McGranitt

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Hermione, Harry e Draco arrivarono davanti allo studio della preside con il fiatone, avevano percorso i corridoi come se ne dipendesse la loro vita. Respirarono forte prima di entrare, riordinando i vestiti e i capelli; la voglia di prendersi per mano era forte in tutti e tre,ma non erano più dei ragazzini. Decisero, guardandosi, di impugnare le bacchette e vedere cosa sarebbe successo là dentro. Aprirono la porta ed entrarono; videro su una poltrona Narcissa e una figura incappucciata alla finestra che guardava fuori. Hermione si fece coraggio, facendo un passo avanti e mormorando: "Preside McGranitt?" La persona si girò e si levò lentamente dalla testa il cappuccio del mantello blu notte finemente lavorato con fili dorati, rivelando il volto della preside, con più rughe di quello che ricordava Hermione, ma sempre con la solita espressione arguta e bonaria attraverso gli occhialini ovali che portava. "Signorina Granger, mi congratulo con lei per l'ottimo lavoro svolto in questi mesi e come ha tenuto viva questa scuola. Come mi aspettavo, ha fatto un lavoro eccellente" Hermione abbassò la bacchetta e corse ad abbracciarla. Minerva strinse a sé quello scricciolo di ragazza ormai donna, per la quale aveva sempre nutrito un affetto profondo, mentre Hermione scoppiava a piangere. "Signor Malfoy, non c'è bisogno che usi un Revelio, le posso assicurare che sono davvero io, anche se posso darvi ragione di essere perplessi" Draco arrossì leggermente, la vecchia megera gli aveva letto nel pensiero! Ma in fondo era quasi felice anche lui del ritorno della vecchia, almeno Hermione sarebbe stata più tranquilla e più libera dagli impegni duplici di insegnante e preside (pro-tempore!). "Ragazzi, sono tornata perché ho sentito una forza non di questo mondo scaturire da qui e vorrei sapere se i miei sospetti sono fondati" "Se si riferisce alla bacchetta di Sambuco – fece Draco –è qui e l'abbiamo risanata" "Signor Potter, come intende comportarsi?" "Beh, Preside, dovrebbe chiederlo al legittimo proprietario – fece Harry indicando Draco –visto che la bacchetta è legata a lui" La McGranitt aprì leggermente la bocca dallo stupore. "E' una storia interessante, non vedo l'ora di conoscerla!" fece la vecchia strega sciogliendosi dall' abbraccio di Hermione e togliendo il mantello. "Ma lasciate che mi sieda, il viaggio è stato lungo e faticoso" Hermione ancora rossa per il pianto e visibilmente scossa, fece per uscire "Devo prendere un po' d'aria...arriverò fino alle cucine per chiedere del thè" "E dei biscotti al limone, cara..." Hermione sorrise: avevano sempre avuto in comune quella passione. "Ti accompagno" fece Draco con un tono che non ammetteva repliche. Harry gli sussurrò tra i denti mentre uscivano: "Non credere che scappando di nuovo risolverai il problema..." "Oh, no, Harry, stavolta si affronta il pericolo di petto" fece il biondo con un sorriso tirato. Appena i due furono usciti, nello studio echeggiò la voce di Silente: "Cara Minerva, bentornata a casa. Sinceramente pensavo che tu avessi già fatto pace con la tua anima, ma evidentemente mi sbagliavo" "Caro Albus..." la vecchia strega sorrise al quadro "Per come stavano le cose, avrei preferito non tornare...ma le circostanze mi hanno costretta. E sì, Hogwarts mi mancava molto." Silente sorrise sornione.

Hermione e Draco stavano tornando dalle cucine con il vassoio che li procedeva svolazzando davanti a loro; per tutto il tragitto si erano tenuti per mano, senza dirsi nulla, con un vago sorriso sulle labbra. Prima di rientrare Draco la fece girare verso di lui, la abbracciò stretta e le sussurrò tra i capelli: "Avanti Principessa Grifondoro" lei si staccò e lo guardò con quegli occhi ambrati che tanto amava e sorrise. "poi se fai la brava, stasera ci divertiamo un po'!" Lei lo colpì con un pugnetto al petto, allargando quel meraviglioso sorriso; entrarono e si accomodarono a prendere il thè, trovando anche Luna e Neville nel gruppetto riunito nell'ufficio. Prima Draco, poi Harry fecero il resoconto dettagliato degli avvenimenti degli ultimi mesi, mentre la McGranitt ogni tanto scuoteva la testa o accennava un sorriso; poi fu il turno di Narcissa a raccontare ciò che succedeva al Manor e la notte del furto delle lacrime di Fanny; la vecchia strega, alla fine di tutti i racconti, sospirò forte. "Devo mettere a posto tutti i tasselli dei resoconti che mi avete fatto; per adesso limitiamoci a stare in guardia, per evitare altri furti o aggressioni, il nemico è sicuramente pericoloso, ma non sappiamo ancora come agirà. Scendete pure per la cena, cari, io preferisco rimanere nelle mie stanze." Hermione impallidì: e adesso dove avrebbe dormito, lei? Si era talmente abituata a stare negli appartamenti della preside che lì per lì si sentiva perduta. "Non si preoccupi, signorina Granger, ho provveduto a far spostare le sue cose nella sua camera da Prefetto" La ragazza fece un sorriso forzato: si era rifiutata di passare agli appartamenti dei professori quando ne aveva avuto la possibilità e ora le toccava di nuovo la stanza del Prefetto-Perfetto (come la chiamavano i gemelli Weasley) dei Grifondoro. Si accomiatarono tutti quanti e scesero per la cena; poco dopo la fine del pasto, tutti i capi delle case portarono i ragazzi vocianti nei loro dormitori ed Hermione si trovò sola ad andare verso la torre Grifondoro, visto che Harry e Draco erano ospitati nell'altra ala della scuola. Entrò nella sua stanza e si stupì nel notare quanto fosse piccola: una volta le sembrava una conquista e ora un tugurio, peggio delle prigioni di Azkaban! Si affacciò in bagno e le sfuggì un sospiro affranto; prese l'accappatoio e decise di andare a farsi un bagno rilassante nel bagno dei Prefetti: a quell'ora sicuramente non ci sarebbe stato nessuno in giro. Prese anche la bacchetta, la sicurezza prima di tutto! Arrivò in bagno e si chiuse dentro con un "Colloportus", mettendo anche un segnale per un eventuale intruso che non fosse Harry o Draco; sorrise a quel pensiero: se fosse entrato il biondino non le sarebbe affatto dispiaciuto.

Il bibliotecario - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora