Il giorno dopo mi diressi come al solito in classe. Ma davanti la porta questa volta mi aspettavano due donzelle dalla camicetta nera e la gonna del medesimo colore. Una spilletta con una "T" dorata e un sorriso che non premetteva nulla di buono...
-Buongiorno James. Sei in ritardo di 45 secondi.- Esclamò Sarah, per poi stoppare il cronometro sul suo orologio.
-Ehm...siete le nuove guardiane dei corridoi?- Si, alla Thompson High School avevamo i guardiani dei corridoio. Freddi calcolatori del tempo, odiavano la gente che correva nei corridoio o che rimaneva fuori dalla propria aula. Una specie di "buttafuori" se non fosse stato che tutti i guardiani erano nerd o secchioni rachitici.
-No, quel posto lo occupa già Harold. Comunque adesso che fai parte del comitato scolastico dovrai arrivare in orario e dare il buon esempio ai studenti!- Esclamò Patty, cercando di emulare Sarah.
-Dovrai dare il buon esempio in tutto! Dovrai essere puntale, dovrai fare sport, mangiare sano, fare tutti i compiti, avere la media del 10 e usare le precauzioni con la tua raga...-
-S-Si, C-Credo di aver capito!- Dissi, arrossendo.
Dopo di ché le ragazze mi fecero passare, e dopo essermi scusato per il ritardo con Church, iniziammo la lezione. Come al solito il vecchio Church era abbastanza noioso, così avevo iniziato ad abbozzare qualche disegnino sul banco. E proprio mentre disegnavo, qualcuno lanciò una pallina di carta sul mio banco!
"Segui la lezione!"
-Sarah
Accartocciai il foglio di carta, per poi lanciare la pallina nel cestino, facendo canestro. Sarah però non era contenta, e continuò per tutta l'ora a lanciarmi palline di carta sul banco!
"Comportati bene!"
"Spalle dritte!"
"Segna i compiti sul diario!"
"Smettila di guardare Rachel, e concentrati sulla lezione!"
Questi erano solo "alcuni" dei tantissimi messaggi che la bionda mi lanciava, quasi ogni minuto. Aveva ragione, dovevamo dare il buon esempio, ma così era troppo! Finite tutte e tre le ore, uscii dalla classe, e mi ritrovai davanti la porta della mensa le due ragazze.
-Oh scusate, ho dimenticato il biglietto a casa!- Dissi, uscendo fuori le tasche, vuote.
-Non fare lo spiritoso, James! Che comportamento era quello che avevi in classe?!- Esclamò seriamente Sarah.
-E poi non mi hai neanche guardato una volta!!- Aggiunse Patty.
-Sta zitta, Patrizia! E in quanto a te, spero che terrai un buon comportamento in mensa!- Dicendo questo, Sarah e Patty entrarono in mensa, e io le seguii. Stavo per raggiungere i miei amici, quando...
-James Black! Non puoi di certo mangiare con la gente comune!- Esclamò Sarah, sbucando dal nulla.
-Gente..."Comune"?-Chiese Adriana, un po' confusa.
-E chi sarebbe la gente non "comune", Sarah?- Chiesi, sbuffando.
-Io naturalmente! Ah, e Patrizia...ma al 99,99% sono io la più importante del duo.-
Costretto da quelle due arpie, dovetti seguirle al loro tavolo privato. Il nome era diverso, si, ma in realtà era solo un comune tavolo della mensa, posto vicino la finestra. Una buona posizione, ma niente di particolare!
-James, togli il gomito da tavolo.-
-Uff....si "mamma".-
-Oh giovanotto, sei fortunato che io non sono tua madre. Se lo fossi stato non ti avrei MAI fatto uscire con quella felpa.-
-Perché ce l'avete tutti con le mie felpe?- Più depresso di prima, iniziai a mangiare il cibo "speciale" che offrivano al comitato scolastico. Una poltiglia bianca, meno gelatinosa del normale cibo.
-Ehi James, stavo pensando....nella scuola ci sono molte coppie fidanzate, no?-
Annuii alla domanda di Patrizia, ed essa arrossì.
-Beh...Perché non facciamo vedere a tutti come bacia un vero UOMO?!- Patrizia stava parlando piuttosto veloce, e non riuscivo bene a capire ciò che dicesse.
-Oh, ottima idea Patrizia! In questo modo potrete far vedere alle neo coppie come si dà un buon bacio! Su, fatelo!- Esclamò Sarah, mentre tranquillamente continuava a mangiare.
-Stai scherzando? E poi cosa vuoi? Che insegni alle matricole come si fa sesso?!- Gridai.
-Ottima idea James! Patrizia, ricordatevi tutte le precauzioni, mi raccomando!-
Davanti quell'imbarazzante dialogo, decisi di scappare via, lontano da quelle due pazze! Non avevo una meta, stavo semplicemente correndo per il corridoio. E proprio in quel momento notai due ragazze complottare qualcosa in un angolo.
-E dopo di ché avremo in pugno Katherine ed Axel!- Esclamò Helena, per poi sorridere soddisfatta.
-Sai, non credevo che una perdente come te potesse avere una mente così..."contorta"!- Rispose Ivy, complimentandosi con la mia amica.
-Oh, non tirare in ballo la mente. Semplicemente sto seguendo il mio cuore! E sono sicura che seguendo il mio piano, entrambi avremo un perfetto lieto fine!-
Piano? Cuore? Lieto fine? Di cosa diavolo stavano parlando? Helena...speravo con tutto il cuore che non si fosse alleata con Ivy Violet per dividere Katherine ed Axel!
-Eh? Ho sentito qualcuno...- Esclamò la lettrice, iniziando a guardarsi intorno.
-Non credo che ci sia qualcuno...solo quel ragazzo, James...è passato di qui.-
-James eh? Beh, io vado...-
Helena ed Ivy si divisero, per poi andare nelle direzioni opposte.
-Merda, sta venendo verso di me!- Cercai di andare via velocemente, ma Helen mi vide, chiamandomi per nome. La sua voce non aveva un tono molto "simpatico".
-James...che piacere vederti!-
Una lacrima di sudore solcò la mia fronte, e con il cuore in gola mi girai. Non sapevo il perché, ma in quel momento avevo paura di Helena. Molta paura!
-A-Anche per me, Helen. È da qualche giorno che non ci vediamo...-
-Sono stata impegnata. Che ne dici di vederci oggi pomeriggio alla gelateria di Kumiko? Così, per rimpiazzare il tempo perso.- Chiese, sorridendo. C'era qualcosa sotto, ma non potevo non accettare.
-Avverto Matthew e gli altri?-
-No. Solo noi due.-
Helena strinse al suo petto un libro, per poi andare via. Ma mentre camminava, dal libro cadde un piccolo foglietto, simile a un segnalibro. Su di esso c'era una sigla formata da tre lettere dorate.
-P....F....L....-
Raccolsi il segnalibro e me lo infilai in tasca. Helena Carter...cosa avevi in mente?
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Quella Pazza Comitiva
Teen FictionJames e Adriana Black sono due adolescenti dai caratteri contrastanti, perennemente alle prese con lavoro del padre, che li costringe più che spesso a trasferirsi in nuove città o perfino paesi. Una volta arrivati a Manhattan, ultima meta della prop...