Giada
20 giugno 2011
Sono passati poco più di due giorni dalla notte del mio compleanno e mi porto ancora addosso la disperazione di quei momenti. È come se i pensieri si fossero fossilizzati sugli avvenimenti di quelle ore, amplificando sempre più la mia angoscia e il mio turbamento. Ieri mattina, al mio risveglio, avevo già smaltito la sbronza e dopo un annebbiamento momentaneo, ogni fotogramma degli eventi che hanno seguito le rivelazioni di Don Antonio mi è tornato in mente. Ho rivissuto tutto: dal dolore per la scoperta di chi sono in realtà i miei genitori, alla profonda delusione che mi ha causato sapere che tutti conoscevano la natura dei loro loschi affari tranne me. E tutte queste emozioni, che già mi avevano investito sabato sera, come un'altra onda anomala mi hanno travolto nuovamente, facendomi sprofondare in un mare di paura. Ed era stata proprio quest'ultima a spingermi su quello scoglio l'altra notte, consapevole di non avere alternative! E sempre lei mi aveva distolto dal mio intento quando Raul mi aveva fatto capire, che se non mi fossi fermata, avrei trascinato mio fratello giù con me. E anche se ringrazio Dio che siano riusciti a tirarci su, una parte di me continua a pensare che quel salto era l'unica via d'uscita. Non posso farci nulla, è come un tarlo nella mia testa, un fastidioso ronzio nelle orecchie; non riesco a scacciarlo e mi ripete in continuazione che non ha senso vivere se non posso essere padrona del mio destino. È tutto così difficile da accettare! Mi sento persa, spaventata e mi vergogno per la mia debolezza. Non riesco a guardare Domenico negli occhi, né Davide, tantomeno la nonna. Ho paura del loro giudizio e di non riuscire a trattenere il mio perché, adesso, li vedo in maniera diversa. Non so quale ruolo loro abbiano all'interno dell'organizzazione, se sono parti attive o no, non so neanche che diavolo facciano in realtà mio padre e Sebastiano; di certo c'è solo che sono dei delinquenti e che mi piaccia o no sono certa che riusciranno a sporcare anche me.
Oggi, all'ora di pranzo, ho lasciato la mia stanza per la prima volta. Mi sono seduta al tavolo con mio fratello e Davide dopo aver aiutato nonna a servirli e mi sono sentita fuori posto. Anche loro erano a disagio, penso che mi vedano come una bomba pronta a esplodere da un momento all'altro, ma si sbagliano! Anche volendo... non ne avrei la forza! È stato strano condividere il cibo in silenzio, ed essere sondata dai loro sguardi; per questo, dopo aver lavato i piatti, mi sono rifugiata in giardino.
È già da un'oretta che sono qui; il gazebo mi protegge dal sole e il mare fa da sfondo ai miei pensieri. Ormeggiata a largo c'è ancora la barca di Raul, non lo vedo da quella notte e forse è meglio così, poiché non so se la maschera di freddezza che indosso reggerebbe dinanzi a lui. Se chiudo gli occhi, e torno indietro all'altra notte, rivedendo l'espressione furente che aveva quando mi ha ordinato di smetterla di dimenarmi e risentendo la rabbia che accompagnava le sue parole, mi si riempie il cuore d'angoscia. Conoscendolo so che non mi perdonerà mai per ciò che ho fatto! Non essere morta non mi solleva dalla colpa di averci provato, io quel salto l'ho fatto, sono stati lui e Valerio a contenere i danni e a impedirmi di uccidere mio fratello oltre che me stessa. Non posso biasimare Raul per il suo comportamento, è normale che sia arrabbiato con me. Lui, tra noi quattro, è sempre stato quello più responsabile, il figlio perfetto dalla condotta ineccepibile. Al mio posto non avrebbe mai reagito in maniera così sconsiderata, non sarebbe stato in linea con la sua indole. Se ci penso bene, è proprio il suo eccessivo raziocinio, il lato di lui che amo di meno! Ma glielo invidio anche perché se fossi stata capace di ragionare, quella notte, le cose sarebbero andate diversamente e forse, adesso, lui sarebbe qui accanto a me.
"Giada." Nonna attira la mia attenzione, chiamandomi un attimo prima di sedersi sul dondolo accanto a me. "Dobbiamo parlare, è arrivato il momento che tu sappia alcune cose." La sua premessa mi mette in allarme, le ultime rivelazioni che mi sono state fatte non hanno portato chiarezza, ma dolore e confusione. L'istinto mi dice di darmela a gambe, ma prima che la mia mente riesca a pensare a una scusa plausibile per rimandare il discorso, nonna chiude gli occhi e mi catapulta nel suo passato.

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Il Prezzo Della Vendetta
RomanceGiada è sempre stata felice, ha vissuto in un posto incantato come la principessa di una favola. Amata, ammirata, protetta, non si è mai guardata attorno come avrebbe dovuto, fin quando quello stesso mondo che gli aveva dato tutto non si è preso una...