Capitolo 34: La Premiazione -Parte 2-

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Era finalmente arrivato il momento. Tra circa un'ora ci saremmo trovati nella sede dell'editore che aveva elaborato il concorso. Chi avrebbe vinto?

Ci trovavamo tutti in un autonoleggio, dove la Brown stava affittando un'auto. La sede era abbastanza distante dal nostro albergo, e inoltre eravamo in molti. Oltre noi, i partecipanti e la Brown, erano venuti anche Rachel ed Eric. Quest'ultimo aveva preteso di sedersi nel sedile del passeggero, mentre noi altri ci trovavamo nei sedili posteriori. Io e Rachel eravamo ai lati, osservando il paesaggio fuori dai finestrini, mentre Helena leggeva un libro. Harold aveva lo sguardo basso, come se stesse riflettendo, mentre Patrizia stava sonnecchiando, appoggiata alla mia spalla.

Infondo era solo un concorso. Avrei potuto vincere come avrei potuto perdere. E infatti non era quello il vero problema che mi affliggeva. Quel tema...avrebbero scoperto a chi era davvero indirizzato? Sapevo solo che quella scoperta avrebbe spezzato troppi cuori. Partendo dalla povera Patty... Se però volevo avere anche una sola speranza con Rachel, dovevo farlo!

-Siamo arrivati. Su scendete!- La Brown fermò l'auto, per poi farci scendere uno a uno.

-È questa la "sede"?- Chiesi, mentre camminavo verso l'entrata.

-Si, questa è la sede dell'editore. Bella, no?- Rispose la professoressa, con passo svelto.

Quando entrammo dentro, subito notammo l'eleganza di quel posto. Vedendoci, una donna vestita elegantemente ci si avvicinò. Dopo esserci presentati, ella ci portò in una sala molto spaziosa, congedandosi con le seguenti parole.

-Vi abbiamo riservato i posti in prima fila. Accomodatevi.-

La grande sala in cui ci trovavamo aveva un piccolo palco, con un microfono al centro. Difronte ad esso invece, si trovavano numerose file di sedie. Inoltre erano divise in due gruppi. Quasi tutti i posti erano occupati, tranne le prime file dei due gruppi.

Dopo esserci sistemati, notando un gruppetto di ragazzi passarci davanti, per poi sedersi nella prima fila di sedie del secondo gruppo, alla nostra sinistra. Erano loro i nostri "rivali"?

-Diamine, gli studenti della Norton...- Esclamò Harold, abbassando lo sguardo, impaurito.

-Norton?- Prima che qualcuno rispondesse alla mia domanda, sentii la voce di uno di quei eleganti ragazzi.

-Oh, guarda chi si vede. Quei pezzenti della Thompson High School!-

Il ragazzo che ci aveva schernito aveva dei capelli a spazzola, neri come la pece. Già dal viso si poteva capire che era un tipo attaccabrighe!

-Tsk...odio la voce della feccia!- Sbuffò Eric, incrociando le braccia.

Il ragazzo dai capelli corvini si infuriò non poco, alzandosi di scatto dalla propria sedia.

-Brutto bastardo, con chi credi di parlare?!-

Eric non rispose, ignorando semplicemente l'insulto. Ma questo non faceva altro che far infuriare ancora di più il ragazzo!

Prima che potesse fare qualcosa di avventato, una donna posò la candida mano sulla sua spalla, fermandolo.

-Zake, cosa stai facendo? Ricorda: tu sei superiore, e la violenza non fa altro che farti finire al loro stesso livello.-

Sentendo le fredde parole della donna, il così detto Zake tornò al suo posto.

-Cassandra...da quanto tempo!- Aggiunse, avvicinandosi elegantemente alla nostra professoressa.

Lunghi capelli neri, un abito da sera dello stesso colore, e un paio di occhi magnetici...quella donna era molto simile alla Brown, ma allo stesso tempo così differente...

-Amelia....È un piacere rivederti.- Rispose, per poi alzarsi.

Lei era Amelia Charme, la professoressa di lettere della Norton Accademy. Poco prima di venire a Manhattan, io e mia sorella avevamo fatto delle ricerche sulla città. Ne era uscito fuori che i principali licei erano il Thompson High School e la Norton Accademy. Anche se la prima era nettamente superiore, la Norton era un avversario da non sottovalutare. Richard J. Thompson, e Benjamin Norton da giovani erano amici, ma a causa di un battibecco divennero rivali. Entrambi fondarono dei licei, cercando ogni volta di superare l'avversario. Ma la rivalità non esisteva solo tra i due presidi...tutti gli studenti, tutti gli insegnanti...avevano tutti una controparte alla Norton! Un esempio era Amelia, anch'essa professoressa di lettere e segretaria del Preside, sempre in conflitto con la Brown.

-Beh, che dire...che vinca il migliore, Cassandra...- Amelia porse la mano alla professoressa, che la scrutò per qualche secondo. Non avrebbe mai voluto farlo, ma se non voleva innescare una "guerra" tra le due scuole doveva stringerle la mano.

-Certo...Amelia.-

La professoressa della Norton sorrise, per poi tornare al proprio posto. Stessa cosa fece la Brown, che non faceva altro che osservarsi la mano. Si sentiva "debole", inferiore a quella donna. Come del resto ogni studente della Thompson. Avrei incontrato anche io la mia "nemesi"?

Quello però non era il momento migliore per pensarci, visto che era appena iniziata la premiazione. La donna che ci aveva accompagnato nella sala si trovava davanti il microfono, e aveva in mano vari fogli.

-Buonasera! Vi ringrazio per essere venuti ad assistere alla premiazione del vincitore del nostro concorso! Ma facciamo salire sul palco i nostri finalisti: Gli studenti della Thompson e della Norton High School!-

L'intero pubblico iniziò ad applaudire, e tutti noi salimmo sul palco.

La donna distribuii ad ognuno il proprio tema, per poi tornare al microfono.

-Bene...e adesso il momento che tutti stavate aspettando! Il vincitore del concorso è.....- La donna aprì una busta, e aspetterò qualche minuto prima di annunciare il vincitore.

Le gambe mi tremavano...avevo le mani sudate....potevo sentire la paura dentro il mio cuore! Ma tutto sparì quando sentii quelle due parole....due semplici parole, che mi avrebbero cambiato la vita!

-..............JAMES BLACK!-

Il pubblico applaudì un altra volta, e i riflettori mi puntarono! Patrizia mi saltò addosso, mentre io ero rimasto immobile, incredulo. Avevo....Avevo vinto! Helena, Harold, la Brown e Rachel subito mi accerchiarono, riempiendomi di sorrisi e complimenti. Eric invece sorrise soddisfatto, per poi scendere dal palco.

-Dove stai andando?- Chiese Rachel, tornando seria.

-Sono venuto qui a Los Angeles solo per vedere perdere quei falliti dei Norton. Il mio Jet privato mi aspetta!- Dicendo questo, il ragazzo uscì dalla sala.

-Complimenti anche alla scuola, che è riuscita a tirare su questo gioiello della letteratura!- Esclamò la donna, al microfono. -Su, avvicinati!- Aggiunse.

Mi avvicinai, come mi era stato detto, al microfono, mentre tutti gli altri scendevano dal palco, tornando ai propri posti.

-Ci sono tante domande che vorremmo farti, ma la più importante è...chi è stata la tua ispirazione? La tua..."musa"?- Chiese, con un caloroso sorriso.

-La mia musa..?-

Lanciai un veloce sguardo alla sala. Patrizia era tutta rossa, e si stava sistemando i capelli. Rachel invece continuava a guardarmi, fissa negli occhi. Aveva la sua solita espressione seria, ma poi...sorrise! E mi bastò quel gesto per sapere cosa fare.

-Naturalmente é solo grazie a lei se sono riuscito a scrivere quel tema. Senza di lei non ci sarei mai riuscito.- Dissi.

-E ti andrebbe di farla salire, se si trova qui in sala?-

Abbassai lo sguardo, per poi annuire e rivolgermi verso il pubblico. Da quel momento...sarebbero cambiate molte cose!

Quella Pazza ComitivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora