Dopo cena (parte 2)

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A Draco andò di traverso la birra. Potter l'aveva battuto sul tempo. Si era visto rubare la dama da sotto gli occhi e li aveva guardati per tutto il tempo. All'inizio del ballo, quando si erano abbracciati, poi quando lui le aveva sussurrato qualcosa e lei gli aveva messo le braccia intorno al collo e poi quando l'aveva fatta arrossire facendole un discorso all'orecchio. A quel punto aveva detto basta. Era scattato in piedi ed era andato da Potter. Lui non aveva fatto resistenza, anzi, si era allontanato senza fiatare. E adesso? Draco l'aveva guardata, con quel rossore diffuso sul viso sembrava proprio una ragazzina. Quella sera era stupenda. Si avvicinò, timido, e le circondò la vita con un braccio, mentre con l'altro le alzava la mano. Come le toccò la schiena lei si irrigidì e lui ebbe uno sguardo interrogativo. "Scusami – balbettò lei- è la prima volta che... si insomma... dopo 15 anni... oddio come sono imbarazzata!" Draco sorrise. "Hermione..." " E' la prima volta che stiamo così vicini... è la prima volta che mi tocchi... dopo il nostro passato" disse lei d'un fiato, interrompendolo e guardandolo in quegli occhi grigi. "Hermione – disse lui – se ti dò fastidio me ne torno da dove sono venuto.." "No..no.."Hermione mise troppa enfasi in quelle parole. Poi i loro sguardi si fusero e scoppiarono a ridere. "Certo che quando eravamo a scuola, piuttosto mi facevo amputare una mano, invece di toccarti" fece lui facendo scorrere la mano lungo la spina dorsale di lei. "Quanto ero stupido" "Hmm..si...abbastanza" ribatté lei sentendo una scossa che la pervadeva. Mai nella vita aveva sentito una cosa del genere, neanche con Ron. Ron. Un velo di tristezza le passò davanti agli occhi e Draco lo vide, e si immaginò a cosa pensasse. Per scacciare via i suoi pensieri non trovò di meglio che coinvolgerla in una piroetta; quando tornarono l'una di fronte all' altro, si strinsero e si abbracciarono per la prima volta. Ridendo. Hermione percepì chiaramente il suo profumo di menta, come lui si inebriò del dolce aroma di vaniglia di lei. Alla fine della musica ritornarono al tavolo degli insegnanti, dove c'erano Harry, Hagrid e Neville a sorseggiare birra e ricordare i vecchi tempi. Si unirono a loro, informandosi di come procedeva la gravidanza di Luna, giunta ormai al settimo mese. "Lo chiameremo Augustus, in onore di mia nonna" disse Neville "Oh, che bello! Un bimbo ad Hogwarts!"esclamò Hermione "Già me lo vedo scappare per i corridoi e intrufolarsi nei passaggi segreti!" "Grazie Hermione! Ancora non è nato e mi riempi di ansia!" scherzò Neville. Draco ancora sentiva bruciare la pelle dove lei si era appoggiata, e notava come quella scuola fosse diventata la sua famiglia. Dopo che non aveva più potuto togliere l'incantesimo Oblivion ai suoi genitori, era rimasta sola con i suoi amici e coloro che le volevano bene, ma prigioniera di quella scuola. La sua vita a confronto sembrava quella di un avventuriero; perso nelle sue riflessioni, non aveva colto l'invito di Hermione ad andarsene a letto. Lei lo toccò su un braccio: "Tutto bene?" "Oh sì..dicevi?" "Che è l'ora per tutti di guadagnare i nostri letti" Draco si alzò e le porse il braccio "Vuol farmi questo onore, preside pro-tempore?" "Sarà un onore, bibliotecario" Harry naturalmente li lasciò andare da soli. Si avviarono a passo lento per le scale, senza parlare, godendo della reciproca vicinanza; arrivati di fronte agli appartamenti di lei non sapevano come fare a lasciarsi. Si guardarono negli occhi. "Beh, è l'ora che vada" fece lui. "Sì" disse in un soffio lei "Allora buonanotte vicepreside" disse lui avvicinandosi "Buonanotte bibliotecario" Hermione lo sussurrò, mentre socchiudeva gli occhi, aspettandosi di essere baciata. Harry aveva ragione. La chimica che c'era tra loro era palese e sconvolgente. Draco con gli occhi aperti vide lei che si aspettava un bacio. Lottando contro se stesso e mandandosi al diavolo le diede un bacio, si, ma nell'angolo della bocca. Un bacio soffice, leggero. Non voleva costringerla a fare niente di cui poteva pentirsi, trascinata dal momento e dagli ormoni. Voleva lasciare a lei ogni scelta. Se fosse stato per lui l'avrebbe amata in quel corridoio, ma non gli sembrava giusto, per tutto quello che avevano passato; quindici anni lontani non potevano essere cancellati con un colpo di spugna, ci voleva tempo. Ma quello era un inizio, una possibilità. Draco si scostò appena da lei e la guardò: era veramente bella. Prima di perdere la poca razionalità che gli era rimasta, si girò e a passi decisi, si diresse verso la sua camera. Lo accompagnò il suono lieve di una risata. Aprì la porta e si chiuse dentro. Una doccia gelata era quello che ci voleva.

Hermione sentì un bacio, ma non quello che si era aspettata. Era un bacio soffice,tenero, che invogliava ad averne altri. Pensava che un tipo impulsivo e irruento come Draco l'avrebbe baciata con passione, trascinandola magari incamera.... "Per Godric! Hermione!" si disse lei "Smettila di pensare a Draco così!" e poi scoppiò in una risatina lieve. E si stupì del fatto che lui non aveva voluto forzarle la mano, l'aveva rispettata. Aprì la porta e si chiuse dentro: una doccia era quello che ci voleva. Uscita dal bagno, Hermione con un asciugamano addosso e uno sui capelli sentì un leggero ticchettio al vetro della finestra. Era un gufo, uno che non aveva mai visto; lo fece entrare e l'animaletto si avvicinò, facendole prendere il messaggio: era di Narcissa Black, la madre di Draco.

Il bibliotecario - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora