libro. Rachel, Harold ed Helena potevano benissimo finire in questa categoria.

"I ragazzi" invece cambiavano in base l'età. C'erano i bambini che fissavano tutto il tempo il cielo dal finestrino, indicando nuvole dalla forma buffa o strana. Un ottimo esempio poteva essere la professoressa Brown, che rimaneva stupefatta per ogni cosa. Vedendo quei bambini indicare dolcemente i finestrino, mi ritornava in mente mia sorella. Non era la prima volta che prendevo l'aereo, visto che a causa del lavoro di papà cambiavamo anche stati oltre che città.

Qualche ora dopo arrivammo finalmente a destinazione, e la Brown ci accompagnò in un hotel a 3 stelle. Di certo non era il migliore che avevo visto in tutti i miei viaggi, ma era perfetto per un giorno o due...

-Salve! Voi siete gli studenti di Manhattan?- Chiese la ragazza dietro il bancone.

-Si, siamo noi. La nostra scuola aveva già prenotato le camere, giusto?-

-Esattamente!- Esclamò la ragazza. -Ecco le vostre chiavi. Spero che vi troverete bene questa settimana.-

-S-Settimana?- Balbettai.

-Si Black, non vi avevo avvertito? La premiazione sarà domani, ma ho pensato che questo sarebbe un buon momento per fare una gita a Los Angeles!- Spiegò. -Sapete...al preside non piace spendere troppo per le gite, quindi ci arrangiamo!- Esclamò, bisbigliandoci nelle orecchie.

In seguito diede un mazzo di chiavi ad ognuno di noi. Le camere erano tre, quindi ci sarebbero stati due studenti per stanza.

Io ed Helen avevamo la 24, Patrizia ed Harold la 20, mentre Rachel e la Brown la 30.

Dopo essere entrati nella camera, svuotammo le valigie, per poi distenderci sui letti. A nessuno dei due piaceva l'idea di stare una settimana in quel posto.

-Uff....mi manca tanto la mia famiglia, i miei amici....- Esclamai, sbuffando.

-A me manca tanto il rosso....ehm, l'idrante rosso davanti il liceo!-

-Certo Helen, certo....-

-Ehi James, che ne dici di chiamare i nostri amici? Gli farà piacere sentirci!- Propose Helena. Io subito annuii, per poi prendere in mano il mio cellulare.

-Scusa, ma prima chiamo i miei. Ho promesso ad Adriana che le avrei telefonato spesso.- Dicendo questo chiamai mia sorella. Chissà come se la cavava....

ADRIANA POV'S:

-Tesoro...vuoi mangiare qualcosa?- Chiese mamma, affacciandosi dietro la porta della mia camera.

-No grazie....ma non ho proprio fame...-

-Oh, che peccato...- Disse, abbassando lo sguardo.....-Ho fatto la torta al cioccolato!- Gridò, mentre teneva tra le mani un vassoio con una gustosa torta sopra!

-Magari un assaggio lo faccio....ma solo uno, eh!-

Mamma sorrise, per poi farmi cenno di seguirla.

Ero così triste per la partenza di mio fratello, che non mi ero neanche accorta di aver mangiato la torta in poche forchettate. Mamma e papà avevano un espressione sconvolta e spaventata!

-P-Posso avere la porzione di James..?-

-Certo tesoro....mangia pure!- Mamma prese un piatto con l'ultima fetta di torta, per poi mettermelo davanti.

E proprio mentre mi ingozzavo, iniziò a squillare il cellulare!

-Pronto?- Non mi ero neanche preoccupata di ingoiare il cibo che avevo in bocca.

-Adry! Ma che...stai mangiando?-

-Oh...beh....scusa fratellone, ma ho mangiato anche la tua porzione di torta al cioccolato!- Iniziai a piagnucolare, finché James non mi chiese di smetterla.

-Dai, non fare così. E poi dopo una settimana sarebbe andata a male..- Disse.

-Cosa significa una settimana?!-

-Ne parliamo dopo. Salutami mamma e papà!-

-James! Rispondi cavolo!- Mio fratello terminò la chiamata, lasciandomi con il dubbio. Cosa avrei fatto per un'intera settimana senza di lui?!

JAMES POV'S:

Dopo aver chiamato Adriana, salutai insieme Helen i miei amici, per poi tornare a rilassarmi su quel morbido materasso.

-Una settimana....soli....James, non ti è mai capitato di sentire tanta, quasi troppa nostalgia per delle persone?- Chiese Helena, osservando il tetto.

-Molte volte. Ma a volte è meglio allontanarsi dalle persone, anche quelle più vicine!-

Dopo quello che era successo con Axel, non riuscivo più a vederlo con gli stessi occhi di una volta. Da quando era entrato nelle nostre vite ci aveva cambiato, le aveva completamente stravolte. Helena aveva finalmente scoperto cos'era l'amore vero, e non quello delle storie. Ed io...ero cambiato caratterialmente. Forse solo un po' ma era meglio di nulla.

Dopo la mia risposta, rimasimo in silenzio, a contemplare il tetto di quella stanza. Quella quiete però venne spezzata dal campanello della nostra camera. Chi poteva essere?

-Oh ragazzi, vi disturbo? Ricordatevi di comportarvi sempre bene, e di non pensare neanche lontanamente di fare i vostri giochetti da "adolescenti in piena crisi ormonale"!- Esclamò la Brown, distruggendo completamente la tranquillità di quel posto.

-G-Grazie per "l'utile" suggerimento. Di cosa aveva bisogno?-

-Vi ricordo che siete sotto la mia responsabilità, e quindi dovrete seguire le mie regole. Ricordatevi che la sera è proibito uscire da questo albergo! Adesso, con permesso...-

Dicendo questo, la donna ancheggiò verso la porta di Harold e Patty.

-Ti va di fare un giro? Ci dovrebbe essere un bar di sotto.- Helen annuii, e insieme ci dirigemmo al bar. Era la nostra prima serata a Los Angeles, e la settimana si presentava piena di possibilità! Cosa sarebbe successo in quella grande città? La distanza avrebbe cambiato le cose? Era tutto da scoprire!

Quella Pazza ComitivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora