Capitolo 18: "Trapezio" Amoroso

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***JAMES'S POV***

Erano le otto in punto, ed io ed Axel eravamo appena arrivati al McBurger, proprio come mi aveva chiesto Francesca. Non sapendo la strada per il locale e comunque non potendo raggiungerlo a piedi ero stato costretto a chiedere aiuto ad Axel, l'unico che a quanto pare era rimasto al mio fianco.

-Eccoci arrivati! È da un po' che non usciamo insieme, vero?-

-Non dirmi che ti sono mancato, Axel.-

-Sì, mi sei mancato amico. È bello rivederti.-

Cercando di non dar peso alle parole del rosso, poggiai il casco sul suo scooter e in sua compagnia mi diressi verso il locale, un piccolo diner all'apparenza non molto frequentato. Il parcheggio era quasi totalmente vuoto, e con molta probabilità i pochi veicoli posteggiati in quello spazio appartenevano allo staff del McBurger.

Una volta entrato, le mie narici vennero colpite da un forte odore d'olio, che quasi mi stava portando alla nausea. Alla casa c'erano due donne, un'adolescente all'apparenza svampita e un'anziana donna, miope, entrambe con addosso la stessa divisa da lavoro, giallo senape. Nessuna delle due ci diede il benvenuto, sebbene entrambe sembrarono interessate ad Axel, stranamente imbarazzato da quelle attenzioni.

-Wolff? Che diavolo ci fai qui?-

-Potrei chiederti lo stesso, Hearts.-

I due si scambiarono uno sguardo di sfida, così minaccioso che stava raggelando il sangue dei presenti. Axel e Donna dovevano proprio detestarsi, il che era strano visto che da un certo punto di vista avevano carattere e modi estremamente simili. Forse era proprio ciò a renderli nemici naturali?

-Io e Donna non abbiamo segreti, Black. Se devi dirmi qualcosa, lei dovrà essere presente. Ovviamente anche il tuo amico può benissimo sedersi e assisterci, se preferisci.-

Lanciai un'occhiata ad Axel, che annuendo prese posto al mio fianco, difronte le due ragazze. Donna stava consumando una oliosa confezione di patatine fritte, con grande disgusto da parte di Francesca, vegana ed animalista convinta. Quest'ultima infatti si era limitata a bere un frullato al cioccolato, non essendoci cibo vegano al McBurger.

-Allora Black, cos'hai da dirmi? Sai... sono poche le persone che voglio avermi intorno.-

-Oh, volevo solo conoscerti meglio, sai... siamo dello stesso anno, è strano non sapere nulla dell'altro, oltre il nome ovviamente.-

-Oh, so tante cose su di te, James Black. Potrò non essere molto presente alle lezioni, ma anch'io sento le voci che circolano tra i corridoi. Sei il nuovo amichetto del cuore di Helena e gli altri, non è vero? Piuttosto, non dovresti essere con loro a giocare, invece di perdere tempo qui con me?-

-Amichetto del cuore è il termine più sbagliato che tu potessi usare, Francesca. Sai... a quanto pare non sono loro amico, ma un semplice estraneo che non merita di sapere nulla sul loro passato. Un semplice passatempo, oserei dire.-

-E cosa hai fatto di così grave per ricevere una risposta simile, James? Sembri un ragazzo a posto...-

-Ho fatto il tuo nome.-

-Tu cosa...-

Francesca rimase immobile, in silenzio, come se quella mia semplice frase l'avesse pietrificata. Il mistero si infittiva sempre di più, ma allo stesso tempo mi sentivo più vicino alle risposte che cercavo.

-Hanno parlato di un incidente... non mi hanno voluto dire altro, ma non mi importa. Preferisco sapere tutto da te.-

-Ti hanno trattato in quel modo e tu continui a voler scoprire il loro passato? Perché? Cosa ti spinge a voler sapere di più su queste persone? Sulle persone che ti hanno fatto soffrire?-

-Anche se loro forse non mi reputano tale, io sono loro amico. E loro miei amici.

-Eravamo amici, da tanti anni. E poi... per uno stupido equivoco sono finita qui, sola... adesso riderai di me, giusto?-

Disse, alzando lo sguardo è sorridendo malinconicamente.

Io scossi la testa, per poi abbassare a mia volta lo sguardo.

-No, sono venuto qui per tutto tranne quello... siamo nella stessa barca, Francesca.-

-James...-

-Di certo non li conosco da anni come te, ma quei pomeriggi... sembrava che li conoscessi da una vita. Ma alla fine anche io sono stato abbandonato. Però... non do la colpa a loro. Certo, per un'intera settimana li ho odiati e disprezzati, ma poi ho capito che facendo così non ero un vero amico. Per questo motivo ho deciso di incontrarti e parlarti, volevo solo capire il vostro problema e farvi tornare uniti. E magari avreste trovato anche un piccolo angolino per me...-

Dissi, iniziando lentamente a piangere. Mi ero sfogato, avevo finalmente detto ciò che mi ero tenuto dentro per un'intera settimana. Fu allora che sentii una voce estremamente familiare.

-Per favore James, smettila di piangere. È patetico.-

-R-Rachel...? Che ci fai qui?-

-Sei tu la roccia del nostro gruppo. Se ti abbatti così facilmente, come faremo noi altri?-

-Martina... anche tu?-

-Siamo tutti qui per te, James. I tuoi amici!-

-Victoria...-

-Ci dispiace di averti trattato in quel modo...-

-Ma mettiamo da parte le lacrime, adesso. Sei uno di noi, James, uno della comitiva.-

-Matthew... Helena...-

La comitiva... i miei amici... erano tutti lì, per me. Mancava soltanto Adriana, che stranamente era rimasta in disparte dal gruppo, ad osservarci.

-È stata Adelaide a convincere i tuoi amici a venire qui, James. Tua sorella ti vuole molto bene, sai?-

Rivolsi il mio sguardo ad Adriana, che imbarazzata mi sorrise, salutandomi poi con la mano.

-Visto che siamo tutti qui... che ne dite di parlarne? Di ciò che è accaduto tempo fa...-

-I-Io... certo.-

Insieme Axel mi allontanai dal gruppo, raggiungendo Adriana. Helena invece si avvicinò a Francesca, con sguardo basso e roseo. Sembrava imbarazzata, ed estremamente dispiaciuta. Donna, da canto suo, abbandonò il locale.

-Mi... mi dispiace. Non avrei dovuto spezzare l'armonia del nostro gruppo in quel modo. Io...-

-Ti sbagli, Francesca. Sono stata io a rovinare tutto, davvero. Sono stata... stupida. Vedevo in te una minaccia, l'amicizia profonda tra te e Matthew mi... mi spaventava.-

-Mi scuso anch'io, Francesca. Io e Victoria... siamo state delle stupide, proprio come Helena. Eri solo nostra amica, ma noi ti abbiamo trattato come l'ultima arrivata, un problema... non riuscirò mai a scusarmi appieno.-

-Oh, vi prego ragazze, smettetela. Siamo di nuovo qui, siamo... amiche!-

Le quattro si strinsero in un caloroso abbraccio, in lacrime. Nel frattempo Adriana mi saltò addosso, felice della buona riuscita del suo piano e del ritorno alla normalità delle nostre vite. Alla fine ci eravamo uniti anche noi due all'abbraccio, insieme Matthew e perfino Rachel. Soltanto Axel era rimasto in disparte, probabilmente un po' imbarazzato.

-Oh, vieni qui idiota!-

Gridai, abbracciandolo a mia volta.

Finalmente potevamo dirlo. Quella sera...

Era tutto finito!

Quella Pazza ComitivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora